A Medicina democratica non va giù che a proporsi come assessore alla Sanità sia qualcuno con ruoli di prestigio nel settore privato. E boccia “la punta di diamante” dello schieramento del candidato di centrosinistra alle regionali lombarde
Uno schiaffo all’ottimismo del candidato alla presidenza della regione Lombardia per il centrosinistra Pierfrancesco Majorino arriva dal poco rassicurante basso gradimento registrato da quella che considerava la “punta di diamante” del suo schieramento, vale a dire il virologo Fabrizio Pregliasco.
La bocciatura
Non solo, dato che l’esponente dem aveva puntato così tanto sulla celebre “virostar” da affidargli il ruolo di capolista, certo dell’effetto trainante della sua notorietà televisiva. Purtroppo per Majorino, tuttavia, arriva la prima bruciante bocciatura alla candidatura del suo pupillo, presumibilmente anche per il fatto che Pregliasco, ad oggi direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, si sia già proposto in caso di vittoria del centrosinistra come assessore alla Sanità. A chiudere la porta in faccia al professore proprio la categoria da cui si sarebbe presumibilmente atteso maggiore supporto. “L’irrituale autocandidatura del dottor Pregliasco ad assessore alla Sanità in Lombardia conferma le nostre preoccupazioni sul rischio che la condizione della salute pubblica nella nostra Regione non venga radicalmente modificata, come è invece indispensabile e urgente”, dichiara il presidente di Medicina democratica Marco Caldiroli, come riportato da Libero Quotidiano. “Il dottor Pregliasco, direttore sanitario del gruppo San Donato, uno dei principali gruppi privati in sanità, rappresenta, infatti, quell’approccio privatistico alla sanità, finalizzato al profitto e non alla salute collettiva”, precisa Caldiroli.
L’inatteso affondo da parte di Medicina democratica, con un’imposizione arrivata dall’alto senza il benché minimo coinvolgimento, ha fatto di certo trasalire il candidato al ruolo di governatore della Lombardia, che si è detto comunque soddisfatto delle scelte effettuate. “Pregliasco è un valore aggiunto”, ha infatti dichiarato Majorino nel suo intervento a margine della presentazione dei candidati della lista Pd Milano Metropolitana. “Sono molto contento che una figura così forte e autorevole abbia fatto questa scelta coraggiosa”, ha aggiunto, “e sono convinto che alla fine prevarrà in tutti la consapevolezza che per cambiare le cose nella sanità abbiamo bisogno di un’alleanza molto ampia”.
L’opposizione alla candidatura di Pregliasco, così come la presumibile quanto inattesa emorragia di voti proprio da parte dei colleghi di centrosinistra del virologo, non può non aver destabilizzato i progetti di Pierfrancesco Majorino.“Io non devo chiarire niente a nessuno, poi non siamo certo qui oggi a dividere gli assessorati”, si è limitato a commentare il candidato del centrosinistra, ben consapevole del fatto che proprio la Sanità sarà uno dei punti cardine a pesare nelle urne.
Pubblico e privato
Per ora il peso maggiore lo ottiene il veto imposto dai componenti di Medicina democratica, che sottolineano l’inconciliabilità degli interessi tra il pubblico e il privato. “Un intervento autentico e concreto di rilancio della sanità pubblica, di abbattimento delle liste di attesa, di potenziamento della medicina e dei servizi territoriali, dovrà scontrarsi per forza con gli interessi delle strutture sanitarie private”, aggiunge senza troppi giri di parole il presidente Marco Caldiroli, “a meno che non si tratti di interventi di facciata. Per questo condividiamo le critiche sulla candidatura di Pregliasco sollevate da molte realtà sociali”. Ecco perché la richiesta fatta a Majorino di non appoggiare ufficialmente la candidatura nel settore pubblico di chi, come Pregliasco, abbia interessi o incarichi dirigenziali in strutture private di tipo sanitario. (Il Giornale)
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