Diciamolo, l’arte di arrangiarsi dei cosiddetti furbetti è indubbiamente una genialata, fino a quando va bene. Naturalmente a scapito dei cittadini perbene.
Si dà il caso, e la notizia è de Il Giornale, che “ a spingere i carabinieri del Nucleo radiomobile, comandati dal maggiore Carmine Elefante, a controllare l’appartamento del grande stabile «vecchia Milano» rimesso a nuovo da qualche anno all’angolo tra piazzale Dateo e via dei Mille – davanti all’ingresso del passante ferroviario (zona Monforte) –sia stata proprio una lite animata tra madre e figlio. Quelle discussioni per cui i vicini, allarmati, chiamano il 112 affinché qualcuno verifichi che i residenti non si stiano ammazzando, insomma.
La lite era in pieno svolgimento ma le Forze dell’Ordine hanno trovato a detta del quotidiano “Luci e lampade Uva, rifornimento idrico, fertilizzanti e stufette per modulare la temperatura dell’atmosfera. Le piantine di marijuana dovevano crescere rigogliose, alte e belle nella tranquillità della camera da letto. Non importa se la casa era dimessa e poco accogliente e il clima (non quello atmosferico) sempre sopra le righe”.
La donna che non lavora e mai risulta aver lavorato in vita sua (non ci ha nemmeno provato), guarda un po’, percepisce il reddito di cittadinanza. E intanto, imperterrita, coltiva piantine di marijuana e spaccia. Di recente, inoltre, era stata denunciata per furto, segno che di cambiare vita proprio non c’era nemmeno la più lontana intenzione.
Quando si dice una “furbetta” organizzata…