Bentornati amici lettori, riprende il campionato dopo una parentesi (consolatoria) della nostra nazionale. 3 anticipi ieri, sabato 1° Ottobre, con protagoniste le principali squadre della parte alta della classifica. Inizia il trittico con Napoli-Torino, partita in cui ancora una volta la squadra di Spalletti si conferma degna, per ora, di stare comodamente dov’è, ovvero sulla vetta della classifica. Anche se in condominio con l’Atalanta, anch’essa vincitrice sui viola di Italiano. Al Napoli basta un tempo per avere la meglio su un Toro stordito da un devastante doppio pugno al mento, poi apparentemente steso da un terzo montante, prima di trovare uno spunto per riaprire il match. Finisce 3-1, e grande protagonista è tale Anguissa, che in 12 minuti ne mette 2. Non male per uno che mai, prima d’oggi, era andato a segno in Serie A. Poi è il solito Kvaratskhelia a firmare il tris, sempre nei primi 45′, sfruttando un’altra prateria lasciata da un Toro completamente fuori fase in difesa. Sanabria accorcia prima dell’intervallo e qualche brivido la squadra di Juric (espulso nel finale) lo crea anche nella ripresa, ma non sufficiente a riacciuffare la partita. Il Napoli celebra la sesta vittoria di fila tra campionato e Champions L., quarta in Serie A, e conferma di vivere un momento di forma eccezionale.
Secondo match di cartello, a S.Siro Inter e Roma alla ricerca di punti e soprattutto di condizione psicofisica, nel caso dei nerazzurri. Gli uomini di Inzaghi, orfani del faro di centrocampo Brozovic (Asllani al suo posto) e ancora in attesa del rientrante Lukaku, giocano una gara volitiva ma ancora una volta in parte sfortunata e in parte deficitaria, sul piano della determinazione, soprattutto nel reparto difensivo. Come già successo 3 volte su quattro sconfitte finora subite, la squadra va in vantaggio ma non riesce a gestirlo e finisce per lasciare campo agli avversari che, cogliendo tale ricorrente falla, riescono a recuperare e ribaltare il punteggio portando via i 3 punti. Sembra un po’ una maledizione per Inzaghi, questo ripetersi di incertezze a cui fatalmente vanno ad aggiungersi giocate sfortunate, come il gol iniziale di Dzeko annullato dal VAR per un piede in offside dello stesso bosniaco, e una gran traversa di Calhanoglu sull’1-1.
I giallorossi la spuntano alla fine, 2-1 con Dybala e Smalling, che ribaltano il vantaggio iniziale di Dimarco. Attenta e concreta la Roma, troppo distratta la formazione di Inzaghi. L’Inter fa la partita per larghi tratti, sblocca il match alla mezz’ora dopo il gol annullato a Dzeko ma si fa riprendere da Dybala con un gran gol dei suoi: sinistro al volo su palla di Spinazzola, Handanovic non riesce a respingere il pallone che finisce sotto la traversa. All’intervallo è 1-1, nella ripresa l’Inter crea ancora: traversa di Calhanoglu e Asllani a un passo dal vantaggio. Ma la Roma colpisce sull’ennesima distrazione difensiva della stagione dell’Inter, punizione dalla destra, Smalling solitario colpisce di testa e batte Handanovic. Quarta sconfitta in otto giornate per i nerazzurri, che restano a quota 12, mentre la Roma vola a 16.
Terzo ed ultimo anticipo, ad Empoli c’è il Milan. I rossoneri di Pioli macinano gioco e sbuffano per un’ora abbondante contro i toscani, i quali però si battono energicamente creando anche diversi pericoli alla porta di Tatarusanu, che sostituisce l’infortunato Maignan. Al Castellani succede di tutto nel finale di partita, dopo che per 75 minuti un Vicario paratutto aveva tenuto a galla il risultato. Rebic ritrova la via del gol, poi ad inizio recupero Bajrami pareggia su punizione. Sembra la classica doccia gelata per il diavolo, invece i rossoneri trovano una istantanea reazione segnando altre due volte, decisivi Ballo-Touré (che sostituiva Theo Hernandez nello scetticismo generale dell’opinione pubblica) e Rafael Leao, alla sua quarta marcatura sommata al quarto assist per il suo migliore avvio di campionato in carriera.
L‘Empoli gioca a viso aperto, soprattutto nel secondo tempo, e offre l’ennesima prestazione convincente davanti al proprio pubblico, ma incappa ancora in un risultato senza vittoria in casa, finisce quindi 3-1 per gli ospiti . La serata però non è tutta rose e fiori per la squadra di Pioli, che oltre ad un successo sofferto perde altre tre pedine importanti durante la partita: in meno di 45 minuti prima Saelemaekers e poi Calabria in barella devono abbandonare il campo, infine nella ripresa finisce ko pure Kjaer. Altre grane pesanti in infermeria per la squadra campione d’Italia, che deve già fare a meno di Maignan e Theo Hernandez. E la prossima settimana la attendono Chelsea e Juventus...
Lazio al galoppo infila una quaterna (4-0) per la terza vittoria consecutiva dei biancocelesti, che dilagano ai danni di uno Spezia mai in partita. Immobile parte a sorpresa dal 1′, nonostante i match saltati per infortunio con la Nazionale e, già al 3′, sbaglia un penalty da lui stesso conquistato. Poi la formazione di Sarri (squalificato) condanna la formazione ospite con gli acuti di Zaccagni e Romagnoli nel primo tempo, insieme alla doppietta di Milinkovic-Savic al 61′ e al 91′.
