l risultato delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e, soprattutto, il fatto che potesse rendere possibile in Italia la formazione di un governo determinato dalle sole scelte di voto di tutti gli italiani è stato certamente oggetto di una generalizzata e viva aspettativa da parte dei cittadini-elettori italiani. Ciò principalmente per tre specifici motivi.
Il primo, il reiterato succedersi, nel corso dell’ultimo decennio in Italia, di governi cosiddetti “tecnici” e/o “del Presidente”, vale a dire scaturiti da scelte conseguenti l’identificazione di Presidenti del Consiglio e di connesse maggioranze parlamentari operate d’iniziativa del Capo dello Stato; il che, se pur “tecnicamente” non in conflitto con l’assetto costituzionale sancito per l’Italia quale repubblica parlamentare, nei fatti era in contrasto con il concetto di esclusiva sovranità popolare, pure sancito dalla Costituzione!
Il secondo, quale nei fatti conseguente al primo di cui qui sopra, l’avvenuta ed a lungo protrattasi permanenza al governo di rappresentanti di partiti politici usciti sconfitti alle relative elezioni politiche, in particolare del Partito Democratico, così in Italia, nei fatti, trasformatosi da partito “al governo” a partito “di governo”; il che di certo indiscutibilmente contrasta, giuridicamente, con l’essenza stessa di una repubblica parlamentare, poiché connotato tipico dei sistemi istituzionali totalitari!
Il terzo, il più semplice ed immediato, in quanto conseguente alla contingenza temporale, dettato dalla necessità pressante di poter dare una adeguata e tempestiva risposta all’assai elevato rischio di una gravissima crisi economica, coinvolgente una vastissima parte della popolazione del Paese; conseguente all’intervenuto rialzo a livelli materialmente insostenibili dei costi dell’energia, così come del costo generale della vita, in un serio contesto d’inflazione monetaria strettamente connesso con la “guerra” ed i seguiti della pandemia.
Una delle connotazioni più buffe delle ricorrenti esibizioni di una sorta di “circo della politica” in Italia durante la campagna elettorale dell’estate 2022 ha riguardato, nel particolare, l’imperterrito richiamare, da parte della “Sinistra”, di una chiamata di correo della “Destra” nella “imperdonabile colpa” di aver fatto cadere il “Governo-Draghi”. Fatto questo, comunque riguardante un passato irripetibile e quindi di per sé del tutto irrilevante per una campagna elettorale, che, per definizione, può riguardare solamente un futuro.
Questo ancora una volta a conferma della distanza ormai siderale tra il Paese reale e le beghe dei partiti politici italiani che molto spesso si parlano soltanto addosso tra loro stessi, in pratica quasi totalmente incuranti di dar voce alle necessità ed ai problemi concreti dei cittadini-elettori, in quanto primariamente miranti solo alla precipua conquista e mantenimento del potere politico per sé stessi. I politici italiani paiono non capire che ai cittadini-elettori importa poco o nulla delle loro problematiche relazionali, che appaiono solo come dei meri pretesti per distrarre l’attenzione dai molti ed irrisolti problemi della società italiana.
Senza dubbio, il personale prestigio internazionale che il Prof. Mario Draghi, in virtù delle sue proprie elevate capacità professionali esplicate negli anni in tutto il mondo si è ampiamente da sé guadagnato, hanno dato un rilevante contribuito al prestigio del Paese Italia, sia nel più vasto contesto internazionale, che nell’ambito esclusivo dell’Unione Europea, durante tutto il periodo di durata del suo Governo in Italia. Ciò detto, non si può comunque dimenticare che il “Governo-Draghi” ha rappresentato, nel sistema istituzionale della repubblica parlamentare italiana, come in sua origine concepito, certo una anomalia tecnica assolutamente temporanea, destinato a terminare in ogni caso ed indipendentemente dal suo specifico operato, con la fine della legislatura e, quindi, solo pochi mesi dopo la data del 25 settembre ,2022, quale fissata per le elezioni anticipate.
