Con oltre 100 miliardi di dollari in armi e aiuti finanziari americani all’Ucraina in meno di un anno – e altri in arrivo per contrastare l’invasione russa, come annunciato oggi dallo stesso presidente Joe Biden in visita a Kiev – aumentano le preoccupazioni negli Stati Uniti per la possibilità che terroristi e funzionari corrotti possano approfittarne per intercettare almeno una parte di questo sostegno militare e finanziario. L’ispettore generale speciale che ha supervisionato gli aiuti all’Afghanistan dal 2012, e alcuni parlamentari repubblicani della Camera, in particolare hanno avvertito della necessità di una supervisione più stretta degli aiuti militari e umanitari all’Ucraina. Una richiesta giunta proprio mentre il presidente Biden ha annunciato, da Kiev, un ulteriore contributo di mezzo miliardo di dollari in assistenza militare all’Ucraina: un pacchetto che includerà equipaggiamenti, munizioni d’artiglieria, sistemi anti-corazzati, Javelin e Howitzer.
La portata dello sforzo statunitense, dall’inizio del conflitto il 24 febbraio scorso, è enorme. Il Pentagono ha speso 62,3 miliardi di dollari nel 2022 in Ucraina per armi, munizioni, addestramento, logistica, rifornimenti e stipendi, secondo il rapporto Joint Strategic Oversight Plan for Ukraine Response pubblicato a gennaio. Il Dipartimento di Stato e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale hanno stanziato 46 miliardi di dollari per attività che vanno dalla sicurezza delle frontiere ai fondi per i servizi governativi di base come servizi pubblici, ospedali, scuole e vigili del fuoco. Altre agenzie governative, compreso il Dipartimento dell’Agricoltura, hanno investito invece altri 5 miliardi di dollari. I 113 miliardi di dollari complessivi autorizzati dal Congresso si avvicinano ai 146 miliardi di dollari spesi in 20 anni per l’assistenza militare e umanitaria in Afghanistan, sebbene il costo dell’invio di truppe statunitensi fosse molto più alto, ricorda Usa Today. E “quando si spendono così tanti soldi, così in fretta, con così poca supervisione, ci sono frodi, sprechi e abusi”, ha commentato John Sopko, l’ispettore generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan. “In quantità enorme”.
Il Pentagono respinge chiaramente tale narrazione, affermando che sono state messe in atto tutte le salvaguardie possibili per garantire che le armi statunitensi siano prese in consegna diretta dalle forze ucraine. “Il dipartimento prende sul serio il nostro impegno nei confronti dell’Ucraina, motivo per cui abbiamo implementato misure forti per monitorare le capacità che stiamo fornendo per equipaggiare l’Ucraina”, ha affermato Sabrina Singh, vice addetta stampa del Pentagono. Ma il dipartimento della Difesa americana non può avere assoluta certezza della loro destinazione finale, e soprattutto del loro uso. Il Pentagono “non è stato in grado di fornire il monitoraggio dell’uso finale in conformità con la politica del dipartimento della Difesa”, secondo un rapporto dell’ispettore generale dello stesso ministero. E il “monitoraggio dell’uso finale” include la capacità di seguire i numeri di serie di armi e munizioni per garantire che vengano utilizzati come previsto.
“Lo Stato sta supervisionando livelli senza precedenti di assistenza alla sicurezza in Ucraina, che presenta un rischio significativo di uso improprio e diversione dato il volume e la velocità e l’ambiente operativo in tempo di guerra”, secondo il rapporto Joint Strategic Oversight Plan for Ukraine Response. Singh ha affermato che il monitoraggio delle armi statunitensi viene effettuato con l’aiuto dell’Ucraina.
“Attraverso il nostro personale dedicato, effettuiamo registrazioni complete delle donazioni di armi statunitensi presso i nostri nodi di distribuzione immediatamente prima del trasferimento in Ucraina e poi, una volta nel Paese, gli ucraini registrano e tracciano gli articoli statunitensi e forniscono rapporti sulle spese e sui danni”, ha affermato, cercando di rassicurare.
“Non è abbastanza”, però, per il parlamentare Michael Waltz, membro del Comitato per i servizi armati della Camera. Il Pentagono ha bisogno di più ispettori sul campo in Ucraina per garantire che le armi siano utilizzate correttamente, ha suggerito. “Questo tipo di controllo, rispetto all’auto-segnalazione da parte degli ucraini, è incredibilmente importante”, ha commentato. Da parte loro, il senatore JD Vance e il deputato Dan Bishop, hanno scritto una lettera alla Casa Bianca, chiedendo maggiori dettagli sull’assistenza militare ed economica, sull’invio dei fondi e sul loro utilizzo in Ucraina.
“Il popolo americano merita di sapere esattamente dove va a finire il suo denaro”, ha dichiarato Bishop in una nota. “Una contabilità dettagliata e trasparente è una necessità assoluta”, ha aggiunto, mentre James Comer, presidente della commissione della Camera per la Supervisione e la Responsabilità, ha affermato che il Congresso dovrebbe condurre una supervisione dei dollari dei contribuenti inviati all’estero per verificare se ci siano sprechi o uso improprio dei fondi.
Di certo, a un anno dall’inizio della guerra, il sostegno dell’opinione pubblica americana alla politica di assistenza militare e finanziaria a Kiev non è più granitico come alcuni mesi fa. Secondo un sondaggio dell’Associated Press condotto solo alcuni giorni fa, il 48% degli adulti statunitensi resta favorevole alla fornitura di armi da parte degli Stati Uniti all’Ucraina, mentre il 29% è contrario e il 22% non ha espresso un’opinione. Ma il consenso è decisamente in calo rispetto a maggio 2022, quando il 60% degli americani non aveva espresso alcun dubbio sulla necessità di assistere Kiev nella sua guerra contro la Russia. (Di Corrado Accaputo – Askanews)
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