Sabato 3 dicembre 2022 dalle ore 10 alle ore 12 i lavoratori di Zara sciopereranno in San Babila a Milano in virtù delle diverse problematiche di cui il settore soffre e lamenta senza però alcuna effettiva risoluzione.
Dal 2019 il contratto nazionale del lavoro è scaduto per il settore della grande distribuzione organizzata e non si è provveduto ad un rinnovo dello stesso; i dipendenti prestano, dunque, il loro lavoro senza che vi sia una regolamentazione contrattuale nazionale rinnovata.
Questo, però, non è l’unico motivo sottostante allo sciopero indetto per sabato 3 dicembre.Da agosto, infatti, momento in cui sono iniziate degli scambi fra i sindacati rappresentanti i lavoratori di INDITEX S.A. e la multinazionale stessa (INDITEX S.A.) che i dipendenti chiedono un aumento salariale in virtù dell’inflazione alla quale tutti stiamo assistendo senza alcun effettivo riscontro positivo.
Al contrario, come verrà spiegato più attentamente nella restante parte del comunicato, i dipendenti dovrebbero corrispondere, alla società, una parte della loro attuale busta paga (circa 200 euro mensili) per poter usufruire, con i loro soldi, di ticket e benefits che al momento non ricevono.
I motivi dello sciopero
Come si preannunciava nella parte introduttiva del comunicato lo sciopero indetto in San Babila, a Milano, per sabato 3 dicembre 2022 trova le sue ragioni d’essere in più problematiche che, oramai, da mesi affliggono i dipendenti della multinazionale Zara.
I lavoratori, nel mese di agosto, rappresentati dalla rispettiva organizzazione sindacale avevano già richiesto un aumento del proprio stipendio a fronte della crisi e del generale carovita, dello shock energetico e della crescente inflazione. I dipendenti chiedevano fosse riconosciuto loro anche:
- un welfare di 500 euro l’anno;
- l’aumento dei ticket.
Anche queste richieste erano ovviamente motivate dalla crisi che tutt’ora tutti i lavoratori si trovano ad affrontare.
L’azienda INDITEX S.A. ha rifiutato le richieste mosse dal gruppo sindacale rappresentante i lavoratori di Zara proponendo, addirittura, una diversa organizzazione del Piano incentivante. Con quest’ultima espressione si fa riferimento alla percentuale di incasso mensile che i singoli negozi ottengono ogni mese e che viene corrisposto ai lavoratori.
Si tratta, più semplicemente, di una integrazione corrisposta mensilmente nella busta paga dei lavoratori a fronte dell’incasso ottenuto dal negozio nel quale prestano servizio. Si ritiene comunque doveroso precisare che si tratta di una piccola, piccolissima percentuale a fronte degli incassi che Zara ha.
INDITEX S.A. ha proposto ai sindacati rappresentanti i lavoratori di riutilizzare quella percentuale di cui tutti i lavoratori usufruiscono per corrispondere loro ticket e welfare, lasciando nella loro busta paga dunque solo una piccolissima percentuale riferita al premio per l’incasso mensile ottenuto.
I sindacati hanno ovviamente rifiutato la proposta di INDITEX S.A.
Il punto di vista dei lavoratori
È doveroso nella situazione fino ad adesso descritta condividere quale sia il punto di vista dei lavoratori già amareggiati dalla mancanza di un contratto nazionale del lavoro aggiornato e che adesso devono fare i conti anche con la società per la quale prestano servizio.
I lavoratori, consapevoli dell’aumento degli incassi aziendali del 41% rispetto all’anno scorso, non comprendono il perché l’azienda non debba corrispondere loro parte degli incassi ottenuti dal momento che sono stati loro stessi a contribuire alla crescita economica mensile e, poi, totale dei negozi nei quali lavorano.
I lavoratori, proprio in merito a quanto appena riportato, lamentano inoltre non solo la mancata corresponsione di una percentuale degli incassi generati anche grazie al loro lavoro e dunque la mancanza di accoglimento delle loro richieste ma anche la volontà di INDITEX S. A. di modificare le loro buste paghe, in difetto.
La società INDITEX S.A. non ha neanche per un attimo pensato, ad agosto, di “accontentare” le sigle sindacali rappresentanti i lavoratori di Zara e, dunque, di INDITEX S.A. proponendo addirittura una detrazione di quanto spetti loro attualmente dalle loro buste paghe. Appare strano il fatto che i dipendenti richiedano dei benefits e la soluzione proposta dall’azienda sia quella di utilizzare i loro soldi per corrispondere i benefits richiesti.
La situazione nelle altre città
In altre città i dipendenti degli altri negozi hanno già provveduto a manifestare il loro dissenso rispetto alla gestione delle tematiche in oggetto da parte di INDITEX S.A.
Il negozio di Milano e i suoi dipendenti, partecipano solo adesso allo sciopero territoriale indetto per sabato 3 dicembre vista la delicata situazione nella quale il punto vendite di Vittorio Emanuele si trova dovendo comunque garantire un servizio impeccabile pur disponendo di pochissimi lavoratori a tempo indeterminato e molti, invece, con contratti interinali e MOG – Monte ore garantiti.