Nel 2014 il candidato governatore Pd voleva a Milano un tempio islamico, poi bocciato dai Fratelli Musulmani (accusati di terrorismo), ancora contributi ai centri di preghiera
Un bando molto controverso, prima assegnato e poi annullato, riemerge dalla storia politica di Piefrancesco Majorino, eurodeputato del Pd, candidato di centrosinistra e M5s alla presidenza della Regione Lombardia. La storia risale al 2014, quando Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano della giunta guidata da Giuliano Pisapia, annunciò un bando per le moschee. Il bando, per quel che riguardava l’ex Palasharp, fu vinto nell’agosto del 2015 dal Caim (Coordinamento associazioni islamiche milanesi) una associazione islamica che aveva offerto un rialzo del 200% sulla base d’asta di 10.000 euro.
Come riportato nel libro-inchiesta Qatar papers, il quale aveva documentato tutti i finanziamenti della Qatar Charity destinati all’Europa, Yussuf al Qaradawi, predicatore e leader dei Fratelli Musulmani, aveva espresso il suo apprezzamento: «L’unione delle associazioni islamiche Caim, una delle associazioni islamiche senza scopo di lucro più attive nella città di Milano, in Italia», aveva affermato al Qaradawi, «cura diverse attività culturali e tra le sue occupazioni c’è quella di insegnare il Corano, formare i giovani musulmani e prepararli a prendersi cura dei nuovi convertiti, dal momento che l’associazione cerca di avvicinare i non musulmani all’Islam. Hanno intenzione di costruire a Milano un nuovo grande centro islamico, costituito da una moschea e da vari poli culturali. Dopo numerosi sforzi e problemi avuti con le autorità competenti, hanno finalmente ottenuto l’autorizzazione necessaria. E ’un grande progetto, che ha bisogno di supporto. I responsabili di questo progetto sono persone di fede. Sono riusciti a far fronte alle necessità e hanno lavorato al servizio dell’Islam e dei musulmani. I loro rappresentanti sono Yassine Braday e Davide Hamza Piccardo. Le persone buone e giuste dovrebbero aiutare quest’organizzazione. Dio dice: Tutto il bene che avrete compiuto, lo ritroverete presso Dio, migliore e maggiore ricompensa».
Il secondo classificato del bando, però, iniziò una guerra di carte bollate con il Caim, poiché, sempre a quanto rivelato da Qatar papers, la organizzazione Qatar Charity dei Fratelli Musulmani, considerata terroristica in alcuni Stati del Golfo, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e il Bahrein, avrebbe finanziato l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii). Hamza Piccardo, padre di Davide, è stato fondatore e portavoce dell’Ucoii quando era presidente l’imam Mohamed Nour Dachan. Attualmente, tra i consiglieri dell’Ucoii, figura anche Gabriele Piccardo, fratello di Davide, e figlio di Hamza. Majorino a quel punto si affidò alla prefettura di Milano per i controlli sulle fonti dei finanziamenti delle associazioni che avevano partecipato al bando. Il consigliere comunale Matteo Forte andò all’attacco: «Majorino non intende assumersi la responsabilità di assegnare le aree messe a bando ad associazioni che da anni sono presenti nelle black list di Germania ed Emirati Arabi», disse Forte, «come la MilliGorus (associazione islamica turca presente in molti Stati europei, ndr), che ha presentato per conto del Cairn un progetto firmato dall’architetto Rota, e Alleanza islamica d’italia, il cui presidente è tesoriere dell’Ucoii. Non volendo assumersi la responsabilità della scelta, Majorino la vuole scaricare sulla prefettura. La scelta politica, perché di questa si tratta, di non assegnare aree pubbliche a realtà ideologicamente contigue alla Fratellanza Musulmana, fuorilegge nella maggior parte dei Paesi arabi, ce la prenderemo in Consiglio comunale».
Il bando fu annullato, e della moschea non se ne fece più nulla. Ma i Fratelli Musulmani non hanno rinunciato all’idea di inondare di soldi l’italia finanziando i centri studi islamici. La nuova ondata di risorse, stavolta, è pari a 30 milioni di euro. (La Verità)
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