Così i milanesi si pentiranno di aver votato Sala. Il Comune prepara la stangata d’autunno Parcheggi, Area C, mense e tasse locali. A ottobre aumenterà tutto. Palazzo Marino vuol far cassa a spese dei cittadini.
Dopo l’estate bollente preparatevi all’autunno caldo. Anzi, caldissimo, e non solo per l’impennata delle bollette di luce e gas. Anche tasse e tariffe comunali potrebbero subire un ritocco. L’aumento del prezzo del biglietto ordinario dei mezzi pubblici gestiti da Atm, fra 20 e 30 centesimi la proiezione, potrebbe essere solo l’inizio della stagione dei rincari. Dai quali rischia di non salvarsi nessuno, visto che nel mirino ci sarebbero mobilità e scuola, ma anche tasse e tariffe.
La difficoltà nel tenere in salute i bilanci e la generalizzata corsa verso l’alto delle materie prime, stanno costringendo la maggioranza delle amministrazioni comunali a rivedere i propri piani. E il Comune di Milano non è certo esente da ciò. Lo stesso aumento del prezzo del biglietto Atm non sarebbe affatto frutto del caso, o di una «maldestra» strategia della Regione ricaduta su Palazzo Marino, ma di una precisa necessità dell’amministrazione comunale. Per far «girare» le cose servono fondi. A far scattare il campanella d’allarme lanciando il classico sasso nella stagno, è stato il presidente del Municipio 1, Mattia Abdu. Nel bel mezzo del dibattito sull’ aumento del prezzo del biglietto del trasporto pubblico, l’esponente dem si è detto favorevole a portare a 10 euro «il ticket per l’area C». Parlando con Il Giornale, l’esponente del centrosinistra ha sottolineato la necessità di aprire «una riflessione seria sull’ aumento del costo per gli accessi in centro». Formalmente da Palazzo Marino non commentano, facendo spallucce. Ufficiosamente, però, l’idea dell’esponente dem ha fatto saltare tutti sulla sedia. Perché una partita complessa e delicata, quale è quella di ritocchi, non può essere giocata così, servono tempi e modi per far digerire ai milanesi i rincari delle varie aree (la C), o la rimodulazione delle tariffe per le mense scolastiche, ferme da troppi anni, per non parlare dell’adeguamento all’inflazione delle tariffe strettamente legate al mercato.
«L’aumento del prezzo del biglietto dell’Atm», spiega il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Andrea Mascaretti, «non è né casuale, come vogliono far credere da Palazzo Marino, né colpa della Regione, ma e figlio dei tempi. I conti di Atm sono in sofferenza per colpa della pandemia e un maggior introito è necessario per gestire il servizio. In questa logica i ritocchi delle varie voci connesse alla mobilità, e non solo di quelle, sono una necessità o del resto se la giunta Sala vuol fare la guerra alle auto, «che rappresentano un introito certo», spiega l’esponente di FdI, «da qualche altra parte i soldi vanno recuperati». Presumibilmente potranno subire una revisione le tariffe per la sosta all’interno delle strisce blu, tomando a spingere sul pedale dell’acceleratore delle multe.
Due numeri per inquadrare meglio il tema. II Comune conta d’incassare dai biglietti di Atm 320 milioni di euro, sperando in un salto verso l’alto del numero dei passeggeri, tutt’altro che ai livelli pre Covid. Ma questi numeri non bastano a tenere in linea i conti. LanuovalineaM4della metro costerà a Palazzo Marino 100 di euro per 32 anni. La cosa non è affatto di poco conto, visto che rischia di ipotecare il futuro del trasporto urbano. Ragionare su nuovi introiti non è necessario, è fondamentale. Fuori dal perimetro della mobilita, che resta comunque uno dei titoli di testa, c’è il nodo delle tariffe delle mense scolastiche, ferme da troppo tempo e ormai svincolate dal costo reale, schizzato inesorabilmente verso l’alto. Sul punto, all’interno dell’amministrazione comunale, non c’è un fronte di netta opposizione alia revisione delle griglie tariffarie, anche se tutti chiedono cautela. Ma non significa certo non adeguarsi ai tempi. Lo stesso ragionamento vale per le tariffe legate allo smaltimento dei rifiuti e all’occupazione del suolo pubblico.
Con la pandemia Palazzo Marino ha sterilizzato aumenti e rincari, cercando di tenere a terra le cifre applicate a esercenti e commercianti. Ma con il ritorno d una sostanziale normalità, è prevedibile un adeguamento delle tariffe applicate dall’amministrazione comunale. Probabile anche una revisione della tassa di soggiorno, considerando il ritorno dei turisti in città. Le tariffe attuali risalgono al 2018 e un tagliando potrebbe essere utile per le casse comunali, rivitalizzate solo dalle cessioni e dalle operazioni di valorizzazione dei locali della Galleria messe in cantiere dall’ assessore al Bilancio, Emmanuel Conte. Infine l’urbanistica e il mattone. Per la giunta Sala la gestione del territorio resta un punta di riferimento fondamentale per capire da quale parte tira il vento. Egli oneri di urbanizzazione non sono affatto un capitolo secondario nel libro mastro di Palazzo Marino, dovendo tenere «alta» la voce entrate. (Libero)
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