Buongiorno amici sportivi, siamo quindi alla conclusione delle ostilità causa mondiali. Una domenica che inaugura l’Inter, corsara sul campo dell’Atalanta, confermandosi squadra tutt’altro che derelitta, come vorrebbero far credere le 5 sconfitte finora patite. A rendere ancora più consolidata la fama di “pazza”, l’Inter mostra un tabellino di classifica in linea con la sua storica stramberia, uno zero nella casella dei pareggi alla 15 giornata, a significare che non ha mezze misure: o perde, o vince. E anche contro i dirimpettai nerazzurri di Gasperini, mantiene il cliché nonostante le sia toccato rimontare per la seconda volta consecutiva. Il derby padano è stato soprattutto questo: una partita con due squadre dagli evidenti pregi ma anche qualche difetto. Alla fine ha vinto quella più forte, o forse quella che sta meglio in questo momento. E l’andamento della partita, molto intensa e di alto livello tecnico, conferma questa sensazione, a partire proprio dalla forza di reazione della “pazza” dopo il gol di Lookman che porta avanti la Dea al 25′. Passano infatti poco più di 10 minuti, e l’Inter agguanta i bergamaschi con un altro gol sontuoso del bosniaco di Sarajevo, detto Dzeko. Il raddoppio al 56′, ancora lui, il “cigno” che fa doppietta. L’Atalanta, visibilmente scossa tanto da farsi male da sola e aggiungere al vantaggio interista un autogol con Palomino: su stacco di Lautaro che manca di un soffio l’impatto, finisce per deviare nella propria porta il pallone del 3-1 al 60′. E’ lo stesso Palomino poi, al 77′ a farsi perdonare almeno parzialmente, andando a incornare dietro Onana il pallone della speranza per il 2-3, ma il tentativo di completare la rimonta fallisce e il punteggio non cambia più. Non era facile per Inzaghi riprendere la retta via dopo la delusione di Torino, ma il tecnico piacentino non è tipo da alzare bandiera bianca facilmente, e con la forza si porta via tre punti da un campo complicato, dove è facile scivolare via. Dzeko, all’ennesima resurrezione della sua carriera, ancora sugli scudi, ma un po’ tutti giocano bene, dal centrocampo agli esterni. Ora i nerazzurri sono momentaneamente al secondo posto, insieme a Milan e Lazio: non male. In casa Atalanta invece c’è grosso rammarico, come se il treno buono fosse partito per sempre, ma la lunga sosta potrà consentire a Gasperini di ricucire gli strappi e restituire un senso alla stagione, magari con una qualificazione, se non in Champions, almeno in area Europa L.
Dopo questo gustoso antipasto, altre partite offrono spunti interessanti: E’ il caso di Roma-Torino, dove i giallorossi di Mourinho hanno l’occasione per andare in vantaggio con un calcio di rigore. Ma l’occasione diventa illusione quando l’arbitro Capuano rivede l’azione al VAR, e rileva su Ricci che l’apparente fallo non esiste in quanto il pallone lo tocca di testa prima della carambola sulla mano, e annulla quindi la decisione. Ma è proprio la Roma che cade al 55′: cross di Singo pennellato al centro e Linetty batte con un gran colpo di testa Rui Patricio. A scuotere i giallorossi, male anche nella seconda frazione, è il ritorno di Dybala che prende in mano la squadra e crea tantissime occasioni: prima si guadagna nel finale un rigore sbagliato inopinatamente da Belotti, poi colpisce una traversa clamorosa sulla cui ribattuta arriva l’altro subentrato Matic, che supera Milinkovic e firma l’1-1 finale. Un risultato ancora una volta negativo per Mourinho, espulso per proteste da Rapuano: la sua Roma non mostra niente e, al momento, non è all’altezza di lottare per grandi obiettivi.
Il Monza maltratta in casa la Salernitana (3-0) e mette altri 3 punti in cascina con la seconda vittoria consecutiva. Grande protagonista di giornata, uno scatenato Dany Mota Carvalho, autore di un assist di tacco per Carlos Augusto, del gol del 2-0 e abile a procurarsi il rigore del definitivo tris, che porta altresì all’espulsione di Candreva. Brianzoli a 16 punti, ora, a -1 proprio dalla squadra di Davide Nicola, praticamente mai in partita.
