Le femministe milanesi manifestano per l’aborto libero, ma non una parola per le donne iraniane

Milano

Mercoledì sera le attiviste di “Non una di meno”, associazione femminista meneghina, si sono ritrovate in corteo in città per difendere la libertà di aborto e per ribadire che “mio il corpo, mia la scelta”, nella data in cui si celebra la giornata internazionale dell’aborto sicuro.

Invettive contro ipotesi di intenzioni del prossimo governo “I consultori sono quasi spariti, non finanziati e in serie difficoltà. Non si investe sull’educazione sessuale e sulla contraccezione gratuita. In questa campagna elettorale la politica istituzionale si divide tra i peggiori catto fascisti e i loro amici che attaccano la 194, insinuando che la sua piena applicazione stia nel far entrare le associazioni no choice cattolico integraliste nei consultori e negli ospedali, inneggiando al diritto alla vita per un embrione mentre lasciano affogare le persone in mare, e chi invece si accontenta della difesa dello status quo pur sapendo che non si traduce affatto nella completa realizzazione del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza”.

Un frasario già sentito e ripetuto con uno stile perfetto del politicamente corretto, ideologico e qualunquista.

Non una parola sui diritti delle donne iraniane. E allora penso sia doveroso da persona, da femminista, esprimere solidarietà e rispetto a quelle donne che combattono con coraggio per la difesa dei propri diritti e della propria dignità, fino al martirio. MahsaAmini, arrestata perché colpevole di aver indossato male il velo, è stata uccisa. In nome della religione. La barbarie continua, la polizia ha risposto con migliaia di arresti e altre uccisioni. Nonostante questo, le manifestazioni non si fermano e, anche se le democrazie occidentali sono distratte dalla guerra in Ucraina e dalla crisi economica, il mondo deve prendere coscienza di tali delitti affinché i diritti, la parità, la libertà delle scelte individuali siano garantiti.

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