Le prime nebbie di questi giorni ci ricordano che sono praticamente uno stato d’animo. Non può esistere Milano senza nebbia d’inverno, come non può esistere Napoli senza il sole.
Nel corso dei secoli abbiamo imparato a ripararci in mura spesse più della nebbia e non è stato neanche così facile.
Sono questi i giorni dove si percepisce l’essenza delle nostre terre, dove è più facile il viaggio nel tempo, perché tutto si sospende in un eterno attendere, dove anche l’elettricità è impotente, ed i fari delle automobili falliscono nel loro compito.
Lo sapevano i Celti ed i Romani che vi si stabilirono mal volentieri e che sentivano chiamare marais, paludi, queste zone.
Il mare in quell’epoca non si era ancora del tutto ritirato verso la laguna veneta.
Lo sapevano bene anche i Longobardi che arrivando dal nord si son talmente ben adattati a questa pianura da lasciargli il loro nome.
Penso a cascine avvolte nel buio, a fuochi ristoratori, a camini che restituiscono calore, a bracieri che si consumano lenti quanto le stagioni.
Da piccolo attraversavo il buio delle notti d’inverno per andare a dormire al piano superiore, avvolto in uno strano cappotto di flanella.
Di quell’uscire notturno ricordo l’umidità che ti avvolgeva, le oche accovacciate e strette tra loro come i pinguini in Antartide, il buio ed il silenzio.
Giunto al piano primo mi sentivo accolto dal fuoco del camino ancora scoppiettante che si sarebbe spento a breve, ma che mi avrebbe scaldato tutta la notte.
Fuori la nebbia avvolgeva e cancellava tutto. Il lavoro degli uomini, lo scorrere dei secoli e le linee dei confini.
È strano vagare nella nebbia, ognuno è solo pur nella moltitudine, perché un albero non distingue il successivo.
La nebbia è uno stato d’animo, perché in fondo altro non è che l’ultimo rimasuglio di acqua che mai riuscirà a raggiungere il mare.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845