Giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore, aveva 84 anni. La notizia è stata diffusa dal suo ufficio stampa
Nato a Roma il 28 agosto 1938, Maurizio Costanzo ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali (Il marito adottivo, Vuoti a rendere ecc.). La sua carriera comincia nel 1956, a soli diciotto anni, come cronista nel quotidiano romano “Paese Sera”. Nel 1963 esordisce come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli a Radio Rai dal titolo “Canzoni e nuvole”, condotto da Nunzio Filogamo. Nel 1966 è coautore del testo della canzone “Se telefonando”, scritto insieme con Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e portata al successo da Mina.
A metà anni 70 arriva la televisione e con esse la grande popolarità. E’ del 1976 il talk-show “Bontà loro” in Rai, seguito da “Acquario” e “Grand’Italia”. Nel 1982 passa alla reti Fininvest e lancia il “Maurizio Costanzo Show“. E’ l’inizio di una storia unica nella televisione italiana, durata 40 anni. Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si impegna come uomo e giornalista nella lotta alla mafia. In seguito all’omicidio di Libero Grassi, Costanzo e Michele Santoro realizzano nei primi anni 90 una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile la scena in cui Costanzo brucia in diretta una maglietta con scritto “Mafia made in Italy”.
Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, di un attentato ai suoi danni: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplode a Roma in via Ruggero Fauro (vicino al Teatro Parioli). Al momento dell’esplosione sono in transito due autovetture: una Mercedes blu, presa a nolo la mattina stessa, condotta da Stefano Degni, su cui siedono Maurizio Costanzo (di ritorno dalle registrazioni del Costanzo Show) e la sua compagna Maria De Filippi e, a brevissima distanza, una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo. Fortunatamente, non ci sono vittime e gli occupanti della Mercedes rimangono illesi per un ritardo del passaggio dell’auto nella zona nello scoppio causato dal telecomando e per un muretto di una scuola che fa da protezione all’automobile blindata di Costanzo.
Tra i suoi programmi più noti, anche “Buona domenica“. Ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004, in collaborazione con Giancarlo Dotto), “E che sarà mai?” (2006), La strategia della tartaruga (2009), “Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi” (2015), “Vi racconto l’Isis” (2016) e “Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti” (2022). Dal 1995 è sposato con Maria De Filippi.
Maurizio Costanzo nel maggio 2021 faceva un bilancio della sua vita in una lunga intervista al “Corriere della Sera” .
Il conduttore si raccontava a ruota libera parlando di politica, televisione, scelte sbagliate ed errori commessi, ma anche della sua vita sentimentale. Segnata soprattutto dalla sua relazione con Maria De Filippi, con la quale aveva appena festeggiato le nozze d’argento: “Vorrei morire senza accorgermene, senza soffrire, con la mano in quella di Maria..
“Ho sempre sperato di avere un’unione duratura, di condividere un’esistenza. Non rinnego il passato, la vita va vissuta per quella che è. Per fortuna ho incontrato Maria. Più di una fortuna. Molto, molto di più”, confessava Costanzo ammettendo che non ci sono segreti o formule, per far durare una storia lunga e solida: “Capita o non capita. Succede che esci senza ombrello e poi piove, o invece che esci e te lo sei portato. Succede”.
Nell’intervista il conduttore parlava anche dei suoi figli Saverio e Camilla e dei legami familiari: “Sono solidissimi. Tutti i giovedì pranzo con Saverio e Camilla”. Sull’essere nonno (di quattro nipoti) Costanzo non aveva dubbi: “E’ splendido. Ora la pandemia rende difficile vedersi. Ma essere nonni è meraviglioso”.
E poi Gabriele, il figlio adottato con la De Filippi: “Altro legame familiare intenso. Lui lavora con Maria, sono unitissimi. Gabriele rafforza il mio profondissimo rapporto con Maria. Ricordo ancora la mia commozione quando, avrà avuto dodici anni, mi chiamò “papà” per la prima volta. All’inizio è una paternità diversa. Poi diventa uguale all’altra, a quella naturale. Ritengo il suo arrivo un miracolo”. (Tgcom24)
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