The Queen is dead, long live the King. Londra si prepara all’ultimo abbraccio alle spoglie mortali di Elisabetta II, regina di una vita per tanti, mentre accoglie con un calore persino insperato l’eterno erede Carlo: il figlio primogenito giunto alla corona alle soglie dei 74 anni e accompagnato dalle acclamazioni di migliaia e migliaia di persone oggi al suo primo ingresso a Buckingham Palace in veste da sovrano.
Fianco a fianco con Camilla, riconosciuta ormai come “Sua Maestà la Regina Consorte” quasi a voler far dimenticare lo stigma di essere stata “la rivale” della compianta Diana.
Re Carlo: ‘William mio successore come duca di Cornovaglia’
In un Paese rimasto come orfano della 96enne Elisabetta, spentasi ieri nella residenza scozzese di Balmoral dopo sette decenni di regno suggellati dall’ammirazione di molti, sull’isola e nel mondo. Come lo stesso Carlo non ha mancato di riconoscere nel messaggio d’esordio alla nazione: il primo discorso del re. “Mi rivolgo a voi con un sentimento di profonda tristezza e di dolore”, ha detto in tono pacato a milioni di spettatori, non senza indirizzare un “grazie” in mondovisione alla sua “amata mamma”. Per poi additarne “l’esempio” di “servizio” e di “dedizione” alla monarchia e ai sudditi, come una fonte “d’ispirazione”. Ispirazione che per lui si traduce adesso nell’impegno a “servire” a sua volta il Regno “per tutta la vita”: “con lealtà, rispetto e amore”, radicato al pari della madre nella fede della Chiesa anglicana, ma a prescindere dal credo o dalle convinzioni di ciascuno dei suoi sudditi.
Le esequie solenni tra 10 giorni, le tappe dell’addio
Parole che segnano gli albori di un regno di transizione, nelle aspettative, e a cui tuttavia Carlo III ambisce a dare un significato pieno: invocando in primis come sostegno al proprio lato la “cara moglie Camilla”; quindi il primogenito e successore William, designato pubblicamente principe di Galles entrante accanto alla consorte “Catherine, nuova principessa di Galles”; e rivolgendo parole pubbliche di “affetto” anche verso il secondogenito ribelle Harry, e sua moglie Meghan, citati esplicitamente quasi a voler smentire il gossip di qualche tabloid su una loro pretesa esclusione da quel testamento personale di Elisabetta destinato a restare segreto per 90 anni. Il tutto sullo sfondo di un discorso ecumenico, nel quale l’unico riferimento assente è stato all’indimenticata madre dei suoi figli, Lady D.
Domani (oggi ndr) vi sarà spazio per la proclamazione ufficiale a St James Palace della sua avvenuta ascesa al trono, sorta di atto notarile cui nei prossimi mesi, esaurito il periodo del lutto, seguirà la cerimonia d’incoronazione. Mentre sul pennone della residenza reale già sventola lo stendardo innalzato a segnalare la presenza di “Sua Maestà Re Carlo” e di “Sua Maestà la Regina consorte Camilla”, come si legge nel website di corte. Il loro arrivo da Balmoral, illuminato da squarci di sole dopo la pioggia battente del tristissimo pomeriggio di ieri, ha come rianimato l’umore delle decine di migliaia di ammiratori e curiosi presenti: fra i quali le lacrime per l’addio a Elisabetta si sono mischiate con i sorrisi, gli urrà, le invocazioni al grido ‘God save the King’ e addirittura qualche baciamano a Carlo; che a sua volta si è fermato di buon grado con diverse persone assiepate contro le transenne, prima di passare in rassegna con Camilla la montagna di mazzi di fiori e di cartoncini lasciati in onore e in memoria di sua madre. Una memoria sottolineata intanto con forza da gigantografie e tributi vari in giro per Londra, come nelle altre città del Regno, nei Paesi dell’ex impero e quasi ovunque nel pianeta.
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