Al Memoriale della Shoah schede del censimento degli ebrei milanesi. Segre “L’antisemitismo è ancora Attuale”

Milano

Il 17 novembre 1938, con il Regio decreto Legge 17 novembre 1938 numero 1728 contenente i “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, iniziò ufficialmente la persecuzione generalizzata degli ebrei in Italia. Il primo atto ufficiale di discriminazione nei confronti dei cittadini ebrei residenti a Milano e la preparazione ufficiale delle successive persecuzioni fu, però, la compilazione dei fascicoli relativi al censimento degli ebrei, disposto dal regime fascista, per avere una reale consistenza numerica della presenza ebraica in Italia. Iniziò il 22 agosto del 1938, dopo le disposizioni generali inviate a tutti i prefetti del Regno, e fu gestita dalla Direzione generale della Demografia e razza (Demorazza) che la richiese a ogni singolo comune.

Alcuni anni fa, in un sotterraneo dell’Anagrafe del Comune di Milano, sono stati ritrovati e riportati alla luce e alla memoria i fascicoli del censimento degli ebrei milanesi – il cosiddetto Fondo Israelita. Un estratto di queste carte dal valore inestimabile (conservate stabilmente nella Cittadella degli Archivi), per iniziativa del Comune di Milano, sarà visibile e visitabile fino al prossimo 17 dicembre al Memoriale della Shoah di Milano, il binario 21 sotterraneo da dove gli ebrei milanesi partirono per i campi di sterminio. Tornarono in 44. Il Fondo Israeliti, come migliaia di altri documenti fondamentali della città, è conservato alla Cittadella degli Archivi dove ritornerà alla fine dicembre.

Oggi, 17 novembre, anniversario dell’approvazione del decreto destinato a divenire la legge “per la difesa della razza italiana”, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, la senatrice a vita Liliana Segre e il presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach hanno presentato l’esposizione dei documenti. Tra le 4mila schede di famiglia rinvenute e visibili oggi, circa 11.000 persone in totale, anche quella della famiglia Segre: sul foglio con l’intestazione del Comune di Milano i nomi di papà Alberto, del nonno Giuseppe e della nonna Olga e della piccola Liliana.

“Per me – ha dichiarato la senatrice a vita, Liliana Segre – è una grande emozione vedere qua questi documenti. C’è una linea ideale che collega la schedatura degli ebrei, la firma delle leggi razziali, il Binario della Stazione Centrale da cui partii insieme alla mia famiglia, e i cancelli di Auschwitz. Il fatto che gli studenti che vengono in visita possano vedere in maniera chiara come le deportazioni non sarebbero state possibili senza il lavoro di cittadini, politici e burocrati, i cosiddetti ‘bravi italiani’, rende evidente un messaggio: è la crudeltà dell’indifferenza ad averci cacciati da scuola, costretti fuori dagli uffici, caricati sui vagoni, portati a morire nei campi di sterminio. Oggi questi documenti sono soprattutto un monito, un invito a non ripetere lo stesso errore. La mia speranza è che sempre più persone possano venire qua, a raccogliere il testimone. Per questo è fondamentale la collaborazione con il Comune, come in questo caso, che aiuti a far conoscere sempre di più questo luogo, con iniziative come questa e un impegno nel segnalare con una cartellonistica sempre più evidente”.

“L’antisemitismo è ancora un pericolo attuale? Purtroppo sì, io so solo che ricevo, oltre all’abbraccio affettuoso delle persone, anche insulti e minacce”. Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre a margine dell’esposizione al Memoriale della Shoah dei documenti del censimento degli ebrei del 1938. “Io sono la più vecchia in Europa, a 92 anni, che per l’odio antisemita ancora ho bisogno di essere protetta e questo credo sia una grande vergogna del mondo che mi circonda” ha ricordato poco prima nel suo intervento.

“Questo è un luogo che vive molto delle scuole che lo frequentano, degli studenti che lo visitano – ha affermato Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah -. Avere oggi presenti un gruppo di giovani ragazzi ci ha ricordato quale debba essere la nostra prima missione: la costruzione di un’educazione civica basata sulla consapevolezza del passato, e rivolta al futuro. Avere qua per un mese i documenti del censimento (o meglio ancora, schedatura) degli ebrei del 1938 ci mette davanti a una verità inequivocabile: agire ogni giorno per educare i più giovani vuol dire far sì che quelle vicende non possano ripetersi. Speriamo che questo sia solo il primo di tanti momenti di collaborazione con la Cittadella degli Archivi: partire dalle fonti, dai documenti, dalle foto, dice molto di chi siamo oggi. Per questo abbiamo accolto con piacere la proposta del Sindaco Sala, e del Comune in generale: impegnarsi insieme vuol dire far sì che davvero i cittadini di Milano possano sentire questo luogo come proprio, come parte della propria storia e della propria quotidianità”.

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