Nella sua sfrenata corsa alla ricerca di soldi per sostenere bilanci sempre più in difficoltà, il comune di Milano prevede d’incassare dalla sosta a pagamento non più i due milioni di euro stimati per il 2022 o i 6,5 incassati nel 2019, prima della pandemia, ma la bellezza di 28 milioni di euro. Un incremento stratosferico, per conseguire il quale l’amministrazione potrà solo inasprire la propria politica vessatoria nei confronti di chi, volente o nolente, è costretto a utilizzare l’auto. Un incasso simile, infatti, sarà ottenuto estendendo ulteriormente le zone coperte da strisce blu alle aree periferiche e, soprattutto, ampliando la fascia oraria del pagamento: se, ora, in queste parti della città è limitata alla mattina, tra le 8 e le 13, prossimamente arriverà fino alle 19.
Le nuove zone interessate al provvedimento saranno quelle di Rogoredo, Corvetto, via Porpora e piazza Udine; anche periferie disagiate come il Corvetto, dunque, del quale il comune sembra ricordarsi solo quando è il momento di riscuotere. A queste si aggiungeranno aree vicine a servizi di utilità (ospedali, musei) e alle fermate della linea M4 della metropolitana, con buona pace per l’incentivo all’uso dei mezzi pubblici (peraltro, di recente rincarati e ridotti nel servizio). Del resto, soldi per il potenziamento di quest’ultimi non ce ne sono: all’appello mancherebbero almeno 150 milioni di euro per opere come il prolungamento della linea 1 fino a Baggio o la tranvia da Milano a Limbiate. Una soluzione gli assessori l’hanno già annunciata: potenziare i controlli sul pagamento della sosta e infliggere una pioggia di verbali ai cittadini. Altrimenti, come si raggiungono i famosi 28 milioni preventivati? (Quattroruote)
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