Come qui in inizio richiamato, negli ultimi dieci anni della recente storia della Repubblica Italiana, altri ben sei governi cosiddetti “tecnici” e/o “del Presidente”, vale a dire basati su delle maggioranze parlamentari individuate dall’iniziativa del Capo dello Stato e non come risultato diretto del voto dei cittadini-elettori, hanno preceduto il “Governo-Draghi”. Tali precostituite maggioranze parlamentari a supporto di tali suddetti “governi del Presidente” e/o “tecnici” hanno incluso partiti politici non certo usciti vincitori dalle relative elezioni politiche parlamentari, fatto questo oggettivamente anomalo in una democrazia occidentale, quale i cittadini-elettori italiani comunemente pensano che sia anche l’Italia … ed avendo invece così l’impressione, certo non gradevole, di esser figli di un dio minore!
Nel caso specifico, il “Governo-Draghi”, poiché governo tecnico di scopo, instaurato ad inizio del 2021 per la soluzione di due specifiche problematiche emergenziali, una la risolutiva azione di contrasto alla pandemia, l’altra la messa in sicurezza per l’Italia dei cosiddetti fondi europei del PNRR, eccezionalmente godette di una maggioranza parlamentare molto ampia e disomogenea, cosiddetta di unità nazionale, in virtù del preponderante interesse nazionale insito nei due specifici suddetti compiti ad esso affidati. In breve, una situazione di temporanea convivenza all’interno dello stesso esecutivo di partiti politici normalmente con indirizzi opposti ed in conflitto tra loro. E il conflitto, nei fatti intervenuti, è esploso anzitempo, cioè prima della scadenza della legislatura e con la conseguente terminazione anticipata del “Governo-Draghi” stesso.
Poiché purtroppo, in Italia, i partiti politici si sono nei fatti appropriati del Parlamento nella interezza dei suoi membri eletti, era un fatto pressoché inevitabile che, prima o poi, nel perdurare del percorso di tale “Governo-Draghi” una siffatta maggioranza assai eterogenea non avrebbe retto le continue e contrastanti richieste avanzate a Draghi da alcuni dei più rappresentati partiti nel Parlamento italiano. Tal fatto s’è acuito nel corso dell’espletamento dei due specifici mandati conferiti in origine a tale Governo, per il semplice motivo che contestualmente sono intervenuti -non previsti- degli eventi che hanno stravolto il quadro complessivo di riferimento dell’azione di tale Governo in Italia: la “guerra” ed il correlato aggravarsi, molto seriamente, del complessivo stato dell’economia italiana e dei rischi di una eccezionale crisi ad esso connessi.
Il Prof. Mario Draghi non ha mai fatto mistero egli stesso, in pubbliche occasioni, di non esser interessato a prender parte attiva personalmente nel qui suddetto “circo dei partiti politici italiani”. Coerentemente quindi, nel venir meno nei fatti materiali della piena compattezza della larga maggioranza parlamentare, su cui era in origine basato il suo governo, ha molto correttamente provveduto a rassegnare nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni, per semplice impossibilità tecnica a proseguire nell’incarico, quale in origine conferitogli.
La canea scatenata nel “circo” al semplice primo annuncio delle ferme intenzioni di Draghi a dimettersi ha di certo contribuito ed in modo decisivo, a confermare il convincimento a dimettersi da parte del Prof. Mario Draghi (come peraltro palese a qualunque osservatore attento ed onesto dei comportamenti del Premier).
Ma è mai possibile, si son chiesti i cittadini-elettori italiani durante l’estate 2022, che i partiti politici italiani abbiano continuato imperterriti nello svolgersi della campagna elettorale a parlare delle “colpe” nella caduta del “Governo-Draghi” quasi più che a concentrarsi invece su specifiche e semplici proposte programmatiche per dare risposta ai gravi interrogativi, specie economici, che assillano gli italiani? Ciò è il portato dell’assai serio stato di “impasse” dell’intero sistema politico-istituzionale oggi in Italia!
E, anche a seguito dell’ esito elettorale, non sarà nei fatti certamente facile che il Paese si possa avviare a superare tale “impasse”, con debita gradualità e fermezza decisionale di governo e di un connesso, necessario, molto ampio consenso popolare.
