Giusto, un secolo fa, sembra ieri ed eccolo tornare

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Giusto un secolo fa, come passa velocemente il tempo, l’anello del tempo. Sembra ieri ed è passato, giusto, un secolo, e poco, coniugati gli animi agli sviluppi della scienza e della tecnica, appare diverso. Un tempo c’era stata l’invasione degli Arryn nella Terra di Mezzo, chiamata così, perché per un verso era stretta tra terre sconfinate e l’oceano, e per l’altro era riunita attorno ad un mare interno, lago aperto che smezzava tutte le terre che vi si bagnavano. Durante l’Età degli Eroi, gli Andali come gli antichi omerici Achivi, erano giunti dall’Est, dall’Essos, per invadere le terre occidentali di Westeros. Poi come Arryn si insediarono, al grido di in alto come l’onore, nelle terre settentrionali del Nido dell’Aquila della Valle di Arryn. Le invasioni poi si susseguirono a non finire, tanto contava solo la prima, forse avvenuta sulle sponde egee, forse sulle baltiche e l’ultima. L’ultima fu, osservata dal settentrionale Nido dell’Aquila della Valle di Arryn a al grido di in alto come l’onore al tempo del potere nucleare dei draghi il cui fuoco non riscaldava la rigidezza della guerra fredda russo americana.

I sovietici valyriani Targaryen, abbronzati bianchissimi come Ziggy Stardust scesero dal freddo, da rifugi, pianure. nascondigli e dall’hotel Lux, terribili, guidati da Aegon il conquistatore, stroncando ogni resistenza  e gravando l’aria del cupo ricordo di terrore, rivoluzione e fame che essi  ricordavano come il grande Disastro di Valyria. Conquistarono tutti i sette regni fino all’ultima appendice della Lancia del Sole nell’arida penisola meridionale di Dorne, dove i Martell mai inchinati, mai piegati, mai spezzati, resistettero. Isolati, rimasero nel profondo Nord, gli orsi e le orse, micidiali combattenti, Mormont delle Isole dell’Orso della Baia di Ghiaccio a guardia della Barriera, muro all’immigrazione degli Estranei e delle orde di Sauron e del Prete Gianni. I Mormont, arditi del Lord Comandante dei Guardiani della Notte, potevano avvalersi della force de frappe di puro nucleo valyriano del Lungo Artiglio. Anche i predoni del mare da Pyke, i Greyjoy, quelli che non seminano, discendenti dal Re Grigio, che sposò una sirena rimasero lontani per conto proprio, rimuginando ciò che è morto non muoia mai.

Gli altri, materialmente o ideologicamente, si fecero tutti vassalli della stella a cinque punte e dei tre draghi dei Targaryen al motto Fuoco e sangue stigmatico. Si sottomisero uomini, nani, goblin, orchi, elfi, hobbit, troll, red not deads, freaks, yuppies, beach boys, piednoire, esistenzialisti, beatnik, pickwick, beatles, pauperelli, alienati, i Bolton, gli Stark, ex Re del Nord, declassati a meri Protettori, i Baratheon, i Tarly, i Tyrrell, i Tully, i Greyjoy, fino ai Lannister, talpe drighignanti furore finchè i Martell si imparentarono con i Targaryen suggellandone il potere assoluto della Guerra di Conquista. I Bolton del Forte Terrore settentrionale, eterni rivali degli Stark contro cui avevano alzato invano le lame affilate innumerevoli volte, finalmente trovarono soddisfazione, dando un senso al loro simbolo dell’uomo scuoiato che non ha segreti. Finchè un feroce generale di Aegon, Di Pietro Baratheon non pose fine al dominio bianco di mezzo secolo. I figli di Baratheon, ultimo arrivato al motto, nostra è la furia, piano piano scomparvero a  Capo Tempesta, distribuiti tra stellati e partenopei.

Nella confusione della scomparsa del potere consolidato, nuovi e vecchi poteri si ersero a contendersi il primato. Si fecero avanti i Protettori dell’Ovest e Re delle Rocce, Lannister, ricchi delle miniere d’oro di Castel Granito e della Banca centrale di Ferro di Braavos. Un Lannister, anche dopo grande sciupìo e spreco dei mezzi, tra lussi e agi, paga sempre i propri debiti; tanto più la Regina praticamente eterna che fece udire a Westeros il proprio ruggito! Loro insicuri alleati, i tradizionalisti (famiglia, dovere, onore) Tully del Delta delle Acque, Protettori delle Terre dei Fiumi; ed il terzo popolo marinaro dei Greyjoy. Intanto a Sud, ad Alto Giardino nella regione delle Terre Basse, Marescialli dell’Altopiano e Protettori del Sud, i Tyrell mettevano a punto l’esercito imbattibile e più numeroso dei Sette Regni. Loro naturali alleati i Martell per l’odio che portavano ai Lannister; alleati anche i Tarly nelle Terre Basse di Dorne a Collina del Corno ai piedi delle Montagne Rosse al grido, Primi in battaglia e della spada per l’arma Veleno del Cuore in acciaio valiryano. Con loro c’erano anche da Grande Inverno i successori di Brandon, il costruttore della Barriera dove l’inverno sta arrivando, degli Stark metalupo, in conflitto coi Lannister per dominio sulla comune regione.

