WOW SPAZIO FUMETTO Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano Viale Campania, 12 – Milano
Info: 02 49524744 – www.museowow.it – Ingresso 7 euro intero, 4 euro ridotto
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso
Cinema, Fumetto e Televisione sono in qualche modo “fratelli” e fin dagli albori si sono influenzati a vicenda. Dal primo “fumetto” che diventò cinema agli inizi del Novecento, ossia quel Happy Hooligan da noi noto come Fortunello sulle pagine del Corriere dei Piccoli fino alla saga digitale degli Avengers, passando per successi planetari ma anche da clamorosi flop, la mostra Fumetto Film Fest racconta più di cento anni di un viaggio sempre più ricco di connessioni con preziose tavole originali, rari manifesti cinematografici, statue, creazioni LEGO e tante sorprese.
Il 5 maggio 1895 Richard Felton Outcault pubblica sulle pagine del supplemento domenicale del quotidiano New York World di Joseph Pulitzer, la tavola “At the circus in Hogan’s alley”, la prima di una serie incentrata su ciò che accade in un ghetto miserabile di periferia, in cui farà la sua comparsa un monello calvo e orecchiuto, un sorriso provocatorio e solo due denti in bocca, francamente brutto, vestito con un camicione giallo che gli lascia scoperti solo il viso, le mani e i piedi, e da cui prende il nome: Yellow Kid. In un secondo momento – la data ufficiale è quella del 16 febbraio 1896 e la tavola si intitola “The great dog show in M’Googan Avenue” – si arriverà all’introduzione delle caratteristiche “nuvolette” e di altri elementi che contribuiscono a fare di questo personaggio il capostipite del fumetto moderno. Nello stesso periodo, il 28 dicembre 1895, i fratelli Auguste e Louis Lumière organizzano nel ‘Salon indien’ del Grand Café in Boulevard des Capucines a Parigi la prima proiezione pubblica di dieci “vedute” di circa un minuto l’una, che suscitano l’entusiasmo del pubblico. È la nascita del Cinema. Pochi anni dopo, nel 1900, lo scienziato russo Constantin Persky inventa la parola “Televisione” per una relazione presentata al Primo Congresso Internazionale dell’Elettricità a Parigi. Fumetto, Cinema e Televisione sono quindi “fratelli” e fin dagli albori si sono influenzati a vicenda, in un rapporto che negli ultimi anni si è fatto sempre più stretto, grazie allo straordinario successo riscosso dalle saghe cinematografiche tratte dai comics di supereroi. La mostra “Fumetto Film Fest” racconta questo rapporto che prosegue da più di cent’anni, partendo dalle origini fino ai giorni nostri. Per aiutare il visitatore ad orientarsi si inizia con una timeline che mette in relazione i momenti fondamentali nella storia del Fumetto, del Cinema e della Televisione. Alcune pagine di una storia di Martin Mystère riassumono invece la complessa storia del Cinema prima dei fratelli Lumière; la loro invenzione è infatti legata soprattutto alle modalità di proiezione e fruizione dei filmati, visto che strumenti per la riproduzione di immagini in movimento erano in uso da secoli.
Il percorso che delinea il rapporto tra Cinema e Fumetto si snoda attraverso una serie di pannelli in grande formato che riassumono le tappe fondamentali di questa storia, partendo dal cinema muto. Curiosamente, Yellow Kid, il capostipite del Fumetto moderno, non è mai stato adattato per il grande schermo, anche perché la sua storia editoriale è di breve durata. Una certa fortuna cinematografica arride invece ad altri due personaggi di Outcault: Happy Hooligan e Buster Brown, entrambi adattati in una serie di pellicole mute prodotte nel corso degli anni Venti. L’onore di essere considerato il primo personaggio dei fumetti a diventare un “cinecomic” è Happy Hooligan, creato da Frederick Burr Opper nel 1900 e diventato noto sulle pagine del nostro Corriere dei Piccoli come Fortunello. Happy Hooligan viene adattato per una serie di cortometraggi con attori realizzati nei primissimi anni del Novecento, che aprono così una strada che arriva ai giorni nostri e a straordinari kolossal ricchi di effetti speciali e campioni d’incassi, come l’infinita saga degli Avengers. Per arrivare al primo film di supereroi occorre invece aspettare il 1941, quando viene lanciato il serial “Adventures of Captain Marvel” ispirato all’omonimo personaggio dei fumetti che oggi è molto più conosciuto come Shazam. Nello stesso periodo grandi star del cinema diventano protagonisti di nuove avventure a fumetti, come Charlie Chaplin, disegnato tra gli altri da Elzie Crisler Segar, futuro creatore di Braccio di Ferro. C’è anche un film del 1931 che riesce addirittura a vincere un Oscar, premio istituito solo un paio d’anni prima. È Skippy, tratto dalla striscia di Percy Crosby. In Italia non si pensa ancora a portare i fumetti al cinema, ma il percorso inverso è già possibile, come dimostra “Luciano Serra pilota”, disegnato da Walter Molino e tratto dall’omonimo film con Amedeo Nazzari, in mostra con una rara tavola originale.