A Genova, altro pomeriggio a sorpresa per la Sampdoria, che crolla (3-0) di fronte ad un Monza deciso ad alzare decisamente la cresta, dopo la clamorosa prima vittoria contro la Juventus.
I brianzoli di Berlusconi conquistano meritatamente altri 3 punti con una prestazione tosta, da squadra che con il cambio in panchina sembra aver voltato pagina. Ha iniziato tardi il campionato, ma sta dimostrando che i problemi iniziali erano probabilmente una sorta di dazio pagato per l’esordio assoluto nella massima serie. Decisive le reti di Pessina, Caprari e Sensi. E sono tre punti pesantissimi per mister Palladino, che cavalca l’onda lunga del successo contro la Juventus all’esordio e risale fino al 16° posto con 7 punti. Incredibile come l’allenatore campano abbia avuto un impatto immediato: i lombardi hanno sigillato la difesa e ora sembrano molto più sicuri delle loro qualità. Lato Sampdoria, invece, arriva la sesta sconfitta in otto partite. Un bilancio tremendo che pone fine al percorso di Giampaolo, esonerato già nel post-partita: i blucerchiati hanno bisogno di un cambio radicale (e forse anche di più sicurezze da parte di una società presente-assente) per trovare la prima vittoria in campionato e mollare l’ultimo posto in classifica.
La Dea non si ferma. Dopo la vittoria contro la Roma prima della sosta, l’Atalanta trova un altro successo pesante: 1-0 in casa contro la Fiorentina, stesso punteggio di due settimane fa all’Olimpico. Efficaci e cinici, i nerazzurri di Gasperini: a decidere la partita è il gol al 59′ di Lookman, pescato alla grande da un Muriel rispolverato e decisivo. Nel finale la Dea stringe i denti e dimostra ancora una volta di saper soffrire: eccola, la nuova versione della creatura di Gasperini. L’Atalanta risponde al Napoli e si riporta in vetta a pari punti con i partenopei, a quota 20 punti: è la miglior partenza di sempre in Serie A per i bergamaschi. La Fiorentina si ferma subito dopo la vittoria contro il Verona, e non si schioda dai nove punti in classifica.
Una giornata storica per il calcio italiano. Maria Sole Ferrieri Caputi ha esordito nella partita Sassuolo–Salernitana come primo arbitro donna nella storia della Serie A. Il fischietto livornese ci ha messo 37′ a fischiare il primo rigore. L’episodio ha fatto discutere: sull’1-0 per i neroverdi, Maggiore stende con un lieve tocco Ceide ma per Caputi il contatto è falloso. Il VAR non interviene, nonostante le reiterate proteste degli ospiti, e Pinamonti trasforma il 2-0 prima di essere sostituito per infortunio nella ripresa. Nel secondo tempo arrivano le reti di Thorstvedt, Harroui (su assist di Laurienté) e Antiste che suggellano la terza vittoria stagionale (5-0) per i neroverdi emiliani.
FInisce in parità (1-1) la sfida tra neopromosse Lecce e Cremonese al “Via del Mare“. Meglio i grigiorossi di Alvini, in generale, ma partita che termina col botta e risposta su calcio di rigore: al 19′ ospiti avanti con Ciofan, massima punizione concessa per un’uscita fallosa di Falcone su Okereke , poi al 42′ Strefezza, per un intervento irregolare dello stesso Okereke su Gendrey. Nel secondo tempo, le occasioni migliori le ha la Cremonese, con Lecce inspiegabilmente in ritirata per quasi tutta la frazione. Con questo risultato, i salentini salgono a 7 punti in classifica. I lombardi, ancora a caccia della prima vittoria, a quota 3.
Ultimo appuntamento della domenica, a Torino tra Juventus e Bologna si chiude con un secco 3-0 per i padroni di casa.
Via le polemiche, alle spalle il periodo più complicato degli ultimi anni. La Juventus riparte, ancora una volta non incanta per tutta la partita ma intanto torna alla vittoria, contro un Bologna che nemmeno con Thiago Motta sembra capace di imboccare la retta via. Nel primo tempo va a segno Kostic, che servito da Vlahovic trova il suo primo centro italiano. E nella ripresa, dal 59′ al 62′, la Juve chiude i conti prima con lo stesso Vlahovic e poi con Milik. Lo stesso polacco colpisce anche un palo, mancando il poker. Una vittoria tutto sommato tranquilla, anche per demerito di un avversario che non riesce praticamente mai a portarsi pericolosamente nell’area di Szczesny. E così la squadra di Allegri torna a guardare con discreta fiducia al futuro. A partire dalle prossime sfide, già fondamentali per il prosieguo della stagione: mercoledì c’è il Maccabi Haifa, sabato prossimo il big match contro il Milan. Due impegni da non fallire.
Manca dunque all’appello per questa ottava giornata soltanto l’incontro Verona-Udinese, in programma stasera alle 20,45. Campionato che riprenderà sabato 8 ottobre con 3 anticipi per la nona giornata: Sassuolo-Inter alle 15, Milan-Juventus alle 18 e Bologna -Sampdoria alle 20,45.
Arrivederci e grazie ai lettori.