Il grande interrogativo che si pongono infatti gli italiani per l’autunno 2022 riguarda il “come” il nuovo governo uscito dalle elezioni anticipate del 25 settembre, 2022 si possa proporre ai cittadini-elettori, non solo per le soluzioni concrete proposte per far fronte ad alcune delle problematiche più urgenti, ma per la materiale capacità di riuscire ad attuarle, stanti i gravissimi impedimenti alla pratica azione esecutiva del governo, che sono da tempo insiti nel complessivo sistema istituzionale italiano. Con il progressivo degrado autoreferenziale della classe politica in Italia si è, in parallelo, andato vieppiù articolando uno smisurato e pervasivo apparato burocratico, oramai causa primaria dello stato di quasi-paralisi del funzionamento operativo dello Stato.
Questo fatto specifico potrebbe esser causa di necessari mutamenti nell’attuazione dei programmi esposti in campagna elettorale, che solo in parte non preponderante ( specie per la “Sinistra” rispetto alla “Destra” ) si sono articolati anche su priorità di intervento nell’ormai ipertrofica struttura degli apparati operativi dello Stato, che si suppongono essere al servizio del cittadino. Purtroppo, nei fatti reali, la burocrazia in Italia richiede sempre più il dispendioso intervento operativo diretto da parte dei singoli cittadini ed a molteplici livelli dell’autonomia gestionale pubblica, vale a dire di comuni, provincie e regioni, in un farraginoso groviglio di competenze plurime e sovrapposte e pure nella confusione generata da un decisamente ipertrofico corpo di leggi, decreti ed annessi regolamenti attuativi, questi ultimi spesso neppure ancor emanati dai ministeri di competenza…
Sulla scorta delle considerazioni sin qui fatte e delle straordinarie rappresentazioni effettuate dal “circo della politica” nel corso della campagna elettorale anticipata in Italia nell’estate 2022, di certo i cittadini-elettori italiani ( che già si sentono, come detto, figli di un dio “democraticamente” minore ) si chiedono come faranno i nuovi membri eletti del Parlamento, dopo aver pure necessariamente ottemperato a tutte le complicate e barocche liturgie costituzionali di stretta competenza del Presidente della Repubblica, finalmente a dar vita ad un nuovo governo realmente in grado, nel pieno dei suoi compiti e poteri, di risolvere gli interrogativi incombenti sul Paese.
In un quadro siffatto, anche se, per certo, il nuovo governo italiano nell’autunno del 2022 sarà in ultima analisi il frutto di un voto popolare democratico, nel profondo sentire degli italiani non verrà ancora percepito come direttamente scelto dai cittadini-elettori. Il vigente assetto costituzionale in Italia, nella realtà dei fatti, non lo consente, in conseguenza dell’intervenuta appropriazione del Parlamento da parte della “partitocrazia”, il che nell’oggi, materialmente, in pratica, impedisce pure un’eventuale modifica dell’attuale Costituzione Italiana da parlamentare a presidenziale. E tale situazione, oggettivamente, permane anche dopo le elezioni politiche della passata estate 2022!
Per una reale ed efficace rappresentanza dei cittadini-elettori nell’Italia di oggi non basta più infatti eleggere un nuovo parlamento, ma bisognerebbe potere prima modificare radicalmente le modalità di elezione dei suoi membri; attualmente, inoltre, cervelloticamente massicciamente decurtati numericamente, così andando ad ulteriormente diminuire la possibilità di una effettiva e reale rappresentanza di tutte le popolazioni dei territori della Repubblica.
E l’unico modo concreto per percorrere questa strada pare essere rappresentato dall’introduzione in Italia di una totalmente nuova Carta Costituzionale, tale da consentire al Paese di divenire una pienamente compiuta democrazia di tipo occidentale, definitivamente così depurandosi di tutte le scorie ereditate dai totalitarismi del secolo scorso e dando alla Repubblica Italiana una rinnovata e consolidata esistenza, sulla base di valori pienamente e serenamente condivisi da tutti i suoi cittadini!
Di Antonio Belloni
autore di “CHE ESTATE! E MO, CHE FACCIAMO?”, pamphlet d’attualità storico -politica italiana, edito da BookSprintEdizioni nel mese di settembre 2022.
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