Protagoniste le opere tre-quattrocentesche di Beato Angelico, Sandro Botticelli, Filippo Lippi, Tino Di Camaino, provenienti dai musei fiorentini Il progetto di mostra si estende anche negli altri otto municipi con l’esposizione di importanti opere provenienti da diversi istituti della città
Torna dal 2 dicembre l’appuntamento natalizio con l’arte di Palazzo Marino, che quest’anno si estende anche agli altri otto municipi per invitare tutta la città a scoprire l’arte e la bellezza durante il periodo delle feste. Grazie alla sinergia tra Milano e Firenze, Palazzo Marino si apre ai milanesi durante le festività natalizie con una mostra speciale: fino al 15 gennaio, quattro capolavori dell’arte fiorentina e toscana, tutti realizzati tra il Tre e il Quattrocento, saranno allestiti nella Sala Alessi di Palazzo Marino immersi in un gioco di luci e tessuti, e potranno essere ammirati gratuitamente da milanesi e turisti. La mostra, dal titolo “La Carità e la Bellezza”, vedrà la “Madonna col Bambino” dipinta da Sandro Botticelli e oggi conservata nel Museo Stibbert di Firenze; “L’adorazione dei Magi” di Beato Angelico, prezioso tabernacolo appartenente al Museo di San Marco; la “Madonna col Bambino” di Palazzo Medici Riccardi, realizzata da Filippo Lippi; “Carità”, scultura del senese Tino di Camaino, proveniente dal Museo Bardini di Firenze. Negli altri otto municipi della città, le biblioteche di zona ospiteranno dal 13 dicembre altrettante importanti opere provenienti da diversi istituti della città, che declinano il tema della carità e della bellezza attraverso quattro tele del Seicento e quattro dell’Otto/Novecento.
Un percorso che testimonia la fervente attività di assistenza, misericordia e carità nei confronti dei soggetti più bisognosi e fragili, che è da secoli il tratto distintivo di Milano. La mostra, oltre a prestiti provenienti dalla GAM Galleria d’Arte Moderna e dal Castello Sforzesco, vede la presenza di opere provenienti da alcuni istituti di assistenza cittadini che possiedono un patrimonio artistico testimonianza della generosità di tanti benefattori nei secoli: Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, dell’Istituto dei Ciechi di Milano, dell’Istituto Golgi Redaelli, degli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio. “La Carità e la Bellezza”, promossa dal Comune di Milano in collaborazione con il Comune di Firenze e con la Città Metropolitana di Firenze, è un progetto ideato da Palazzo Reale in collaborazione con Gallerie d’Italia, l’Area Biblioteche del Comune di Milano e i Municipi. L’iniziativa è resa possibile grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, partner istituzionale, che da anni, insieme al sostegno di Rinascente, affianca l’Amministrazione nel donare questo appuntamento culturale alla città. La mostra è curata da Stefano Zuffi e da Domenico Piraina, mentre l’organizzazione è affidata all’esperienza e alla professionalità di Civita Mostre e Musei. “Carità” è la splendida scultura realizzata da Tino di Camaino, rimasta per circa due secoli all’ingresso del Battistero del Duomo di Firenze, monumento-simbolo dell’identità fiorentina, e successivamente ospitata presso il Museo dell’Opera del Duomo. Lo stile dello scultore, allievo di Giovanni Pisano, predilige forme semplici, solide, impostate su volumi geometrici, ed e paragonabile a quello utilizzato, nello stesso periodo, da Giotto. La figura allegorica della Carità è una donna che si occupa di due bambini, allattandoli al seno.
Il raffinato tabernacolo di Beato Angelico, gioiello del Museo di San Marco di Firenze, è stato realizzato intorno al 1430 ed è il frutto di una combinazione di tecniche tra pittura, miniatura, oreficeria e intaglio. Oltre a offrire un tema squisitamente natalizio come l’Adorazione dei Magi, il tabernacolo offre un saggio della sensibilità di Beato Angelico verso i colori, che scintillano preziosi sull’oro del fondo. L’opera arriverà in Sala Alessi il 20 dicembre, poiché attualmente in prestito alla mostra a San Giovanni Valdarno “Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura”. La “Madonna col Bambino” di Filippo Lippi, proveniente da Palazzo Medici Riccardi, è una delle ultime e più compiute opere su tavola del pittore, che la realizzò negli anni Sessanta del Quattrocento, prima di trasferirsi a Spoleto per affrescare l’abside del Duomo. Firenze in questo periodo sta entrando in una delle fasi più straordinarie della sua storia politica, sociale e artistica: è la Firenze dell’umanesimo, che trova in Filippo Lippi uno dei primi e più sensibili interpreti. Inquadrato in una nicchia architettonica impostata sulle regole dettate da Leon Battista Alberti, il dipinto si trovava fino all’inizio del XX secolo presso la villa di Castelpulci, sede dell’Ospedale psichiatrico di Firenze. Quarta opera in mostra, la “Madonna col Bambino” dipinta intorno all’anno 1500 da Sandro Botticelli e conservata nel Museo Stibbert. Dopo aver raggiunto l’apice della fama e della carriera al tempo di Lorenzo il Magnifico, negli anni che seguono la morte del suo mecenate (1492) Botticelli è fortemente impressionato dalle predicazioni apocalittiche di Gerolamo Savonarola. Un’inquietudine che si riflette sulla sua produzione artistica di quest’ultimo scorcio di vita, che lascia intatto il suo straordinario talento pittorico ma condiziona la sua intensa resa poetica. Uno spettacolare allestimento farà da palcoscenico alla scultura e ai tre dipinti, ricreando in chiave contemporanea l’atmosfera di una basilica. Il progetto, affidato agli architetti Franco Achilli e Luigi Ciuffreda, è stato pensato per essere ecosostenibile e riciclabile, dalle costruzioni ai rivestimenti. I tendaggi in seta che calano dall’alto della Sala Alessi per esaltare la preziosità delle opere ed evocare gli interni di una cattedrale sono realizzati in seta definita “non violenta” perché ottenuta tramite un procedimento particolare che viene avviato solo dopo la trasformazione del baco in farfalla, evitando di interromperne la metamorfosi. In tal modo viene preservata la vita dei bachi che non vengono soppressi per ottenere una quantità maggiore di filato.
La seta, a fine mostra verrà recuperata e utilizzata per la creazione di una collezione di abiti disegnata da Tiziano Guardini. Il catalogo della mostra, edito da Skira, per la prima volta include le schede storico-artistiche di tutte le opere esposte nei municipi.
Ingresso libero
Orari di apertura al pubblico
Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 20.00
(ultimo ingresso alle ore 19.30)
Chiusure anticipate – aperture posticipate
7 dicembre chiusura ore 12.00 (ultimo ingresso alle ore 11.30)
24 e 31 dicembre chiusura ore 18.00
Festività
Aperti (dalle ore 9.30 alle ore 20.00) i giorni 8, 25 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Info mostra
Tel. 800167619
Prenotazioni possibili solo per le scuole
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.