La mia “risposta ignorante” al sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

Milano
Riguardo ai divieti di accesso in area B, per cui non vi sarà alcuna deroga neppure per le Forze dell’Ordine, pubblichiamo la risposta  al sindaco Sala del Cav. Gaetano Insinna, Presidente del SIM Guardia di Finanza.
Pregiato sindaco,
per quanto riguarda i divieti di accesso nell’Area B, nella mia qualità di piccolo cittadino in divisa, ritengo che si può prendere a compagna la fantasia, ma si deve avere a guida la ragione.
Ho avuto modo di leggere alcuni articoli che riportano le sue dichiarazioni circa il fatto che non ci saranno deroghe per gli appartenenti alle forze dell’ordine, i servitori dello Stato che, evidentemente, “non sono una categoria diversa da tante altre”.
Personalmente non mi sento migliore o peggiore di qualsiasi cittadino milanese, ma, sinceramente, non penso di essere un privilegiato se affermo che: il mio accesso nel Comune di Milano avviene per motivi di servizio strettamente connessi alla sicurezza personale ed economica dei cittadini.
A mio modesto avviso, lei e la sua Giunta avete un concetto della sicurezza un po’ diverso da quello delle forze dell’ordine. Rilevo che proprio da quando lei è stato eletto, i dati confermano che Milano, purtroppo, è la città italiana con il più alto indice di criminalità. Infatti, è la prima in classifica per i furti, la seconda per le rapine e gli scippi, la terza per il numero delle associazioni a delinquere e la settima per le violenze sessuali.
La mia compagine sindacale non è interessata a scontrarsi con le scelte intraprese da lei e dalla sua Giunta, ma si sforza di far comprendere a tutti che l’adozione di questo ulteriore provvedimento si riverbererà negativamente anche sulla già grave situazione economica dei cittadini, delle imprese e delle piccole attività commerciali. Presto, grazie all’esorbitante aumento delle bollette, all’inflazione galoppante e al generale aumento del costo della vita, Milano assisterà alla desertificazione delle attività che la rendono importante e viva.
Gli esercizi commerciali chiuderanno uno dopo l’altro, le insegne si spegneranno ed il buio accrescerà l’intraprendenza della piccola e media criminalità. Le periferie esploderanno ed anche il centro sarà esposto alle intemperie della delinquenza senza controllo.
Pregiato sindaco, se veramente pensa che la motivazione degli appartenenti alle forze dell’ordine, costretti a pagare per lavorare, aumenterà, auguri per la scelta e perdoni la mia limitatezza culturale. Una limitatezza connessa alle angustie economiche che, al momento, non mi permettono di comprare una nuova autovettura per raggiungere la sede di servizio.
Poiché la saggezza è quel patrimonio morale costituito dall’uso sapiente delle conoscenze acquisite, ben amalgamate dalla ragionata riflessione, il tutto servito con un contorno di giusta coerenza, mi permetto di evidenziare che per noi, servitori dello Stato, anche il semplice cambiamento di sede, il matrimonio di un figlio o il sopraggiungere di qualsiasi accidente o malattia, possono influire grandemente sulle condizioni economiche, particolarmente qualora il coniuge non lavori.
Capisco che nel particolare momento storico la nostra condizione economica potrebbe rivelarsi ininfluente ai fini delle sue illuminate determinazioni, ma noi abbiamo la necessità di ridimensionare ulteriormente le spese rispetto ai suoi sogni di gloria, ergo, l’acquisto di una nuova autovettura, evidentemente necessaria per dare un senso alla sua svolta ecologista, soprattutto quando in Italia si stanno riaprendo le centrali a carbone, è l’ultimo dei nostri pensieri. Prenderemo i mezzi pubblici e intraprenderemo i servizi “urgenti” o “inaspettati” quando si potrà, cercando di adempiere al nostro dovere nel miglior modo possibile.
Pregiato sindaco, le nostre compagini sindacali le hanno manifestato tutte le problematiche concernenti il servizio e, per quanto riguarda la coerenza, mi permetto di riportare la seguente definizione tratta da un famoso dizionario della lingua italiana: “costanza logica o affettiva nel pensiero e nelle azioni”. Da ciò, se non ho compreso male, consegue che è coerente chi, in stretta osservanza e nel rispetto delle proprie idee, agisce conformemente alle stesse.