Spezia festante sotto il settore dei propri sostenitori al fischio finale. Al Bentegodi, contro il Verona, non è una vittoria normale: è un 2-1 ottenuto in rimonta, nonostante la voglia del Verona di risalire la china, nonostante l’iniziale vantaggio di Verdi, nonostante la sfortuna che poco prima dell’intervallo toglie di mezzo Dragowski (fuori in lacrime per un grave infortunio alla gamba destra: era stato appena convocato per i Mondiali). L’attore principale è Nzola: è lui, con la sua doppietta decisiva, a ribaltare in 17 minuti l’iniziale vantaggio messo a segno da Verdi. Un exploit che consente allo Spezia di ritrovare i tre punti in campionato dopo quasi due mesi e che suona quasi come una condanna per l’Hellas, al decimo ko di fila: la squadra di Bocchetti, sempre sconfitto da quando è stato promosso sulla panchina gialloblù al posto di Cioffi, è sempre più fanalino di coda del torneo e sempre più distante dalla quartultima posizione.
Il Milan saluta il 2022 con tre punti sudatissimi quanto preziosi. La squadra di Pioli batte 2-1 a San Siro una grande Fiorentina che viene beffata in pieno recupero da un autogol del proprio difensore Milenkovic, fino a quel momento attentissimo nel sorvegliare a vista gli attaccanti rossoneri. Milan che tira un sospiro di sollievo ritrovandosi a -8 dal Napoli. Alla squadra di Italiano i complimenti per aver disputato una partita maiuscola, provando e a tratti riuscendo ad imporre il proprio gioco al cospetto di un avversario solo sulla carta superiore. Ma l’inizio era scioccante: Leao fa subito gioire San Siro, sponda di Giroud a metà campo che libera la corsa del portoghese, e a tu per tu con Terracciano non sbaglia e sembra mettere subito la partita in discesa per il Milan, ma non è così. La Fiorentina non si scoraggia, gioca anche bene. La squadra di Italiano è padrona del campo nella prima frazione e irretisce il Milan che non riesce a costruire gioco. Ampiamente meritato dunque il pareggio viola intorno alla mezzora con il tiro di Barak che viene maldestramente sporcato da Thiaw. Al Milan in chiara fase confusionale serve il classico episodio per sbloccare la situazione, e questo puntualmente arriva al secondo minuto di recupero, quando già nel pubblico c’è chi inizia a sfollare, e altri a mettersi le mani in faccia sconsolati. Su un cross apparentemente innocuo di Aster Vranckx dalla destra, Terracciano esce a vuoto e Milenkovic completa il pasticcio infilando il pallone nella propria porta. Vane le proteste della Fiorentina per una presunta carica di Rebic sul portiere viola, il gol viene convalidato e il pubblico esplode incredulo nell’urlo liberatorio. Milan vincente ma sofferente, e non da oggi poco brillante, ma capace di sopperire con prodezze dei singoli. Ora a Pioli il compito di ricaricare le pile alla squadra nel lungo intervallo mundial.
In chiusura di giornata, a Torino si affrontano Juventus e Lazio. I bianconeri salutano il 2022 con la prestazione probabilmente migliore di tutto il girone d’andata. Una doppietta di Moise Kean al 43′ e al 54′, poi il tap-in di Milik al 90′ annichiliscono la Lazio di Maurizio Sarri, mai realmente pericolosa allo Stadium. In virtù di questo risultato, i ragazzi di Allegri sorpassano proprio i biancocelesti e salgono al terzo posto, a -2 dal Milan secondo. Sicuramente un risultato importante in ottica anno nuovo: mantengono la porta inviolata per altri 90 minuti (576 minuti totali per la coppia Szczesny-Perin) e trovano un minimo di continuità. Per la Lazio invece finisce subito il momento positivo: i biancocelesti tornano a conoscere la sconfitta dopo due turni fortunati e perdono anche l’imbattibilità in trasferta, che durava da 403 minuti. Le tante assenze hanno sicuramente penalizzato la banda di Sarri, che dovrà interrogarsi su quelle che dovranno essere le prossime mosse alla ripresa di Gennaio, per non rischiare di perdere la zona Europa.
E’ tutto per la 15a e per il 2022, cala ora il sipario sul campionato e sta per salire alla ribalta un mondiale anomalo, non tanto per il periodo quanto per il luogo che in effetti ha lo ha determinato, tipicamente equatoriale, e quindi non idoneo ad attività sportive per ragioni climatiche estreme .
Un cordiale saluto ai lettori ed un arrivederci sotto la Befana, quando scopriremo chi nei calzettoni e parastinchi ha ricevuto doni e gloria, e chi carbone e delusioni…