Ne avevo parlato anche anni fa, invano, nessuno mi ha calcolato. Ieri dopo tempo avevo voglia di tornarci per riempirmi gli occhi di stupore.
La Certosa delle meraviglie, la certosa di Milano, ovvero, Certosa Garegnano. E si, anche Milano ha la sua certosa, e che certosa…!
Nasce nel lontano 1349 questo gioiello meneghino, fondato da Giovanni Visconti, arcivescovo e Duca di Milano. L’importanza di questo luogo è tale che perfino Petrarca ne scrisse. Venne finanche definita “la cappella Sistina milanese”, cosa che negli ultimi anni qualcuno ha affibbiato a San Maurizio al Monastero (altro gioiello), ma non è così.
Qui una volta era aperta campagna e venne concepita proprio come luogo di preghiera e meditazione per i monaci della vicina città. Proprio per via della posizione isolata fu preda di briganti e ladri che portarono via molte cose.
Fu Carlo Borromeo a ordinare la sua totale ristrutturazione a fine 500 chiamando fra i più grandi artisti del periodo, che diedero nuovo lustro e bellezza.
Una bellezza inaudita! Con affreschi conservati in modo eccellente.
Un ciclo pittorico che lascia estasiati, eseguito da Daniele Crespi e Simone Peterzano, che era (udite udite) il Maestro di Caravaggio!
Ma non solo, tanti altri hanno contribuito ad affrescare questo capolavoro, che peró mai ha ricevuto il lustro che meriterebbe a livello mediatico, è uno di quei luoghi che dovrebbe avere code di turisti e curiosi, e invece è sempre li, relegata a se stessa, come una Cenerentola che aspetta il “grande boom”. Magari, anzichè fare la passeggiatina solita fra Castello e Duomo, o la coda al Baloon Museum per i selfie, andate a riempirvi gli occhi con questo capolavoro! E condividete, aiutatemi a farla conoscere!
Le parole della vecchietta che pregava all’interno da sola, ancora riecheggiano nelle mie orecchie: “ti rendi conto di cosa abbiamo qui? Non la calcola mai nessuno, un vanto simile dovrebbe aiutare a sconfiggere i luoghi comuni che vogliono Milano con poche cose da visitare”.
Cara sciura, ha proprio ragione.
Neanche Alberto Angela l’ha considerata nel suo ultimo documentario su Milano. Sempre le stesse cose.
Questa concezione arcaica di girare Milano solo per il centro, quando le nostre periferie pullulano di gioielli poco conosciuti.
Io ci riprovo, chissà, magari è arrivato il tempo di far splendere un gioiello, rimasto ormai all’ombra del turismo internazionale (e cittadino). (Milano Segreta) . …………………………………………………………………………………………………………………………..
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