Dottor Jekill o Mister Hyde? Dove finisce l’Enrico Letta politico che vuole guidare (di nuovo) il Paese e dove inizia l’Enrico Letta lobbista?
Domanda legittima che il Giornale pone al segretario Pd in campagna elettorale, finora senza risposta. Abbiamo ricostruito gli interessi e i legami di Letta con la Cina, solida alleata della Russia di Putin, attraverso la sua nomina nel Cda della holding del lusso cinese Liberty Zeta Ltd e nella società Tojoy, legata al presidente Xi Jinping di cui è stato co-presidente per l’Europa occidentale fino a marzo 2021. (Il Giornale) “Lezioncine e morali da centrosinistra e sue derivazioni non ne vogliamo”: Franco Dal Mas, senatore di Forza Italia, interviene sulla questione dei fondi russi. E perde la pazienza, sottolineando delle contraddizioni soprattutto a sinistra: “Il Pd che attacca il centrodestra su presunti rapporti con Mosca è lo stesso che era al governo quando, in occasione di un incontro bilaterale Italia-Russia, furono siglati 28 accordi su industria, finanza ed energia, cui è seguita una impennata nelle forniture di gas?”. (Libero)
Era il 2013 e nel giro di una giornata, nel freddo polare di Trieste, l’allora premier siglò con Vladimir Putin una serie di accordi a raffica sicurezza compresa dai quali non si evinceva un giudizio così definitivamente negativo sull’uomo di Mosca. Anzi, Letta uscì da quella radiosa giornata davvero tanto contento. Ma gli autogol della sinistra italiana non hanno riguardato solo la Russia, dopo la grande stagione dell’Urss in cui i comunisti di allora almeno ammettevano i legami con i fratelli del Pcus. Anche la Cina è tutt’ ora protagonista di dubbie relazioni. Nei giorni scorsi, per merito de Il Giornale, è emersa la fitta collaborazione di sodali di Enrico Letta con paradisi fiscali nei quali occultare denaro evidentemente accumulato in maniera illecita. Al segretario del Pd è stata sollecitata chiarezza, senza accusarlo di fatti specifici. Ma dalla sua bocca non è uscita una parola. E la grande stampa gli ha riservato il trattamento di riguarda che di solito è omesso quando si tratta della Meloni, di Salvini o di Silvio Berlusconi. (Storace)
Per chi amasse le punture di una satira tutta da leggere “Il Nullino” da Il Giornale. Il Nullino è una bestia leggendaria con il corpo da serpente e la testa da umano che parla in prima persona plurale: “Siamo proprio un bel serpentello”. Il Nullino, come ermeticamente il nome suggerisce, in natura non esiste. È una proiezione immaginaria che gli antichi si inventarono per spaventare i bambini: “Guarda che se non dormi arriva il Nullino che ti porta via!” Col tempo i bambini, avendo sgamato che il Nullino non esiste, andarono a dormire all’ora che volevano facendola in barba ai genitori e inventando la professione dei metronotte. Il filosofo antico greco Parmenide, fondatore dell’ontologia e della disciplina sportiva del Curling, cita il Nullino nel suo famoso principio “L’essere è, il Nullino non è” o anche “Il Nullino a pranzo non divide il conto alla romana.” Non esistendo nella realtà, il Nullino, per farsi spazio nel mondo animale e avere una ragion d’essere, critica e attacca verbalmente i suoi avversari. Per questo motivo si unisce in grandi assembramenti che nella realtà non esistono, cercando di far numero. Tali assembramenti talvolta degenerano in ammucchiate dove è consigliata la mascherina.
Il paradosso drammatico del Nullino è che esso non sa di non esistere e per questo si atteggia con arroganza andando addirittura in giro ad affermare di essere il possessore della leggendaria “Agenda Draghi”, che nessuno sa esattamente cosa sia realmente, benchè molti studiosi siano convinti che sia un libro inedito de “Il Trono di Spade”. Inoltre il Nullino, cercando di far colpo sull’opinione pubblica, sostiene, in estrema sintesi, che sia necessario liberalizzare le droghe leggere per gli LGBTQ+ di colore che hanno ricevuto la cittadinanza grazie allo Ius Scholae. Tale affermazione è la prova provata che il Nullino non esiste e se esistesse sarebbe Godot nella famosa piace teatrale. In sostanza il Nullino, essendo un essere astratto, è pieno d’invidia per qualsiasi altro essere concreto e pensante. Per questo si apposta in silenzio aspettando che altre specie si esprimano, per uscire dal suo nascondiglio immaginario attaccando l’avversario con mature argomentazioni del calibro: “Specchio riflesso” o “Chi lo dice lo sa di essere!”
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