Nel 1778 a Milano vi fu una grande siccità che si protrasse oltre l’estate è perdurò fino al Maggio 1779. Certo le condizioni cittadine erano molto diverse dalle attuali ed è difficile fare paragoni tra lo stesso problema in tempi così diversi. Il comune prese i pochi provvedimenti disponibili e tra questi ripubblicò un “te savi Iddio” risalente al 1590 un po’ in Italiano popolare un po’ in ispanico . Vennero affisse delle grida, messaggi pubblici di obbligo e di consiglio. Vennero affissi all’inizio dei vari borghi e nelle trattorie e ovviamente anche nella famosa hostaria alla Gamboloita.
SE CONOSSE BEN LO PROBLEMA DO SECCO QUE STRUGE EL CAMPO E CHE EL DISECA LO TERRENO. ALLORA SE TAGLI L’ERBA CON RONCOLA O FALZE E SE METTA IN UN SECIO. SE PRENDA LO SEGATO DE TUCIOLO DOL FALENNIAME CH’EL SERÀ OBLIGATO AT CEDERLO. SE PRENDA LA QUOIA DE LO ANIMALE E SE FA STRISCE, POL SE MISCIA TODO E SE METE DINDINTORNO LA PLANTA DE FRUTO. L’IMPASTO VENGA PRESATO TUTO RENTO RENTO ENTORNO LO TRONCO. PO’ SE BAGNA O SE NO STA AQUA SE PISSA E TODO LO VILLANO ET ANCOPUR LO CITADINO VAGA A PISSAR SULL’EMPASTO. AXÈ SE SALVERÀ LA FRUTAGIONE PAR LO PROXIMO AGNO E SE STARÀ FELISE.
Certo non si può pensare che i cittadini vadano per campi a fare i loro bisogni, però invece di buttare i tagli della poca erba sopravvissuta si potrebbero accatastare alla base degli alberi, bagnarla un poco e questo manterrebbe umido il terreno con meno spreco d’acqua. Dai diari dell’epoca però non risulta che la nostra zona soffrì di questa siccità, ed i Visconti ed i Gamboloia non dovettero abbattere nessun capo di bestiame, segno che l’erba cresceva comunque . Ovviamente stiamo parlando di una zona privilegiata piena di rogge e di fontanili. Poi col tempo si è distrutto tutto , ma la natura è come il mercante di Venezia, prima o poi rivuole indietro il suo chilo di carne.
(Documento privato tratto dagli appunti di Lodovicus Gambaloytam)
Sandro Biolcati (Comitato Quartiere Gigioni)
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