Il primo vero periodo di “esplosione” dei film tratti dai fumetti è negli anni Quaranta, mentre nei cinema, contemporaneamente, si afferma il formato del serial, un’opera composta da più episodi distribuiti a cadenza regolare, di solito settimanale. I serial sono spesso caratterizzati da budget limitati e dalla presenza di attori di secondo piano, e tra di essi parecchi sono legati al Fumetto, sia agli eroi delle strisce per i quotidiani, come Mandrake o Dick Tracy, sia ai supereroi dei comic book, da Captain Marvel e Batman fino a Superman. Nel 1941 arriva il primo film italiano tratto da un fumetto: Cenerentola e il Signor Bonaventura (1941) vede per protagonista il simpaticissimo eroe del Corriere dei Piccoli, in una pellicola diretta dal suo creatore Sergio Tofano, in arte Sto, interpretato da Paolo Stoppa. In questa sezione saranno esposti rari manifesti originali d’epoca, accanto a tavole di autori come George McManus, con Bringing Up Father (i nostri Arcibaldo e Petronilla), Phil Davis, con Mandrake, Clarence Gray, con Brick Bradford e George Wunder, con Terry and the Pirates. Il serial perde importanza dagli anni Cinquanta, quando il suo testimone viene raccolto dalla televisione. Per l’Italia invece sono gli anni Sessanta a segnare il boom dei film da fumetti, in particolare ispirati ai fumetti neri, in cui i protagonisti sono i criminali, con un ribaltamento della morale corrente. Giungono nei cinema Kriminal, Satanik e, nel 1968, Diabolik, in un film pop e psichedelico diretto da Mario Bava, che riprende alcune scene da tre celebri episodi del fumetto, in mostra con le più belle tavole originali e il raro manifesto cinematografico. In mostra anche una tavola originale di Kriminal disegnata da Magnus. La seconda metà degli anni Sessanta sono anche quelli del trionfo televisivo di un fumetto: la serie di telefilm Batman, interpretata da Adam West, fa sfracelli negli Stati Uniti, con ascolti straordinari che portano a una vera e propria Batmania, ma non nel nostro Paese, dove invece arriva solo il film, con gli stessi interpreti della serie, presente in mostra con il prezioso manifesto cinematografico originale. La serie arriverà invece solo nei primi anni Ottanta.
Nello stesso periodo in Europa vengono prodotti due film con protagoniste due eroine, in produzioni che coinvolgono attrici importanti come Monica Vitti e Jane Fonda. In mostra il manifesto del film “Modesty Blaise” e tavole originali di “Barbarella”, disegnata dal suo autore Jean-Claude Forest. All’inizio degli anni Settanta è invece il turno di un’eroina tutta italiana: Valentina, di Guido Crepax. In esposizione tavole originali e il manifesto del film “Baba Yaga”. La televisione diventa la “casa” dei supereroi negli anni Settanta, grazie a serie come Wonder Woman e L’incredibile Hulk, proprio mentre nei cinema debutta il primo vero kolossal cinematografico ispirato a un fumetto: Superman! Lanciato con lo slogan “Crederete che un uomo può volare” la pellicola vanta effetti speciali rivoluzionari per l’epoca e grandi attori nel cast : due ingredienti alla base anche dei film contemporanei. Poco più di dieci anni dopo è un altro supereroe a tornare nei cinema con Batman (1989) che fa scoppiare una nuova Batmania in giro per il mondo. I due supereroi sono raccontati in mostra con manifesti originali e tavole che mostrano come i tre media si influenzino a vicenda: un’illustrazione per un libro da colorare ispirato al Batman con Adam West, tavole di grandi autori di Batman come Norm Breyfogle, Neal Adams e Carmine Infantino e due preziose tavole originali di Curt Swan, uno dei massimi disegnatori di Superman, che mostrano il supereroe in pose ed espressioni che saranno fedelmente riprese da Christopher Reeve nella sua interpretazione. A sua volta Christopher Reeve diventa ispirazione per Superman nelle tavole di uno dei suoi più importanti autori contemporanei, Gary Frank. Il trionfo di Batman porta direttamente a una nuova fioritura di film, in cui la grande assente continua a essere la Marvel. In questa sezione ci saranno tra le altre tavole di Chester Gould, con Dick Tracy, di Ray Moore, con Phantom (il nostro Uomo Mascherato) e un’illustrazione delle Tartarughe Ninja del loro creatore Kevin Eastman. Inoltre in mostra uno degli adattamenti a fumetti più interessanti di quel periodo: una tavola da Bram Stoker’s Dracula, tratta dal film di Francis Ford Coppola e disegnata da Mike Mignola, una tavola della versione a fumetti del film Spider-Man di Alan Davis, testimonianza dei tanti casi curiosi in cui un fumetto che diventa film che diventa fumetto, e una tavola da Sin City di Frank Miller, ispirazione di un film che ha adottato un approccio di estrema fedeltà al fumetto originale.
