Ma anche Torino, Roma e Bologna seguono a ruota…
Gli eco-inquinatori colpiscono ancora: nottetempo a Torino sgonfiano le gomme di una intera via nel quartiere Crocetta, scegliendo suv e modelli da una certa cilindrata in su: chi l’avrà poi deciso non si sa, forse avranno avuto una commissione interna, forse vanno solo a simpatie automobilistiche. Non paghi, accompagnano il loro passaggio con un biglietto: «Sappiamo che ti arrabbierai, ma non metterla sul personale: non sei tu, è la tua macchina». Commentano i malcapitati che dovevano andare a lavorare, a portare i figli a scuola o un parente all’ospedale, per gli esami: se li becco, li riempio di mazzate poi gli dico: non metterla sul personale, non sei tu ma chi ti sta dietro.
Già, chi li finanzia questi cialtroni che bloccano il raccordo anulare (originando nubi tossiche da gas di scarico degne di Pechino e Mexico city), tirano la zuppa sul vetro di un capolavoro inestimabile come i Girasoli di Van Gogh, si appiccicano con la colla ad altre opere nei musei di tutta Europa e sgonfiano le gomme? Sappiamo che a foraggiarli, alla faccia del pauperismo “dal basso”, no petrolio, no risorse, torniamo alla società preindustriale, sono alcuni milionari “visionari” come Dale Vince, Alieen Getty, della famosa famigliola, o come il mega finanziere Soros; mentre la stessa Unione Europea li vede di buon occhio.
Visionari per modo i dire: sanno benissimo cosa fanno e perché, Vince ha una società chiamata Ecotricity, la Getty alimenta un fondo catastrofistico, Climate Emergency Fund, sono i nuovi gnomi della finanza “verde” che si fiondano tutti sulla truffa fantastica, e fantastiliarda, della transizione ecologica, qualcosa che agevola immensamente i ricchi e distrugge i poveri, come a Milano dove il cosiddetto sindaco manager Sala (diffidare sempre di categorie come i manager, i tecnici e i virologi) impedisce, tramite una sua oscura ex bibliotecaria di quartiere, l’accesso a seicentomila auto in città rendendo impossibile vivere e agire a circa due milioni di abitanti e frequentatori della metropoli.
Sul presupposto delirante per cui “Milano si merita l’aria pura”. Milano non risulta avere mai avuto aria purissima freschissima lievissima dai tempi di Bonvesin de la Riva, essendo non una località montana ma la capitale industriale del paese; comunque sia, forse Sala nei ’70 non ci viveva, altrimenti potrebbe ricordare benissimo che, rispetto ad allora, la tecnica e il senso di responsabilità hanno reso l’aria metropolitana assai meno irrespirabile. Ma è un visionario anche lui e dice: a me non me ne frega niente, chi ha l’auto elettrica bene, gli altri si attaccano comprese forze dell’ordine, sanitari e perfino, ironicamente, i tramvieri che non possono raggiungere il deposito Atm di via Teodosio o via Novara o via Messina. Ma che bella transizione, madama dorè. «Non prenderla sul personale». Ah no?
Questi imbecilli non hanno curriculum, non hanno mai fatto niente altro che gli inquinatori ambientali e mai altro faranno, auspicabilmente perché buoni a nulla. Però vengono mantenuti con la fandonia gretina di “salvare il pianeta”. Poi, quando li fermano, fanno le boccacce come i Maneskin. C’è una cosa però che allarma più di questi disadattati fannulloni: come fanno in cinque, dieci o quanti sono, a sgonfiare le gomme di una strada intera senza che nessuno li intercetti? Siamo pieni di telecamere, di droni, di app, di sistemi spioni, ma, stringi stringi, qui chiunque fa quello che vuole. I risultati si vedono, Milano ha statistiche criminali degne di Chicago, una aggressione ogni 13 ore, Torino, Roma, Bologna e le altre città (quasi tutte governate dalla sinistra tollerante) non ci vanno lontano, in provincia meglio non parlarne. E questi, alla fine, sono semplici ecobalordi, fastidiosi, ma niente di più. Ma se si svegliano le cellule islamiste o i terrorismi nostrani, chi li tiene?
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