Apre l’ultima serata del Festival di Sanremo, Gianni Morandi con un omaggio a Lucio Dalla: un inizio commovente che richiama una lacrima, un rimpianto. E il cuore di Morandi si sente. Meritatata ovazione, meritatissima, ma la magia finisce subito e la cavalcata dei cantanti in gara ha inizio.
Forse meraviglia l’impegno, una paura sottesa, l’emozione a fior di pelle di tanti giovani, a volte con i visi puliti di ragazzi che sfoderano grinta e convinzione nonostante la canzone interpretata sia mediocre. Ma è giusto credere in un sogno e proporre uno spicchio dell’anima. Purtroppo anche alcuni professionisti navigati hanno riproposto se stessi, senza un guizzo di originalità: vedasi Modà, Paola e Chiara, I cugini di Campagna, Levante. Giorgia questa sera ha finalmente sfoggiato le sue potenzialità vocali rendendo il brano emotivamente suggestivo.
Elodie ha indossato un abito lungo con coda a strascico metà pizzo e metà velluto con mono manica e collo alto. Di una bellezza disarmante, indubbiamente la più elegante per una canzone radiofonica. Gianluca Grignani da riascoltare, da gustare per un testo non banale, sofferto. Bravi con personalità Madame, Lazza, Ultimo. Marco Mengoni, un grande da 10 e lode.
Si deve parlare anche del vuoto a perdere Chiara Ferragni, amata da Amadeus, è ritornata e non capisco il perché? “Madonna Chiara Ferragni ‘sta retorica del corpo sui vestiti” Questo commento sintetizza il pensiero del popolo dei social per gli abiti-manifesto di Ferragni. Sul palco del teatro Ariston è arrivata con un abito firmato Schiapparelli, un’armatura oro scolpita sui seni della stessa Ferragni.
Dall’Olimpo l’immensa Ornella Vanoni per dire classe, personalità: unica e inimitabile. Un mito applauditissimo. Una donna a tutto tondo.
Amadeus legge una breve lettera di Zelensky e così commenta Libero “scandalo Zelensky” a Sanremo? Una farsa, o quasi. Al Festival la scaletta è in netto ritardo: il messaggio del presidente dell’Ucraina slitta così alle 2 di notte, quando c’è da credere che lo share sarà all’80% o giù di lì, ma con la stragrande maggioranza dei telespettatori addormentati o quasi. Insomma, tutti contenti: i filo-ucraini, che hanno incassato “l’endorsement” della kermesse più seguita d’Italia. I filo-russi, che hanno visto Zelensky depotenziato. E pure chi vuole un Sanremo “solo per la musica”, con la politica (in questo caso, quella estera) spinta in un angolino, innocua.”
Finite le esibizioni con uno sbadiglio, si attende il nome del vincitore. Prima, però, Amadeus annuncia gli altri riconoscimenti della kermesse. Il premio della critica Mia Martini va a Colapesce Dimartino con Splash, che fanno il bis aggiudicandosi anche l’ambito premio della sala stampa Lucio Dalla. Poi il premio per il miglior testo Sergio Bardotti, assegnato dalla commissione musicale: vincono i Coma cose con L’addio. Si continua con il premio Giancarlo Bigazzi, assegnato dall’orchestra del Festival alla miglior composizione musicale a Marco Mengoni con Due vite.
Dopo sei ore di chiamiamola musica, la classifica finale: Quinto posto per Tananai con Tango. Quarto Ultimo, con Alba. Terzo posto per Mr. Rain con Supereroi. Infine la seconda posizione per Lazza, con Cenere.
Trionfa Marco Mengoni.