Dopo denunce e segnalazioni fatte dal sindacato Cub-Sanità Milano sulle “condizioni critiche di lavoro” degli operatori delle Rsa (le Residenze sanitarie assistenziali) in Lombardia, il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha chiesto all’Ats del capoluogo “di voler svolgere ogni utile approfondimento con riguardo alle criticità segnalate” e conoscere gli “esiti delle verifiche effettuate”. Lo rende noto il sindacato di base allegando la documentazione della Prefettura. “Le condizioni di lavoro di chi opera nelle strutture per degenti anziani, disabili e psichiatrici non sono accettabili – ha affermato Enrica Gabelli, della Cub Sanità Milano, scrivendo al prefetto, all’assessorato al Welfare della Lombardia e ad Ats Milano, riferendosi a tutte le Rsa lombarde -. Si tratta di strutture attive 24 ore al giorno 7 giorni su 7, dove gli operatori gestiscono carichi di lavoro non sostenibili, andando così a deteriorare il servizio reso ai degenti. Come denunciato da tempo, il problema principale riguarda il sistema del ‘minutaggio’ con cui, in Regione, si stabiliscono a priori i tempi per le attività (vestizione, lavaggio, somministrazione dei pasti) e di conseguenza il numero di operatori necessari. Si verificano infatti situazioni in cui due persone in turno devono gestire un reparto anche con venti anziani non autosufficienti. È facile immaginare il livello della prestazione erogata, che difficilmente può soddisfare i criteri minimi richiesti”. Per questo motivo la Cub Sanità Milano “proseguirà nell’attività finora svolta per ottenere una presa in carico delle problematiche nelle Rsa lombarde da parte delle istituzioni preposte, con l’obiettivo che vengano sanate le gravi carenze riscontrate”. (ANSA).
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