La frequenza con cui i clochard sono lasciati morire di freddo, sulla strada, dà la misura dell’indifferenza di Sala al problema e colpevolizza anche Majorino, ex assessore al welfare, per il non fatto, almeno come piano di azione per risolvere la piaga dell’estrema indigenza. MilanoToday racconta l’ultimo episodio, ricordando le ultime vittime.
“Un’altra persona senza fissa dimora è morta per strada a Milano, a pochi giorni di distanza da un altro caso simile. L’indifferenza uccide quanto il freddo tagliente di questi giorni, anche se le cause esatte del malore non si possono certo dedurre dal primo sguardo superficiale. Ma le basse temperature e le condizioni precarie di queste esistenze fragili, di certo, non aiutano.
A trovare il clochard senza vita, un uomo di 68 anni, sono stati alcuni volontari, in piazza Michelangelo Buonarroti, una zona residenziale di Milano. Giovedì sera, poco prima delle 23, sul posto sono intervenuti gli agenti della questura di Milano e il personale dell’Agenzia regionale emergenza urgenza. Secondo quanto ricostruito dai medici, la morte è arrivata per cause naturali e sul corpo del 68enne, originario della Romania, non c’erano segni di violenza.
Pochi giorni prima, a Milano era morta un’altra persona senzatetto mentre si trovava nel sottopasso Mortirolo, zona Stazione Centrale. L’uomo, un senegalese di 52 anni era stato ‘soccorso’ dopo che un altro clochard aveva lanciato l’allarme. I medici l’hanno trovato nel suo giaciglio già in arresto cardio circolatorio, non hanno potuto fare di più che constatarne il decesso. Il medico legale aveva escluso la presenza di segni di violenza.
Negli ultimi mesi in città sono state diverse le morti di senza fissa dimora. Venerdì 30 dicembre, in via Baroni, zona Gratosoglio, un uomo sulla sessantina era stato trovato senza vita sotto i palazzoni al civico 104. E ancora, lo scorso 16 dicembre, un altro senzatetto, di 40 anni, era stato trovato morto in via Giuseppe Ferrari, a due passi dalla stazione Garibaldi, nello stesso punto in cui nei mesi precedenti avevano perso la vita altri tre clochard: un senzatetto abbastanza noto in zona, che viveva tra i binari e le vie vicine allo scalo ferroviario, un 48enne marocchino, stroncato da un mix di patologie e freddo e, in seguito a un malore, un 25enne. Quello stesso 16 dicembre, il comune di Milano aveva annunciato di aver accolto, nell’ambito del Piano freddo, 200 persone senza fissa dimora.
Il 25 novembre, poi, IssakaCoulibay, che aveva giocato come portiere nella St. Ambroeus, la prima squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo, era morto a soli 27 anni, dopo aver vissuto a Milano da ‘fantasma’, perché non aveva i documenti. Ambulanze e polizia lo avevano trovato senza vita in un palazzo vuoto e fatiscente alla fine di via Corelli, all’angolo con via Rivoltana.”
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