Thomas, 18 anni, fa parte della squadra anti-borseggi. Schiaffi e calci da due nordafricani che volevano vendergli droga
Piazza Duca d’Aosta – e dove sennò? -, il supermercato della droga h24, la maestosa stazione Centrale assediata da bande di extracomunitari, la Mela del Pistoletto e tutti gli anfratti insozzati dai clandestini. E poi loro, i ragazzi della squadra anti-borseggi, giovani e volontari, tanto senso civico e nessuna paura. Battono palmo a palmo metropolitane, mezzanini e le zone rosse della città. Sono fumo negli occhi per le batterie di borseggiatrici rom che saccheggiano i vagoni e per gli spacciatori che stazionano giorno e notte a ogni angolo della piazza che fa da cornice al principale scalo ferroviario.
Sabato mattina sono volati schiaffi e spintoni. Thomas, 18 anni e un coraggio da vendere, è stato riconosciuto, picchiato e rapinato. «Gli spacciatori erano tutti nordafricani, robusti e con un cappellino in testa. Purtroppo queste sono le uniche cose che ricordo perchè sono ancora molto spaventato», ci racconta via mail. Il suo cellulare è tra le mani dei pusher. E anche la sua telecamera. Sta camminando in piazza Duca d’Aosta quando uno spacciatore lo avvicina. «Vuoi fumo? Cocaina?». «No, grazie». Thomas fa clic sul pulsante della telecamera nascosta. Da dietro spunta un altro balordo -«ormai mi conoscono perché sono solito disturbare la loro attività di spaccio, stile Brumotti», racconta -e scatta l’aggressione. Gli strappa la tracolla mentre l’altro alza le mani. «Arrivati vicino all’entrata della metropolitana, sulle scale lato via Vittor Pisani, lo spacciatore che mi ha derubato della mia tracolla ha iniziato a tirarmi schiaffi», spiega Thomas. Sono attimi concitati. Botte, insulti e minacce. «Uno mi ha urlato che era già comparso su Striscia la Notizia». E’ un habitué della piazza di spaccio. Il ragazzo finisce a terra e viene preso a calci. Quando si rialza, oltre all’attrezzatura per realizzare i suoi servizi in incognito, non trova più il cellulare. Rubato anche quello. Thomas ha un polso dolorante: è caduto sulle scale e poteva andar bene peggio se non fosse stato per le protezioni che aveva indossato preventivamente. «Ma i colpi delle percosse li ho sentiti eccome, purtroppo», dice lui.Immediata scatta la denuncia agli uffici della Polfer dentro la stazione Centrale. Dove c’è quasi sempre la coda di persone (spesso turisti) derubate in metropolitana.
E’ una giungla la Centrale. «Non solo la sera ma anche in pieno giorno: ormai tutta la zona intorno alla Stazione Centrale non è un luogo in cui si possa camminare con serenità. La situazione è la stessa da anni e che ci sia un’emergenza sicurezza e chiaro a tutti, eppure niente cambia: perché? Possibile che non esista soluzione? Bisogna ristabilire la legalità, coinvolgendo più forze dell’ ordine a presidio fisso, giorno e notte», commenta Nicholas Vaccaro, un altro dei ragazzi della squadra anti-borseggio, molto attivo anche nei confini del Municipio 3 per denunciare situazioni di abusivismo e illegalità. Le telecamere sono il nemico numero uno in piazza Duca d’Aosta e lo sa bene anche la troupe di Dritto e Rovescio che due settimane fa è stata aggredita da un tunisino di 32 anni, ovviamente irregolare sul territorio Italiano, davanti alla stazione Centrale dopo un servizio che nulla c’entrava col degrado della zona. La sola presenza della telecamera aveva subito fatto salire il sangue al cervello del clandestino, armata di spranga per minacciare giornalista e cameraman. Solo grazie all’intervento dei militari dell’Esercito, in servizio permanente sulla piazza, si era scongiurato il peggio. La solita denuncia (dovuta, ma purtroppo inutile) e tutto come prima. Fino alla prossima aggressione. Che è arrivata puntuale. Per Thomas poteva finire male. Malissimo. E allora? Cos’altro deve succedere perché qualcuno bonifichi la Centrale? (Libero Quotidiano)
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dura lex, SED LEX! A buon intenditor poche parole.