Buoni propositi, non c’è che dire, di Majorino ed è un vero colpo di genio nella comunicazione, questa sì, populista. Il candidato del centrosinistra alle regionali del 2023 in Lombardia, Pierfrancesco Majorino, in caso di vittoria sceglierebbe “una casa popolare” come primo luogo da visitare subito dopo “perché voglio mettere lì un ufficio del presidente e dei suoi assessori” come segno di avvicinamento ai cittadini”
E, naturalmente, farebbe ristrutturare il luogo, sanando i muri dalle muffe, le grondaie pericolanti, le scale sconnesse, gli impianti di riscaldamento a singhiozzo, ma si sa che MM per la manutenzione farebbe miracoli e i lavori che aspettano mesi e anni per essere eseguiti, sarebbero fatti in quattro e quattr’otto.
Si è mai occupato di quelle case comunali fatiscenti e soprattutto di chi vi abita durante il suo assessorato al Welfare?
Chi vi abita forse sarebbe commosso per l’attenzione, ma quando è stato ascoltato in precedenza? Chi vi abita solitamente è anziano, a volte disabile, a volte disoccupato, spesso rassegnato da una politica amministrativa di Milano che è stata indifferente anche con il suo mandato di assessore.
C’è di buono il principio “ascoltare”. Un approccio però molto tardivo: da quanto tempo il PD non ascolta la fascia sociale più debole?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano