Letizia Moratti si dimette e la sostituisce Guido Bertolaso, una sostituzione rapida con chi conosce perfettamente il tema ed è un ottimo pianificatore per problemi che potrebbero verificarsi.
Il vero sconquasso è a sinistra perché l’ottimo giudizio di Calenda sulla Moratti fa temere una sua candidatura con il Terzo Polo e, quindi, addio al “campo largo” auspicato come essenziale per vincere. Il commento di Majorino è chiaro “Adesso noi, abbiamo pochissime settimane: questi due, Fontana e Moratti, dobbiamo batterli. Non condivido le valutazioni positive già espresse sull’ex sindaco di Milano da Calenda (devo dirlo: coerente, sono giudizi che esprime da mesi) e l’ipotesi che il PD possa sostenere Letizia Moratti alle prossime elezioni regionali per me è semplicemente folle”. Lo dichiara l’europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino. “Con le dimissioni di Letizia Moratti la destra lombarda entra in una profonda crisi politica. Moratti se ne va denunciando problemi e omissioni della giunta e attaccando le misure del governo in materia sanitaria. – spiega Majorino – Una decisione che era nell’aria, arrivata anche tardi, che, per me, non cambia la sostanza delle cose. Detto questo serve recuperare il tempo perduto: programma radicale, alleanza ampia, un’alleanza la più larga possibile (senza veti), una persona scelta consultando i cittadini (le primarie son sempre lo strumento migliore) e che in poche settimane si consumi le suole”.
“Le dimissioni di Letizia Moratti e la nomina come assessore al Welfare di Guido Bertolaso sono due ottime notizie. Nel primo caso, finalmente viene fatta chiarezza su un quadro politico che, come denuncio da settimane, si era fatto imbarazzante. Inoltre, non sfugge a nessuno che proprio Bertolaso sia stato il vero protagonista della campagna vaccinale in Lombardia: un successo che porta la sua firma senza discussioni”. Lo dichiara Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo Misto nel Consiglio regionale della Lombardia. “Credo che le motivazioni con le quali Letizia Moratti giustifica la sua rottura -prosegue Viviana Beccalossi- siano al limite del pretestuoso, se è vero come è vero che ormai da mesi non avesse fatto mistero del suo desiderio, sia chiaro legittimo, di candidarsi alla presidenza della Regione. E’ evidente che non lo poteva fare continuando a picconare il presidente Fontana con cui sedeva in Giunta”. “Bene quindi -conclude Viviana Beccalossi- che il presidente abbia scelto con tempestività una figura come quella di Bertolaso per gestire una delle partite più delicate, quella della salute, per i cittadini lombardi”.