HangarBicocca / Bruce Nauman, Neons Corridors Rooms
A Milano, tra le nuove mostre, ce n’è una decisamente fuori misura. È Bruce Nauman, Neons Corridors Rooms, alla quale non bastano nemmeno i 5 mila metri quadrati delle Navate di HangarBicocca. Perciò occupa anche la sala lettura e le zone all’aperto: ne ha bisogno, perché riunisce le opere con cui Nauman ha esplorato a metà degli Anni 60 la relazione tra spazio e architettura. Per la prima volta vengono presentati nello stesso contesto corridoi, stanze e una selezione di Tunnels, i modelli scultorei per architetture sotterranee. Sono strutture pensate per documentare l’esperienza dello spettatore all’interno di un percorso che limita i movimenti di chi lo attraversa: questa volta non c’è solo l’artista a mettersi alla prova all’interno dell’opera, ma chiunque scelga di essere nella mente di Bruce Nauman. Dopo aver realizzato Walk with Contrapposto, del 1968, che lo ritraeva lungo un corridoio di legno nello sforzo di mantenere la posa delle sculture classiche (è la performance, presente anche a Milano, da cui parte la mostra allestita a Palazzo Grassi, fino al 27 novembre), Nauman ha invitato il pubblico a entrare in quello stesso passaggio. Se si è costretti a farci caso, che effetto fa avere coscienza del proprio corpo? E se questo viene messo in relazione al mondo circostante? Da lì, le diverse tipologie di corridoi, sempre più complesse, che includono elementi sonori, luminosi, tattili e visivi per alterare la percezione. Il percorso di conclude all’esterno con Raw Materials : opera del 2004, commissionata per la Turbine Hall della Tate Modern, è un ambiente sonoro che riproduce in un loop ossessivo 21 registrazioni di lavori precedenti. L’effetto finale, anche questa volta, è di spaesamento totale. La mostra all’Hangar Bicocca, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí in collaborazione con Tate Modern di Londra e Stedelijk Museum Amsterdam, è aperta fino al 26 febbraio.
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