In Lombardia su quasi 7 milioni di veicoli circolanti solo lo 0,4% è elettrico e, per quanto riguarda le nuove immatricolazioni, i modelli elettrici riguardano il 5,4%, quelli a benzina il 46%, gli ibridi il 35% e quelli a gasolio il 13%. Sono i dati presentati questa mattina da CNA Lombardia relativi allo studio ‘La filiera dell’Automotive in Lombardia’, realizzata grazie alla collaborazione con il Centro Studi Sintesi, nel corso della conferenza stampa dal tema ‘La strada diventa Green – Automotive motore del cambiamento? La filiera del comparto in Lombardia: analisi, prospettive e soluzioni’, presso la sede milanese dell’associazione. “Il comparto automotive vede 13.020 imprese attive in Lombardia con oltre 55mila addetti e un valore aggiunto generato dalla filiera lombarda sopra i 3,6 miliardi di euro. Siamo favorevoli alla transizione ecologica, ma è irrazionale puntare quasi esclusivamente sulla tecnologia elettrica. Costi sociali ed economici forse di gran lunga superiori ai benefici in termini di sostenibilità. – dichiara il presidente di CNA Lombardia, Giovanni Bozzini – Dal 2035 anche in Lombardia vi sarà la messa al bando relativa alla vendita delle automobili e dei furgoni endotermici tradizionali: secondo il pacchetto ‘Fit for 55 approvato dal Parlamento Europeo, non si potranno infatti più acquistare auto con motore endotermico. Una decisione che mette in estremo allarme l’intero comparto dell’Automotive regionale. I dati che abbiamo elaborato insieme al Centro Studi Sintesi ci raccontano una filiera capillarmente distribuita sul territorio. All’allarme lanciato giustamente dagli industriali del settore si aggiunge il nostro grido di allarme, che intende parlare a nome di tutta la filiera, industriale, artigiana e di servizio alla comunità. Abbiamo finalmente ‘spacchettato’ la rappresentazione della filiera in tutte le sue componenti: dalla fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche a quella dei sedili, dalla riparazione delle parti meccaniche alla manutenzione delle parti elettriche, dalla sostituzione degli pneumatici alla riparazione delle carrozzerie fino ai centri di revisione. Parliamo di un settore che ogni giorno vede circolare quasi 7 milioni di autoveicoli nella sola Lombardia e può vantare un valore aggiunto pari a oltre 3,6 miliardi di euro in tutte le sue componenti (produzione, commercio, riparazione, manutenzione, carrozzerie). L’Automotive lombardo dà lavoro a più di 50 mila persone”. Dei circa 6,2 milioni di autovetture circolanti in Lombardia a fine 2021, oltre la metà è alimentata a benzina (54,5%): si tratta di una quota più elevata rispetto alla media nazionale (44,7%). Oltre un terzo delle autovetture (34,5%) è invece alimentato a gasolio, a fronte di una quota del 42,9% nell’intero paese, spiega la ricerca. Le cosiddette autovetture con alimentazione ecologica (gpl, metano, elettriche e ibride) sono in costante aumento e rappresentano oggi il restante 11% delle autovetture circolanti in Lombardia (12% a livello nazionale): nel 2015 erano meno del 7% del parco circolante. Inoltre la distribuzione per categoria euro delle autovetture circolanti in Lombardia alla fine del 2021 mostra come oltre la metà siano classificate euro 5 (20%) e euro 6 (36%). Rispetto al 2015 è evidente l’azione di sostituzione ad opera dell’euro 6, diventato obbligatorio in quell’anno per tutte le vetture di nuova immatricolazione. Negli anni si è assistito ad una riduzione della quota degli standard inferiori, ma soprattutto degli euro 4, 3 e 2. “Oggi l’elettrico in Lombardia rappresenta il 5,4% del totale delle immatricolazioni – spiega Stefano Binda, segretario di CNA Lombardia -. Un dato in costante crescita, ma che suggerisce qualche perplessità sul fatto di affidare ad una mobilità di fatto totalmente elettrica entro il 2035 il tema di una mobilità sostenibile. Siamo preoccupati che questa via non abbia successo, siamo preoccupati dei suoi costi e della capacità del sistema di ‘reggere’ ai volumi di elettricità da mettere a disposizione, anche alla luce delle dinamiche di prezzo di questi mesi.
Siamo inoltre preoccupati per gli impatti che una transizione ecologica esclusivamente incentrata sull’elettrico avrebbe sullo stato di salute del comparto automotive lombardo, sia in termini di competitività sia in termini di occupati. Su tutto, valgano i dati sulle immatricolazioni dei veicoli diesel: dal 47,6 per cento nel 2015 al 13 per cento nel 2021. Trasformare l’Europa in un grande mercato dell’elettrico ci sembra un’abdicazione al ruolo di ‘soggetto industriale’ che il nostro continente deve conservare, sia come produttore di innovazione e di ricerca sia come produttore di autoveicoli”. Tra le autovetture di prima iscrizione, al 31 dicembre 2021, prevalgono ancora quelle alimentate a benzina (46%), nonostante il calo dell’ultimo biennio; quasi il 13% di queste è a doppia alimentazione (benz./gpl e benz./metano). L’alimentazione a gasolio conta sempre meno, il 13% delle autovetture immatricolate nel corso del 2021. Sono invece in crescita le prime iscrizioni di auto ibride (34,9%) ed elettriche (5,4%). “Appare imprescindibile aprire una discussione politica non tanto sugli obiettivi di sostenibilità enunciati a livello comunitario, ma sulle modalità e sulle vie con cui raggiungerli – afferma Giovanni Bozzini -. Puntare solo sulla tecnologia elettrica appare irrazionale perché i costi sociali ed economici dell’operazione potrebbero superare di gran lunga i benefici in termini di sostenibilità. Naturalmente in cima ai pensieri di CNA Lombardia ci sono gli interessi del comparto e la sua transizione ecologica: ci vogliono, sì, incentivi, investimenti pubblici e politiche di formazione e accompagnamento alle nuove tecnologie sia per imprenditori sia per lavoratori, ma ci vuole anzitutto una forte flessibilità ideologica, un certo pragmatismo”. “Ci troviamo di fronte ad un vero problema, quello del cambiamento climatico – conclude Stefano Binda -. Noi non chiediamo di allentare la stretta sui fattori di inquinamento, tutt’altro. Riteniamo tuttavia che puntare di fatto quasi tutte le nostre fiches sull’elettrico non sia la risposta più efficiente. Usciamo dal dogmatismo tecnologico, ritroviamo il senso di una pluralità di fattori e di un mix di soluzioni vincenti in grado di rispondere a problemi complessi. I motori diesel di ultima generazione sono tra i meno inquinanti in base a test indipendenti i cui risultati sono noti. Questo significa che anche la tecnologia oggi percepita come la peggiore disponibile in realtà ha raggiunto standard oltremodo accettabili nella lotta all’inquinamento. Benzina, diesel, elettrico, metano, idrogeno, motorizzazioni pure o ibride. Tutto può partecipare alla nostra crociata per l’ambiente, che peraltro deve guardare al saldo complessivo delle emissioni nel ciclo di vita della singola tecnologia”.
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