Il corso dei milanesi, Buenos Aires, viale da incubo: 182 incidenti solo nel 2021

Milano

Buenos Aires, viale da incubo: 182 incidenti solo nel 2021. Quintuplicati dal 2019 gli interventi dell’agenzia delle emergenze, complici il traffico e una ciclabile disastrosa e contro il buon senso.

L’ex consigliere azzurro a Palazzo Marino e fondatore del comitato “Stop Area B” Fabrizio De Pasquale, che la mobilità milanese la conosce come le sue tasche, puntualizza: «Il centrosinistra ha riempito la citta di piste ciclabili, zone a trenta chilometri orari e telecamere pensando che bastasse quello per far diluire gli incidenti, non è così. Con cadenza quasi quotidiana su Buenos Aires succede che gli automobilisti non notino i ciclisti per cui una semplice svolta a destra può causare un incidente. Senza citare il caos di piazza Oberdan che oramai sembra uno svincolo di Nuova Delhi tanto è congestionato». I 182 incidenti dell’anno scorso sono un numero complessivo, non riguardano solo le biciclette: ma è indubbio che quel che è cambiato, in tre anni, è proprio la modalità di funzione della zona. «Ciò che serve», chiosa, «sono i controlli, specie per chi guida in stato di ebbrezza e la sera, purtroppo, sono tanti».

Chiarisce Libero “Corso Buenos Aires, Milano: il crocevia degli incidenti stradali. Oramai ce n’è uno ogni due giorni. Le sirene delle ambulanze e il furgoncino dei soccorsi. Ecco, appunto. E’ la stessa Areu, l’Agenzia regionale per l’emergenza e l’urgenza, che lo dice papale: tra Porta Venezia e piazzale Loreto, negli ultimi tre anni, i sinistri sono quintuplicati. Non semplicemente aumentati, non solo gonfiati: sono cinque volte di più di quanti se ne contavano prima della pandemia.

In numeri (quelli reali): nel 2019 medici e paramedici sono usciti appena 36 volte a prestare aiuto a chi è rimasto ferito sull’asfalto, nel 2021 (ultimo dato disponibile) 182. E’ vero: nel mezzo c’è quel 2020 del Covid, con le quarantene di massa e i lockdown che ci hanno tappato in casa e che quindi hanno sfalsato statistiche e grafici, però, signori, qui va sempre peggio. Qui, tra monopattini, city-bike, bike-sharing e mobilità alternativa, Buenos Aires sta diventando un campo di battaglia. La principale imputata è lei, manco a dirlo: la pista ciclabile delle piste ciclabili. Quella che la giunta di centrosinistra non fa che spellarsi le mani per applaudire, che ricorda a giorni alterni come il suo più grande lascito ai milanesi, quella che avrebbe dovuto traghettare Milano nell’era green, nell’era del trasporto eco-sostenibile, nell’era senza smog. Sai che trovata. Nel 2019 non c’era, nel giugno del 2020 se la sono inventata pittando di bianco la carreggiata ed eccoli lì, adesso, i disastri della strada. Quei 182 incidenti all’anno che fanno quindici al mese, praticamente è un miracolo se riesci ad attraversare il corso senza neanche uno spavento. La segnaletica orizzontale, gli incroci, i coni per terra che all’inizio ci sono e poi spariscono.

Un vero disastro.

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