Caro collega,
esprimo sentitamente solidarietà e vicinanza a te, ai tuoi studenti e alla comunità scolastica tutta del prestigioso Istituto scolastico da te diretto, per il gesto che definisci significativamente “brutale, brutto, violento, pesante”, di sabato mattina, dell’affissione delle immagini capovolte del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Istruzione e del Merito, e annesso striscione, condividendo appieno le riflessioni da te prodotte in merito all’accaduto.
La scuola, oltre ad essere il luogo in cui si trasmettono apprendimenti, ha il dovere di educare i suoi studenti alla cittadinanza, oggi più che mai. Lo deve fare attraverso la cultura, che fornisce gli strumenti per capire e interagire con la realtà, comprendere la propria umanità, narrare il proprio vissuto esperienziale mettendolo in comunicazione con gli altri, con la disponibilità al confronto e all’arricchimento reciproco.
La qualità e la tenuta democratica di un Paese, di una comunità, si misurano sull’importanza e sul ruolo assegnato alla scuola, che si legittima ed è tanto più autorevole e credibile quanto più è in grado di realizzare nei processi culturali la finalità di emancipare i propri studenti da condizionamenti pregiudiziali, forniti degli strumenti necessari per decodificare razionalmente la polisemica realtà esperienziale.
In una società democratica, l’educazione è sostanzialmente educazione alla democrazia, formando cittadini attivi, capaci di approcciarsi con intelligenza critica al Mondo, di definire insieme il bene comune, prendendosi cura degli altri, occupandosi della Cosa pubblica, la Res publica, perseguendo la civile convivenza e la solidarietà.
L’educazione diventa una responsabilità comune, a cui ciascuno deve dare il proprio contributo.
Oggi la scuola deve affrontare una vera e propria sfida educativa; esprimo preoccupazione per l’escalation di eventi violenti che si stanno verificando dentro e fuori i nostri istituti. Presidi, docenti, non docenti, sono chiamati ancor più che in passato ad assumersi responsabilità condivise, non alimentando irresponsabilmente tensioni propedeutiche a manifestazioni violente, che costituiscono il fallimento della mission educativa della scuola.
Insieme alle altre agenzie educative, dalle famiglie alla comunità educante nella sua globalità, la scuola ha la responsabilità di educare gli studenti al dialogo e allo scambio costruttivo dei valori morali e sociali indispensabili per vivere in armonia nelle comunità interconnesse odierne, educando al rispetto delle diversità di pensiero, di opinioni personali, politiche e culturali, valorizzandole quali momenti di rispettoso confronto e occasione di arricchimento e di crescita, non come motivi di conflitti, di intolleranza e di deriva violenta.
Un caro saluto.
Il Dirigente Scolastico del Liceo “G. Ricci Curbastro” di Lugo Giancarlo Frassineti
Lettera inviata a Lugonotizie.it
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