La guerra non accenna a fermarsi: l’esplosione del ponte di Kerch ha scatenato la reazione di Vladimir Putin. Eppure l’Unione europea cosa fa? Nulla per Toni Capuozzo, che definisce “questa guerra il più fragoroso fallimento dell’Europa”. Ospite dell’incontro “Pace e guerra. Costruire un’alternativa possibile”, il primo dei quattro appuntamenti promossi dall’Università di Pisa, il giornalista ricorda che Papa Francesco è “l’unico che parla di pace in questo momento, mentre nell’Unione europea si parla solo di fornire armi all’Ucraina e di sanzioni alla Russia”. Era stato proprio il Pontefice a bacchettare l’uno e l’altro schieramento: Putin affinché deponesse le armi e Zelensky affinché pensasse a una trattativa.
E proprio in questo scenario, Domenico Quirico si dice preoccupato. Presente anche lui all’appuntamento, la firma della Stampa afferma che “il presidente russo non considera l’atomica un deterrente ma un’arma normale per proteggersi, anche fisicamente”. A rendere tutto più complicato “il fatto che Biden e una parte della società americana stanno usando il popolo ucraino per eliminare Putin dalla scena internazionale”. Da qui l’accusa tutt’altro che velata: “Il problema centrale di questa guerra è l’ipocrisia“.
Dello stesso parere Enza Pellecchia, direttrice del Centro interdisciplinare di scienze per la pace di Unipi. Parlando in generale Pellecchia definisce “intollerabile” e “irrazionale” continuare ad “affidare la sicurezza e il mantenimento della pace ad armi di distruzione di massa come le armi nucleari. Oggi se ne parla molto, ma da decenni viviamo sotto la minaccia nucleare”. La soluzione per tutti è una sola: fare un passo indietro e ragionare su un eventuale accordo con Mosca.
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