Milano tra storia e leggenda: la disputa tra Bernabò Visconti e l’Abate di un convento

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Bernabò Visconti Signore di Milano nel 1300 aveva la mania di allevare i cani in quel di Piazza Missori nel suo Palazzo (chiamato appunto la “Cà di Can” – pare che fossero ben 5.000) e che si distinguevano per il collare con il biscione (i can della bissa!). Bernabò teneva a questi i cani, certamente anche più che ai suoi sudditi. Una storia che si racconta attorno a Bernabò nasce appunto da questi cani. Un Abate di un convento di Milano era stato multato da Bernabò di ben 4.000 fiorini proprio per non aver accudito bene a due alani che gli erano stati affidati. Naturalmente l’Abate non aveva questa somma e quindi si era rivolto direttamente al Signore di Milano perché gli concedesse misericordia. Bernabò, tanto per beffarlo, gli promise grazia, ma ad un patto, e cioè che l’Abate sapesse rispondere a quattro semplicissime domande: quanto dista la terra dal cielo, quanta è l’acqua contenuta nei mari, cosa si fa all’inferno ed, infine, quanto era il valore di lui stesso Bernabò.

L’Abate, a cui venne dato un giorno per pensare alle risposte, si vide perso. Non era infatti raro il caso che chi mancava contro i cani del Visconti, dovesse addirittura affrontare il carcere se non la morte stessa. Mentre si arrovellava il cervello cercando di dare una soluzione agli enigmi, passeggiando nel chiostro del convento, venne udito da un povero mugnaio che aveva portato della farina ai frati. Questi si offrì di aiutare il povero Abate e cioè disse che si sarebbe travestito da frate e sarebbe andato lui a rispondere alle domande. Naturalmente l’abate accettò subito, ed il mugnaio, il giorno dopo, si presentò davanti a Bernabò per rispondere ai suoi quattro quesiti.

E le risposte del mugnaio furono queste : 

“Da qui al cielo ci sono esattamente 36.854.172 miglia e mezza più 22 passi “

“Come fai a provarlo?” gli chiese Bernabò

“Fate misurare voi stesso o mio Signore, e se non fosse esatto, impiccatemi pure!”

Bernabò naturalmente dovette accettare la risposta e, quindi, fece la seconda domanda al che seguì la risposta:

“Nei mari vi sono 311.784.655 barili di acqua più dodici boccali e due bicchieri, fate controllare voi stesso se la misura non vi pare esatta!”

Alla terza domanda venne risposto:

“ All’inferno gli uomini e le donne vengono sbranati e squartati, si arraffa tutto quanto loro posseggono e li si impicca per un nonnulla: proprio come avviene oggi a Milano!” Ed aggiunse il mugnaio di sapere questo perché glielo aveva detto un tale che, molti anni prima, aveva conosciuto un tal fiorentino di nome Dante Alighieri il quale aveva fatto un viaggio all’inferno e dunque su questo argomento la sapeva lunga.

Il mugnaio terminò il suo compito valutando Bernabò “29 denari!”

Il Visconti si adirò molto per questa valutazione in quanto si riteneva offeso per essere stato valutato meno del costo di una pignatta. Ma il mugnaio rispose:

“Mio Signore io vi ho valutato solo un denaro in meno di quello che venne valutato nostro Signore Gesù Cristo! E quindi, a meno che voi crediate di essere superiore a lui, io vi ho ben valutato”

A questa risposta naturalmente Bernabò dovette fare buon viso a cattivo gioco ma, accortosi che chi gli aveva risposto non era l’abate, decretò immediatamente che il mugnaio venisse nominato Abate , assegnandogli anche una ricca rendita, mentre ordinò al vero Abate di fare il mugnaio al servizio del Convento e a gratis per giunta.

Post Franco Casati

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