Il senatore forzista: “Forza Italia ha posto l’ancoraggio all’Europa come presupposto per essere parte di un governo. D’altra parte, noi siamo il perno della coalizione di centrodestra”. E sulle priorità: “L’Europa deve attrezzarsi non solo per la diversificazione energetica sull’approvvigionamento, ma implementare gli stoccaggi. In più, serve l’autonomia alimentare”
“Noi siamo la garanzia dei valori cristiani ed europei. Il vero voto utile è per Forza Italia: un voto per la stabilità e che rassicura anche i nostri partner internazionali”. A dirlo è il senatore azzurro Enrico Aimi che, nell’ultimo miglio prima della scadenza elettorale, punta sui temi identitari e caratterizzanti le battaglie del Cavaliere.
Aimi, il voto sull’Ungheria ha consegnato l’immagine di una coalizione spaccata sotto il profilo del posizionamento nella politica estera. Come sono i rapporti con Lega e Fratelli d’Italia?
I rapporti sono ottimi, perché consolidati da anni e anni di esperienze comuni nell’amministrazione di regioni importanti ed enti locali lungo tutto lo stivale. Forza Italia ha posto l’ancoraggio all’Europa come presupposto per essere parte di un governo. D’altra parte, noi siamo il perno della coalizione di centrodestra.
Gli alleati però hanno idee diverse.
Credo che anche gli alleati siano convinti che l’Unione europea, l’atlantismo e i legami con gli Stati Uniti siano le uniche vie percorribili. Poi, anche io concordo sulla necessità di avere un’Europa più forte (è giunto il momento di pensare seriamente a una forma di difesa comunitaria), anche dal punto di vista delle scelte che impattano sui singoli Paesi.
Si riferisce alla congiuntura legata ai rincari energetici?
Sì, ma non solo. È chiaro che in questa fase la priorità è quella di arrivare al tetto europeo del gas. Ma in prospettiva l’Europa deve attrezzarsi non solo per la diversificazione energetica sull’approvvigionamento, ma implementare gli stoccaggi da cui attingere. In più, a mio modo di vedere, c’è un’altra priorità per l’Unione: l’autonomia alimentare.
Praticabile in che modo?
Aumentando le produzioni e pianificando misure concrete a sostegno del settore primario. Uno dei primi passi significativi che mi vengono in mente è quello di portare la produzione cerealicola a 5,6 milioni di tonnellate all’anno. A questo va aggiunto, non solo per le aziende agricole ma in generale per tutti i segmenti produttivi, un piano di defiscalizzazione e di riduzione del cuneo fiscale.
A proposito di fiscalità, la flat tax continua a essere un cardine del programma di centrodestra. Si troveranno le coperture per portarla avanti?
Certo: la flat tax è una tassazione equa, che permetterà al nostro Paese e al nostro sistema economico di avere maggiore respiro. Ma la flat tax è uno dei tasselli della grande riforma che il centrodestra vuole apportare a questo Paese. Una misura che fa il paio con la pace fiscale (la rottamazione delle cartelle esattoriali) e con la riforma della giustizia, anche tributaria. È ora che il meccanismo dell’onere della prova venga invertito, come accade nei processi penali.
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