Il mondo è andato avanti. Per gli uni è cosa malvagia, per gli altri è cosa buona. Per alcuni questo è il senso delle elezioni. Per altri l’uomo caduto dal cielo, Flagg o l’Uomo Meteora, uscito dall’ampio cratere che orgasma i nipoti degli ufologi, cambia tutto. L’arrivo di Sauron dal monocolo del compagno senza cigli è il passato dietro le spalle, il futuro davanti alle palle ed alle pale. Come però costruire una bolla senza moto e senza tempo dentro la quale restare fermi? L’immaginario nella realtà e nell’umanistica, proposto nell’80 dalla fantasia di potere di Frigidaire, si è concretato veramente. Nelle strade e nei Palazzi, ora, veramente si muovono, si agitano, defecano nani, goblin, orchi, elfi, hobbit, troll, contaminando gli uomini, che ne sono particolarmente influenzati negativamente. Non le donne, mutanti naturali, che ne traggono nuove ispirazione e fisicità. I vampiri volano e passeggiano tra noi, magri ed eleganti; li riconosci perché non sopportano il fumo di sigarette. Nessuno può veramente convincere che Draghi non sia altro che transumanza umana del dragone dei Targaryen, se non il Financop, l’uomomoneta, un robot di puro danaro fluttuante autoriproducente. Descamisadelo.

Scomparsi Baratheon e Bolton, Di Pietro ed il Pentapartito, tramontati i Targaryen e gli stalinisti, nuove potenze si presentano, pretendendo un legame antico con l’Età degli Eroi e con l’Età dell’Oro. Discendenze eccelse di cui potevano vantarsi gli Arryn, i Martell ed i Targaryen. I nuovi schieramenti, nordisti Lannister e sudisti Tyrell, guardavano tutti al nuovo mondo occidentale, scordando l’Essos originario. i Tyrell, forti del loro crescere forti, raggrupparono amicizie ingenti dai Martell ai Tarly fino agli sconfitti della storia, dagli Arryn agli Stark ai Mormont. La Regina dei Lannister se li era inimicati  attaccandone l’autonomia tradizionale; le restavano i fluviali Tully ed i marini Greyjoy. Attorno alla regina delle Rocce si levava un sospetto di corruzione, libido contro natura e libertinismo, particolarmente criticati nel morigerato Nord.

Il mondo è andato avanti. Il vomito bilioso trabocca dai cassonetti, dalle menti e dalle lingue, non c’è modo di rigurgitarlo; non c’è traccia di pelle nuda non tattoata, di orifizi non pierciuti. L’insoddisfazione rivoluzionaria punk è divenuta fisiologia narcotizzata, l’illimitatezza dei desideri non dà più soddisfazione. Il mantra del rispetto abbraccia tutte le razze anche gli incroci trasversali e transumani. I signori però restano quelli delle invasioni del nuovo mondo, tutte provenienti dall’Est, dall’Ostlandia e dall’Essos. Ancora oggi il tempo è scandito dagli atti norreni che calarono dai ghiacci su Ovest, Zentrum ed Est, ad Hastings, a Lutecia, a Novgorod; i pronipoti ancora tolgono il respiro alla bolla eterna di serenità precedente di Rom e Sersepoli, quella della età degli eroi plurirazziale essossiana andala.

A sorpresa, a spostare l’equilibrio tra i Tyrell ed i Lannister, tornano i draghi dell’ultima superstite Targaryen, che si associa alle forze del sud prendendone poi il comando, assicurandosi la schiacciante vittoria e la distruzione di Altogiardino. Sono passati croci, falci, martelli, garofani, stelle e soli, leghe di ventura, salmoni, tartarughe, vele, tanti nomi diversi. La famiglia del terrore dei draghi si ripresenta con lo stendardo della lotta al razzismo. Come passa velocemente il tempo, l’anello del tempo. Sembra ieri ed è passato, giusto un secolo. Dopo un secolo si torna al punto di partenza, c’era un Gentiloni, c’è un Gentiloni, c’era la fiamma ed ora c’è. (4 p., cont.)

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