Per il ritorno della Marvel in grande stile tocca aspettare il 1998, in cui con Blade, due anni dopo con X-Men e nel 2002 con Spider-Man si inizia a dimostrare che anche i suoi supereroi possono avere appeal sul grande schermo. In mostra una tavola di Alan Davis tratta dall’adattamento a fumetti del film “Spider-Man”, un caso esemplare di un personaggio dei fumetti, che diventa un film per poi ritornare un fumetto. Il rapporto tra i tre media evolve poi radicalmente dal 2008, con l’uscita del film Iron Man. La Marvel decide con questo film di passare “dall’altra parte della barricata” e produrre direttamente i film basati sui propri personaggi, con un successo tale che viene rapidamente imitata, tra gli altri, da DC Comics, Sony e Fox. Anche l’Italia non rimane a guardare, con interessanti scambi: due grandi fumettisti come Gipi e Igort passano alla regia cinematografica, mentre nelle sale escono La profezia dell’armadillo, tratto dal graphic novel di Zerocalcare e Diabolik. In mostra in questa sezione autori che con il loro stile hanno ispirato le ultime versioni cinematografiche, come Batman e Superman visti da Jim Lee e un’illustrazione di Jeff Pittarelli ispirata a una scena del film “Batman Begins”.Inoltre, un omaggio a The Walking Dead, grande successo del fumetto contemporaneo che ha ispirato una delle serie televisive più popolari, con alcune tavole originali di Charlie Adlard, disegnatore che ha disegnato quasi completamente la serie a fumetti. A parte film e serie ispirate ai Fumetti, un altro tema importante raccontato nella mostra è quando il Fumetto si ispira al Cinema: in mostra tavole realizzate in digitale di Roberto Lauciello, che ha raccontato con Marco Sonseri la vita di Bud Spencer, e di Lele Corvi, autore con Francesco Barilli di un volume ispirato alla vita di John Belushi. Inoltre, preziose tavole di due vite a fumetti di Marilyn Monroe e Totò disegnate dal grande maestro Gianni De Luca. Ancora a Totò si lega una recente opera scritta e disegnata da Fabio Celoni, che in “Totò l’erede di Don Chisciotte”, recupera a fumetti un trattamento cinematografico mai portato sul grande schermo, del Principe della risata. In mostra una selezione di tavole originali. Un altro interessante caso di connessione tra Cinema, Fumetto e Letteratura è rappresentato da Don Camillo. Una serie di volumi a fumetti hanno adattato racconti e romanzi di Giovanni Guareschi, e più recentemente sono usciti due volumi che hanno riadattato le storie per richiamarsi più strettamente ai celebri film “Don Camillo” e “Il ritorno di Don Camillo”. In mostra le tavole di uno degli episodi più celebri, quello della Via Crucis. Un’altra importante biografia a fumetti è quella, ancora inedita in Italia, ispirata alla vita di Orson Welles e disegnata da Alberto Locatelli, autore dell’inedito manifesto della mostra Fumetto Film Fest.
L’ultima parte della mostra tocca invece una serie di spunti che legano Fumetto, Cinema e Televisione: gli omaggi al Cinema presenti nelle storie di Dylan Dog, le opere di Milo Manara ispirate a Federico Fellini, le celebri Grandi Parodie Disney, che più di una volta si sono ispirate a classici del cinema, da “Casablanca” a “La strada” e il mondo degli adattamenti a fumetti di popolari serie televisive, un filone particolarmente in voga negli anni Cinquanta-Sessanta, come l’adattamento di Rin Tin Tin disegnato da Carlo Raffaele Marcello, in mostra con una tavola originale, e una selezione delle più interessanti e curiose pubblicazioni che legano Televisione e Fumetto, come gli albi a fumetti dedicati a Cicco & Franco e a Pappagone, personaggio interpretato da Peppino De Filippo. In mostra inoltre statuette ispirate a cinecomics vecchi e nuovi, inedite creazioni LEGO e clip video. La mostra è realizzata da WOW Spazio Fumetto, Fondazione Franco Fossati, curata da Luca Bertuzzi. Nel corso della mostra saranno organizzati eventi legati al mondo del Fumetto, del Cinema e della Televisione.
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