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Milano, da donna chic a stracciona

Milano

Milano, una donna chic, con l’eleganza dell’austerità, la sobrietà della praticità, il sorriso dei parchi, la bellezza nascosta dei suoi vicoli, il romanticismo dell’acqua là, dove il Naviglio borbotta e ricorda gli splendori dei tramonti lunghi di luce, quando camminare era dolce come un gelato e la nebbia era un sogno da confidare alle stelle.

Una donna che sapeva ascoltare che sapeva ridere che sapeva cantare. Fiera di un profumo che era ordine, pulizia, lavoro, responsabilità. E abbracciava col fare po’ burbero di chi non aveva tempo da perdere, i figli adottivi, i nipoti acquisiti: un’intera umanità che volesse amarla e imparare a vivere secondo le sue regole, le sue direttive. E non importava chi fossero e da dove venissero, erano figli da coccolare con la generosità del cuore.

Oggi Milano è una donna stracciona, ferita, violata, lacerata. Perché l’hanno derisa, stuprata, dimenticata. I figli venuti da lontano non hanno rispetto, hanno rubato la sua fierezza, hanno sputato sporcizia e disordine, hanno vomitato insulti e anarchia, hanno seminato criminalità e illegalità. Con la ribellione dell’ingratitudine, con l’ignoranza della presunzione, con l’ottusità di chi non capisce.

Milano raccoglie i suoi stracci di periferia con le lacrime agli occhi bistrati e ben truccati per sembrare bella agli occhi del mondo. E piange per i monumenti imbrattati di ideologie false e stupide, per l’abbandono dei figli più veri. Là dove il buio non riesce a nascondere povertà e dolore, là dove tutto è stato dimenticato…

Nene Ferrandi dal volume “Milano si racconta”

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