Dopo il tentato omicidio in Stazione Centrale, due cose in sincerità sulla sicurezza di Milano ce le dobbiamo dire. E, soprattutto, vanno dette a un Beppe Sala in campagna elettorale nazionale. Ovvero, già di solito abbiamo un sindaco distratto, adesso sarà proprio assente. Si incarica dell’ingrato compito Franco Vassallo, che le tematiche della sicurezza le segue da una vita:
“Come ogni volta che succede qualcosa a Milano, Sala è assente ingiustificato. E se per caso ci fosse, non sarebbe comunque compito suo affrontare il problema. Il che, se ci pensiamo, è comico: la sicurezza, dice Sala, non compete al Sindaco. Ammettiamo sia vero, allora perché il Comune è in primo piano, anche giustamente peraltro, nella lotta per la sicurezza degli omosessuali, vittime spesso di violenza e discriminazione? La loro sicurezza è un tema del Comune e quella degli altri cittadini non lo è? È evidente che il discorso non abbia senso: bene la sensibilizzazione contro la violenza, ma perché trascurare quella che non avviene per odio? È forse violenza di Serie B?
E se non è violenza di Serie B, perché non compete al Sindaco? Si potrà dire che la polizia locale non è in grado, per mancanza di mezzi non certo di volontà, di affrontare l’emergenza. E dirlo sarebbe nient’altro che la verità. Però questo non affronta compiutamente la questione. Il Sindaco può fare qualcosa e non poco: può alzare l’attenzione sul problema. Può concentrare la sua visibilità sulle zone, dal quadrilatero di San Siro a via Quarti, da via Bolla alla Stazione Centrale, da Rogoredo a via Padova. Solo che Sala questo non lo farà mai. E il motivo è il riassunto di tutto quello che non va di questo approccio.
Il problema è che parlando del degrado, della criminalità e di chi questi due fattori li nutre si finisce inevitabilmente per parlare di immigrazione. Ovvero del peccato originale della Sinistra: aver sempre, costantemente, pervicacemente ignorato la realtà del fenomeno migratorio. Ovvero che consentire l’ingresso e soprattutto la permanenza indiscriminata a chiunque porta a questa situazione: la creazione di ghetti dove la giustizia è servita sulla lama di un machete. Non è razzismo, è realismo. Possiamo indignarci, possiamo protestare, ma questa è la realtà. Prima a Palazzo Marino ne prenderanno atto, prima il Sindaco Influencer potrà cambiare i calzini e lanciare un messaggio anche sul tema securitario di cui tanto Milano ha bisogno.”

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.