È uscito il nuovo rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre, che prende in esame il periodo ottobre 2020-settembre 2022. «Nel 75 per cento dei paesi esaminati si è registrato un aumento dell’oppressione o della persecuzione dei cristiani»
Continua a peggiorare la condizione dei cristiani nei 24 Stati del mondo dove la fede cristiana è più oppressa. Lo conferma l’ottava edizione del rapporto sui cristiani perseguitati di Aiuto alla Chiesa che soffre, dal titolo Perseguitati più che mai, che prende in esame il periodo ottobre 2020-settembre 2022.
«La lista degli abusi è lunga»
«Nel 75 per cento dei paesi esaminati si è registrato un aumento dell’oppressione o della persecuzione dei cristiani», si legge nel rapporto, che registra un peggioramento soprattutto in Africa, Asia e Medio Oriente a causa di jihadismo, nazionalismo religioso, migrazioni e autoritarismo statale.
«I cristiani vengono uccisi in tutta l’Africa, le loro chiese vengono attaccate e i villaggi rasi al suolo», scrive nella prefazione al rapporto di Acs padre Andrew Adeniyi Abayomi, il viceparroco della chiesa cattolica di San Francesco Saverio a Owo, Nigeria, dove il 5 giugno in un attacco terroristico sono stati uccisi almeno 40 fedeli durante la messa. «In Pakistan, sono detenuti ingiustamente sulla base di false accuse di blasfemia. In Paesi come l’Egitto, il Mozambico e il Pakistan, le ragazze cristiane minorenni vengono rapite, violentate, costrette a convertirsi e a sposare uomini di mezza età. In Cina e in Corea del Nord, i governi totalitari opprimono i fedeli, monitorando ogni loro movimento. E, come mostra questo rapporto, la lista degli abusi è lunga».
Oltre 7.000 cristiani uccisi in Nigeria
In Africa il pericolo maggiore per i cristiani è rappresentato dal jihadismo. È peggiorata in particolare la situazione della Nigeria, dove tra il gennaio 2021 e il giugno 2022 sono stati uccisi oltre 7.600 cristiani. Secondo il reverendo Samson Ayokunle sarebbe addirittura in atto un tentativo di «cancellare il cristianesimo». Tra i casi più eclatanti di persecuzione, oltre all’attentato di Owo, c’è l’uccisione per lapidazione di Deborah Samuel.
Inquietante anche la situazione dell’Etiopia, dove «i cristiani sono vittime di violenze brutali, obiettivi di un più ampio conflitto di carattere etnico» scatenato dalla guerra nel Tigrai. In particolare, il rapporto ricorda la strage del novembre 2020 quando centinaia di persone sono state uccise in una serie di attacchi, culminati in un massacro presso la chiesa ortodossa Maryam Tsiyon ad Aksum, dove si ritiene che si trovi l’Arca dell’Alleanza.
I fedeli in Medio Oriente stanno per sparire
In Medio Oriente la situazione è, se possibile, «peggiorata» rispetto al periodo dell’invasione dell’Isis. A causa delle migrazioni – dovute a discriminazione, mancanza di lavoro, minacce all’incolumità personale – in Siria i cristiani sono ormai appena 300 mila (erano 1,5 milioni nel 2011), in Iraq ne sono rimasti soltanto 150 mila.
Si tratta di una «minaccia esistenziale» che non risparmia Israele e la Palestina. A quasi 75 anni dalla creazione dello Stato di Israele, «i cristiani in Cisgiordania sono diminuiti dal 18 per cento a meno dell’1 per cento attuale. I continui attacchi da parte di gruppi estremisti marginali hanno portato i leader della Chiesa a parlare di “un tentativo sistematico di allontanare la comunità cristiana da Gerusalemme e da altre aree della Terra Santa”».
Il regime comunista schiaccia i cristiani in Cina
In Asia è invece l’autoritarismo statale «a limitare o persino soffocare la capacità dei credenti di praticare liberamente la propria religione». Il primo esempio è la Cina, che «continua a perseguitare e a tentare di controllare i cristiani e i membri di altri gruppi religiosi che non accettano la linea ufficiale del Partito comunista».
Il peggiore dei casi, sottolinea il rapporto, è però rappresentato dall’Afghanistan, «con i talebani che impongono alla società una rigida interpretazione della legge della sharia».
L’Occidente peggiora la situazione
Gli indicatori, si legge nelle conclusioni del rapporto, «mostrano chiaramente che nel periodo in esame la persecuzione dei cristiani ha continuato a peggiorare nei paesi che destano maggiore preoccupazione».
C’è ancora «molta strada da fare per garantire la tutela della libertà dei cristiani e delle altre minoranze in tutto il mondo». Servirebbe soprattutto un maggiore impegno da parte dell’Occidente, che però nel nome del «politicamente corretto» continua a negare che i cristiani rimangano il gruppo religioso maggiormente perseguitato.
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