Alla luce dell’assunto le chiedo: perché più di una voce, certamente malevola, sostiene che sarebbero stati derogati dalla sua amministrazione molti mezzi pubblici che dovrebbero essere banditi dall’Area B? In particolare, si tratterebbe di: 350 bus Atm diesel euro 3; altri 300 tra diesel euro 4 e 5 ed un centinaio di mezzi Amsa per la pulizia delle strade.
Qualora l’asserzione fosse falsa mi dichiaro pronto a chiederle scusa pubblicamente, ma se fosse vera si dovrà convenire che la S.V. “predica bene e razzola male”. Spero perdonerà la mia poca fede nei suoi buoni propositi, ma il dubbio meriterebbe una risposta esaustiva e coerente.
Io vorrei fidarmi di lei, ma, purtroppo, l’epoca che stiamo vivendo sta disabituandoci alla verità, tutto ci viene propinato all’insegna dell’apparenza ingannatrice e della notizia disinformante allineata al ragguaglio di parte. Se si deve essere severi con i cittadini e inflessibili con le forze dell’ordine, a mio modesto avviso, non si può permettere ai mezzi pubblici di inquinare e alla società a2a, di cui il Comune è azionista, di accendere le centrali a carbone, in Friuli e in Sicilia.
Francamente non mi aspetto nulla da un sindaco che premia sempre gli immigrati assegnando sei case popolari su dieci agli stranieri. Non mi piace il suo slogan “prima gli immigrati” e, a tal proposito, rilevo che avete assegnato 207 case popolari su 300 agli stranieri.
Per quanto irrilevante, le confesso che non mi piacciono i sui discorsi, soprattutto quello dal parco del Pride e non trovo educativa la scelta di insegnare a scuola la cultura rom.
Sindaco, scusi, quale sarebbe la cultura rom?
Beh, se rubare le auto, sfilare i portafogli nelle metropolitane e occupare le case è una diversa forma culturale che il mio intelletto non afferra, allora è giusto insegnarla a scuola!
Anche se il riconoscimento sincero delle altrui qualità potrebbe sembrare estraneo al mio dire e, certamente, inutile all’accrescimento della sua valentia, le riconosco la coerenza con la quale si disinteressa dei problemi che sovrastano i cittadini milanesi e si premura di procurargliene altri.
Francamente non so che farmene dei bei discorsi sulla sicurezza, né di quelli riferiti all’asserito arrivo di 250 agenti in più sulle nostre strade (tra Polizia di Stato e Carabinieri), se poi questi Colleghi, di fatto, non potranno entrare a Milano.
Pregiato sindaco, perdoni la domanda impertinente: gliele fornirà lei le auto elettriche o le euro 6 ai Colleghi in arrivo?
Crede davvero di aver affrontato il tema della sicurezza con razionalità? Ormai Milano è una cloaca a cielo aperto e le sue chiacchiere sono solo fumo. Si faccia una bella passeggiata notturna e solitaria nei pressi della Stazione Centrale e ci racconti l’effetto che fa!
Per i cittadini e per noi che osserviamo la realtà, senza rolex e senza scorta, Milano è una città che fa paura. Non manca giorno dove qualcuno non venga picchiato, molestato, stuprato o assassinato, qualche banca o qualche negozio rapinati, qualche auto rubata e qualche casa svaligiata.
Eh si, pregiato sindaco, Milano fa paura! La paura che non fa prendere i mezzi pubblici o la metropolitana dopo le nove di sera, quella che non fa uscire i cittadini di notte, quella che li costringe a circolare su automobili con la sicura sempre bloccata, quella che riduce il prelievo agli sportelli bancomat per non correre rischi o avere sorprese, quella che rifornisce di telefonini i figli per renderli reperibili, quella chi li rende circospetti e dubbiosi quando qualcuno si avvicina, magari per chiedere una semplice informazione.
Questa è la sua Milano sindaco, altro che Area B, C, D, E, F, G! Il luogo pubblico è percepito come il luogo del pericolo, il sociale collassa mentre aumenta la sfiducia verso le Istituzioni comunali, regionali e nazionali. Mentre si sviluppano nuovi egoismi, solitudini, diffidenze e sospetti.
Si è mai chiesto perché gli appartenenti alle forze dell’ordine cercano di abbandonare Milano il prima possibile e non ambiscono a trasferirvisi? Io credo che invece di cercare l’alba dentro l’imbrunire dell’eclatante fallimento green, senza energia elettrica e gas, qualche riflessione bisognerà pur farla, almeno per non finire prigionieri delle nostre gabbie mentali. Ricordo che un tempo, alla fine del corso, si era felici solo per aver letto di essere stati assegnati qui, nella grande Milano, un miraggio per molti ragazzi ventenni. La Milano sempre accesa e viva, la città che ti permetteva di fare progetti e di sognare, la città delle mille vetrine e dell’eleganza, la città puntuale, precisa e pulita, la città che non dormiva mai, la città aperta allo studio, alla cultura e al mondo. La città votata all’eccellenza oggi ha perso il suo sorriso e noi con essa.
Pregiato sindaco, se fossi in lei non mi esalterei per la scarsa considerazione tributata alle nostre proposte sindacali. Vada avanti, continui così! Chiuda tutto e tutti, ma si premuri di non chiederci nulla di straordinario, anche perché le nostre compagini hanno sufficienti e fondati motivi per non fidarsi di lei e della sua Giunta. Il solco scavato è sempre più profondo e ognuno percorrerà la propria solitudine.
Faccia ciò che vuole, risparmiandoci sermoni e propaganda. Purtroppo, o per fortuna, siamo ancora capaci di cogliere l’essenziale in un discorso che cela verità adombrate ai cittadini, bagaglio concettuale pregno di regole e significati sottintesi che perdono vigore dissolvendosi nell’inquietudine dell’oggi, tra i silenzi e le risposte provvisorie alle tante domande di chi rischia ed è cosciente di vivere in una città fuori luogo.
Quale senso dobbiamo dare ai consigli marginali rispetto alla lettura del tragico presente che ci opprime e picchia duro? Quale consiglio risolve la tragedia di questo tempo sconnesso che riflette l’immagine della sproporzione tra l’utopico e il reale?
Partendo dal bavaglio che si vorrebbe imporre alle Forze dell’Ordine, quali altri sistemi di sicurezza bisognerà mettere a punto per impedire e reprimere il disordine, le irregolarità, le illegalità e le delinquenze? Siete davvero convinti che basterà il nostro silenzio?
Se fossi in lei, al pari delle considerazioni fatte sui consigli di Gabrielli, francamente, non mi preoccuperei troppo e non mi impegnerei più di tanto per stroncare l’uscita inopportuna di qualche Poliziotto, Carabiniere o Finanziere che si dispera per la morte in servizio del Collega, o s’indigna per tutto ciò che vanifica il suo diuturno impegno finalizzato a garantire la sicurezza dei cittadini, dei politici, dei magistrati e dello Stato. Cercherei di adoperarmi per far comprendere a tutti che occorre ristabilire l’equilibrio economico e sociale della Patria e della città che amo, città che vorrei migliore di com’è ridotta adesso.
Filosoficamente parlando alla Foucualt, ci sarà un momento in cui la popolazione romperà tutti i legami di obbedienza, cioè di quel principio che la ragion di Stato aveva posto come fondamentale per il proprio esistere: «Avrà effettivamente il diritto, non in termini giuridici, ma in forma di diritti essenziali e fondamentali, di rompere tutti i legami di obbedienza che ha potuto avere con lo Stato e, ergendosi contro di esso, potrà dirgli: è la mia legge.» Sarà: «il diritto alla rivoluzione».
Credo che a quel punto le forze dell’ordine, indipendentemente dai bavagli e dalla buona volontà, potranno fare assai poco per proteggere tutto e tutti.
Pregiato sindaco, osservata la scarsa considerazione per il nostro servire e la manifesta indisponibilità ad accogliere le nostre proposte sindacali, spegnendo ogni aspettativa, le ricordo che “Il primo dovere di chi sta in alto è dar il buon esempio a chi sta in basso.” D’Azeglio.
Buona fortuna.
Cav. Gaetano Insinna,
Presidente del SIM Guardia di Finanza

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