Il Carnevale ambrosiano – storia delle origini

Milano

Il Carnevale ha radici antichissime: dai festeggiamenti degli Egizi in onore della Dea Iside alle “Grandi Dionisiache” greche in onore del Dio Bacco, fino ai Saturnali dell’epoca romana, in cui venivano sospese le leggi in vigore. Questo rovesciamento delle norme ha portato alla tradizione di mascherarsi, cioè al tratto più caratteristico del Carnevale. La parola “Carnevale” deriva dal latino carnem levare, togliere la carne; indica il periodo che precede la Quaresima, in cui, secondo la tradizione religiosa, la carne è proibita; per questo in epoca romana venivano celebrati i carnesciali, grandi banchetti prima del digiuno. A Milano il carnevale si festeggia più tardi del resto d’Italia, cioè 4 giorni dopo tutti gli altri. Dove si osserva il rito ambrosiano, ovvero nella maggior parte dell’arcidiocesi di Milano e in alcune delle diocesi vicine, l’ultimo giorno di carnevale è il “sabato grasso”, 4 giorni dopo il “martedì grasso” celebrato nel resto d’Italia.

Diverse tradizioni narrano le origini del Carnevale Ambrosiano, attribuendole al Vescovo Ambrogio. La più nota vuole che il vescovo fosse impegnato in un pellegrinaggio e avesse annunciato il proprio ritorno per carnevale, per celebrare i primi riti della Quaresima in città. La popolazione lo aspettò prolungando il carnevale sino al suo arrivo, che avvenne in ritardo di quattro giorni. Ma in realtà non sono i milanesi che hanno “allungato” il Carnevale, ma gli altri che l’hanno accorciato! Nel passato la Chiesa imitava i quaranta giorni passati da Gesù nel deserto con altrettanti giorni di digiuno in preparazione al venerdì santo, detto Pasqua. Durante il VII secolo, la Pasqua venne spostata alla domenica della Resurrezione di Gesù Cristo e si decise che dal periodo di digiuno e astinenza dovevano essere escluse le domeniche. Ma così facendo, per mantenere i quaranta giorni di penitenza, si anticipò l’inizio della Quaresima al mercoledì, che da allora venne detto “delle Ceneri”.

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