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Il decreto Fitto: piano anti-burocrazia, con gare più veloci e meno vincoli sugli impianti rinnovabili

Attualità

Detto, fatto. Il governo accelera sul Pnrr. E prova a calare la scure sulla burocrazia che frena i bandi per i fondi europei e rallenta le opere. Assunzioni più semplici, unità dei ministeri potenziate e procedure più rapide per gli appalti. È la ricetta contenuta nella bozza del “Decreto Pnrr” a cui lavora il ministero guidato da Raffaele Fitto per rispettare la tabella di marcia Ue: 27 target da raggiungere entro giugno, con l’obiettivo di sbloccare la nuova rata da 16 miliardi di euro.

APPALTI E ASSUNZIONI
Uno sprint che – nelle more di una riforma della governance – riporta nelle mani dello Stato la regia delle opere previste dal piano Ue e permette di superare lungaggini e ostruzionismi di Regioni ed Enti locali. Anche in vista di grandi eventi che vedranno protagonista Roma. Su tutti il Giubileo del 2025. Forze armate, Polizia, Vigili del Fuoco: per attrezzarsi fin da subito a gestire il grande evento nella Capitale saranno snellite le procedure di assunzione e le modalità dei concorsi per integrare il personale e i dirigenti impegnati sul progetto. Così, ad esempio, la durata dei corsi di formazione sarà ridotta: basteranno 16 mesi (non più 24) per presentarsi al test da Commissario di Polizia. Ma il decreto di Fitto potenzia tutta la macchina amministrativa, in difficoltà, per risorse ed organico, a mettere a terra i miliardi del Recovery Ue rispettando la roadmap concordata. Per questo ministeri-chiave per il Pnrr come Viminale, Imprese e Made in Italy, Agricoltura e Istruzione guadagneranno ciascuno un dirigente di prima fascia e il ministero dell’Ambiente otterrà la proroga dei suoi esperti in organico. Con loro il ministero della Giustizia, cui guardano alcuni degli obiettivi Pnrr da centrare a giugno: sarà potenziato con l’acquisto di nuovi supertecnici che dovranno vigilare sull’iter del piano, sia nel Gabinetto del Guardasigilli Carlo Nordio sia nel suo Ufficio Legislativo. Anche i comuni avranno mani più libere. Fino al 2026, ad esempio, la spesa relativa al segretario comunale e provinciale non si calcolerà ai fini del tetto di spesa previsto nel 2007.

Assunzioni a parte, novità si registrano sul fronte della Giustizia amministrativa. Anche qui, nel segno di una centralizzazione del processo. Nel caso di atti relativi alle procedure di affidamenti di contratti pubblici legati al Pnrr, d’ora in poi, sarà solo il Tar del Lazio a decidere sulle impugnazioni. Stessa regola per qualsiasi «procedimento amministrativo connesso alla realizzazione delle opere»: il verdetto finale spetterà al tribunale amministrativo di Roma. Procedimenti che – e questa è un’altra novità di peso – viaggeranno su binari più veloci per evitare che i fondi Ue rimangano congelati tra le maglie della burocrazia. Cosi i tempi delle controversie saranno ridotti della metà. Una tagliola pronta a colpire tutti i termini processuali ordinari per la definizione dei giudizi relativi alle liti amministrative connesse al Pnrr. Inoltre in caso di ricorsi il giudice dovrà tener conto dell’interesse generale rappresentato dalla realizzazione delle opere, al momento di decidere se annullare un contratto in corso: e quindi sarà portato più spesso a optare per un risarcimento in denaro, anche se il concorrente che si è rivolto al Tar ha qualche ragione.

RINNOVABILI SPRINT
Il fattore tempo è la chiave di lettura del decreto taglia-burocrazia promesso dal governo e pronto a diventare realtà. Con l’occasione di dare una spinta alle opere del Pnrr – il sempreverde motto “ce lo chiede l’Ue” – Palazzo Chigi interviene su antiche controversie della Pubblica amministrazione italiana. Fra queste, gli ineluttabili e onnipresenti pareri delle Soprintendenze culturali che frenano e a volte fermano del tutto la tanto agognata transizione ecologica. Impianti di energia rinnovabile – solare, eolico e fotovoltaico – perno del Pnrr ma che rischiano di rimanere su carta per i vincoli paesaggistici. Di qui la scossa nel decreto, con una doppia «procedura abilitativa semplificata». Iter più semplici e rapidi per la costruzione di impianti fotovoltaici fino a 50 MW e delle relative opere di connessione alla rete elettrica. Ma anche una semplificazione normativa per la costruzione di «impianti off-shore di produzione di energia da fonti rinnovabili posti al largo delle coste italiane». Impianti energetici, edilizia e assunzioni. In ogni caso, sarà il governo a presidiare sui bandi e decidere la tabella di marcia. Senza aspettare più a tutti i costi i pareri della Conferenza Stato-Regioni. Se le giunte non si esprimeranno nei tempi previsti, Palazzo Chigi potrà procedere senza il benestare dei governatori. L’autonomia differenziata, almeno sul Pnrr, non sarà realtà. (Il Messaggero)

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