La sconfitta della sinistra alle elezioni regionali vista ed esaminata da sinistra

Lombardia

GIUSEPPE UCCIERO –  Le elezioni regionali impongono un commento a caldo. La Destra stravince il

…Milano, con il chiaro successo di Pierfrancesco Majorino, più che un modello ormai è diventata un caso, come Bergamo e Brescia. Alla chiara vittoria nella città, dense di ceto medio acculturato, corrisponde l’insuccesso sul territorio metropolitano, dove “si dice” abitino lavoratori e ceti meno abbienti: ci sarà un nesso con la secessione elettorale?

La crisi del campo progressista è profonda, coinvolge la sua identità, il rapporto con i cittadini, ed infine la politica delle alleanze. Non ci sono scorciatoie di comodo, e forse i prossimi cinque anni sono un periodo adeguato alla bisogna. Ci illudevamo, complici sondaggi fasulli. Si sperava meglio, ma questo è il risultato, amaro come una medicina  che pure bisogna prendere e la nostra sarà cinque anni di Fontana e Romano La Russa al comando in Lombardia.

Come ammoniva uno spot di qualche anno fa “meditate, gente, meditate”.

LUIGI CORBANI – 

…Era evidente che il centrodestra avrebbe vinto, visto che l’occasione di unire le forze del centro e della sinistra è svanita di fronte all’autocandidatura della Moratti, prontamente sostenuta con un piglio personalistico e romanocentrico da Calenda. Un flop scontato visto che si proponeva agli elettori di bere un vino stagionato nel centrodestra, imbottigliato poi  nel terzo polo, che non ha tolto a quella candidatura un sapore allappante, in particolare per l’elettorato di centrosinistra. Con il risultato che la lista Moratti ha cannibalizzato  il terzo polo: la candidatura Moratti ha preso duecentomila voti meno di quelli raccolti dal terzo polo alle politiche del 2022. Un errore grossolano che ha portato a un disastro, di cui è totalmente responsabile il sistema verticistico del terzo polo.

Né meglio è andata al centrosinistra e al PD ben lontano dal 26% del PD del 2013 (candidatura Ambrosoli): lo scarso risultato del movimento 5Stelle (un terzo dei voti presi per la Camera 2022)  ha dimostrato che l’errore politico di questa alleanza non è stata compensata sul piano elettorale, anzi forse l’unione PD-5S ha danneggiato la coalizione. Il PD oggi ha quasi settecento cinquantamila voti in meno del 2013 e la lista Majorino ha preso meno di un terzo dei voti della lista Ambrosoli e quasi cinquantamila voti della lista Gori.

E comunque una candidatura tutta spesa sui diritti, sulle minoranze, sugli immigrati, e poco attenta ai lavoratori e alle forze produttive certamente non poteva andare oltre il risultato deludente di queste elezioni. Continuo a ritenere che un’altra candidatura, quella di Lorenzo Guerini, avrebbe potuto unire centro e sinistra con molte possibilità di vittoria. Ma per questo ci vorrebbe un partito che sappia superare gli egoismi, di parte e anche personali, e guardare agli interessi generali.

UGO TARGETTI – 

Il PD

…Il PD, dato da molti per spacciato per via dell’incapacità della sua leadership, ha, non ostante tutto tenuto e rimane l’unico riferimento per un’alleanza a sinistra. Il PD ha tenuto, per merito della sua base elettorale storica, quella riformista che ha saldi i valori della Costituzione e delle istituzioni democratiche, che proviene dal PCI, dalla DC di sinistra, dal PSI non craxiano, dai repubblicani europeisti, che proviene, per ragioni d’età, ma anche per formazione politica, educazione famigliare, per cultura da quella parte del nostro popolo per cui l’antifascismo è un valore sostanziale e vissuto e non retorica d’occasione.

L’alleanza di sinistra andrebbe costruita in modo organico con i sindaci e gli amministratori di sinistra che governano le città maggiori come Milano, Varese, Bergamo, Brescia, Mantova e altre.

Bisogna costruire un’alleanza stabile tra i partiti che dovrebbe sostenere le prossime candidature a sindaco e costruire il futuro candidato presidente, per tempo, non negli ultimi mesi.

PIETRO CAFIERO

…Ultimo tema. Fratelli di Italia e la Meloni crescono e vincono. E se riusciamo ad andare oltre i soliti ritornelli (che evidentemente hanno un po’ stufato) dei fascisti brutti e cattivi, forse potremmo anche capire il perché di questo fenomeno. A meno di non voler sostenere che il popolo è bue. A me sta anche bene, ma io sono snob e un po’ anarchico (nell’animo). Questi governano ormai da mesi e nonostante dichiarazioni improvvide, gaffes e atteggiamenti poco istituzionali di molti rappresentati di quel partito e di quella maggioranza, nonostante tutto vincono le elezioni delle due più importanti regioni italiane (non me ne voglia il Molise). Riuscite a spiegarmi perché, senza essere snob e radical chic?

(Lettere da Arcipelago Milano)

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