C’è Zelensky in giro, anche a Sanremo atteso fino a notte fonda, c’è appunto Sanremo, ah ci sono i bulli di Sanremo, c’è la Ferragni desnuda, meglio se restava vestita, ci sono quarantamila morti del terremoto turco e siriano, c’è l’anarchico omicida che fa lo sciopero della fame contro il 41bis, ci sono tanti in lacrime per gli anarchici che bella Lugano van via e nessuna pietà per i mafiosi del 41 bis. Ps c’è il razzismo che tanto ci sta sempre bene. C’è tutto, tranne il voto regionale che arriva all’improvviso, ridotto ai messaggi compulsivi degli amici dei candidati amici agli amici degli amici nelle messaggerie whatsapp. Il circo mediatico ancora l’anno scorso aveva parlato molto della Moratti pensando e sperando nello scoop. Poi silenzio. Anche grandi silenzi sull’eurogruppo socialista, cui appartiene il candidato sfidante lombardo, che continua a snocciolare ospiti per le galere belga. Tutti rumori sono stati per Sanremo, tutti gli insulti riottosi, isterici e cattivi per la destra, e per il Sanremo politico cioè il congresso del Pd che peraltro ha il vantaggio di garantire il successo della sinistra che finalmente realizza il sogno del partito unico.
Neanche il Berlusca è riuscito a rompere il muro del silenzio, pure criticando sonoramente la presidenza ucraina e urlando il suo tifo per l’Inter, inviando peraltro dovunque la Ronzulli. Non c’era verso di impedire la montante ondata di astensione. Forse in senso inverso, la prossima volta il Cavaliere si impegnerà in un bacio appassionato davanti alle urne con un alleato o un suo ministro. Conscio che la sinistra avrebbe perso, il main stream s’è impegnato a svuotare di significato la vittoria di destra, non credendo dopo all’enormità del risultato che non solo ha posto sul tetto i Fratelli ma salvato oltre le attese anche la Lega. L’astensione si è confermata però in modo omogeneo dovunque; a Milano città dove come previsto ha vinto l’europarlamentare Maiorino, che ha precisato che non tornerà a Bruxelles, anche per non ricevere visite o domande sgradite; è confermata tra i giovani che in maggioranza hanno votato in Lombardia a sinistra.
L’astensione del 33% dei votanti romani, 37% di quelli laziali e del 42% lombardi è stata soprattutto di sinistra, più nel Lazio che in Lombardia, dopo che le vicende congressuali del Sanremo del Pd avevano chiarito che era stato già passato mentalmente all’incasso il secondo disastro dopo le politiche, in uno sfogo di rinnovato Aventino. La gran parte dell’astensione però non ha colore politico; è semplicemente figlia della stanchezza e del superamento dell’esasperazione, che tracima nell’indifferenza depressa. Si può superare la sporcizia delle nostre città? Sembra di no. Si può lasciare perdere la chimera della raccolte differenziate? Quando mai, ora si punta,per 1,6 milioni di tonnellate di rifiuta Roma, al 65% nel 2030 e al 70% nel 2035, raccontando la balla di un 45% odierno. E sul braccio di ferro attorno all’inceneritore della Capitale sono caduti il governo del Migliore ed il potere di sinistra nel Lazio, mentre già si preannunciano tempi duri per il sindaco capitolino che a tradimento ha tirato fuori dal cassetto proibito l’inceneritore. Molto probabilmente il governo di Rocca prenderà l’argomento alla lontana. Unica occasione, il prossimo Giubileo, la cagnara più incasinata del solito e la grandiosa emergenza per approfittare e costruire il recupero energetico bruciante dai rifiuti, sotto la benedizione papale, unica soluzione per l’economia circolare di una massa coabitante di 35 milioni.
Non si può né si potrà fare a meno di parlare e di sentir parlare di ambiente, di clima, di auto elettriche, di energie alternative, né si potrà fare a meno di beccarsi pistolotti, comizi e avvertimenti, se non dai politici e dagli esperti che in gran parte ormai se ne vergognano, da tutta una serie di personaggi improbabili e imbeccati nei varietà, nelle serie e nei reality, fra bambini, anziani e clochard. Soprattutto non si può fare a nulla contro le conseguenze economiche che semplicemente uniscono nella paralisi Paese, politica e società nostrane, come quando dal 2035 non si potrà immatricolare auto a benzina e diesel. Non si potrà dare una regolata alla Rai, espellere per sempre chi calunnia politici legittimamente governanti, cacciare chi manifesta voglie violente bullistiche contro cose e persone, che tanto insegnamento danno alle imitazioni dei pargoli, né si potrà oscurare la voglia del brutto, dell’orribile, del vomitevole, del ributtante. Anzi sulla base dei numeri viene e verrà detto che questi elementi, magari eletti a valori, garantiscono gli incassi. Certo, parte dei media ha ammesso di avere detto e scritto il falso sapendolo di farlo mentre una sua parte ostinatamente e ottusamente mente a se stessa facendo colpa della vittoria agli altri. Impunita, convinta di non poter venire spazzata via
In due parole, la buona semplice amministrazione è impossibile. Non si può offrire pulizia, impedire occupazioni; espellere gli abusivi. E non si possono cambiare i trend economici globali della ricchezza di carta e dell’orrido, dell’ignoranza e della distanza tra ricchezza e povertà. Non può la politica; non possono gli elettori; non possono gli attori economici. Pur astenendosi, le accademie, i media e gli stakeholder sanno di poter proseguire indisturbati la loro marcia. Anche se pur crescendo l’astensione gli elettori continueranno a rispondere picche al loro trend, finché non ci sarà contezza che si deve cambiare metodo, a cominciare dall’architettura istituzionale per ridare potere al popolo sovrano ed alla politica tramite la quale esso si esprime. Per ora viva Fontana e Rocca, i vincitori in barba alle astensioni dei perdenti.

Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.