Buone notizie per i pensionati, che si troveranno assegni più ricchi in questo finale d’anno. Anche se gli aumenti delle pensioni non saranno tutti uguali e in alcuni casi il ritocco sarà minimo. È quanto prevede l’articolo 21 del decreto legge 115/2022, il cosiddetto decreto aiuti bis, che ha disposto infatti due interventi distinti e con regole differenti che interesseranno le pensioni degli ultimi tre mesi del 2022. Tutto questo in vista di gennaio 2023, infine, quando arriverà la maxi rivalutazione che tiene conto del tasso d’inflazione accertato dall’Inps. Secondo le stime, la quota dovrebbe superare di poco l’8%.
Da ottobre aumento temporaneo delle pensioni del 2%
Andiamo con ordine, partendo da ottobre, mese in cui ci sarà l’anticipo del meccanismo di adeguamento dell’importo all’andamento dei prezzi. Si tratta di una misura inserita dal governo “in via eccezionale” per “contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche” Cosa significa, in concreto? Tenendo conto dell’inflazione, il governo Draghi ha individuato una percentuale parziale e provvisoria del 2% da applicare sugli assegni nell’ultimo trimestre dell’anno, quindi da ottobre a dicembre 2022 e per la tredicesima. Un aumento che riguarderà chi riceve un trattamento pensionistico mensile non superiore a 2.692 euro lordi.
Anticipato il conguaglio 2023
Il decreto aiuti bis, inoltre, ha deciso di anticipare da gennaio 2023 al primo novembre 2022, l’adeguamento all’inflazione. In sostanza, a gennaio 2022 l’Inps ha rivalutato gli assegni utilizzando il valore di riferimento pari a +1,7 per cento. Il valore definitivo dell’inflazione del 2021 è poi risultato essere 1,9%, quindi deve essere erogato lo 0,2% riferito a tutte le mensilità dell’anno in corso. Una pensione da 1.000 euro, per esempio, godrà dello 0,2% in più pari a circa due euro, che sommati agli arretrati da gennaio ad ottobre portano un aumento di circa 20 euro.
A novembre in arrivo bonus una tantum di 150 euro
Sempre a novembre, il nuovo decreto aiuti ter ha introdotto un bonus una tantum da 150 euro netti. L’indennità è stata prevista, anche in questo caso, tenendo conto dell’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione. Spetterà però solo a coloro che hanno un reddito entro i 20mila euro lordi annui nel 2021 (reddito Irpef al netto di contributi previdenziali e assistenziali). In fase di conversione in legge è stato inoltre disposto l’aumento della soglia di impignorabilità delle somme corrisposte a titolo di pensione, che passa con effetto immediato da 1,5 a 2 volte l’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro (quest’anno l’assegno sociale vale 468,11 euro).
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