Sala, il sindaco green sacrifica un giardino e un centro di aggregazione per un nuovo palazzo

Milano

Sala, il sindaco che ha sviluppato il concetto green a suo uso e consumo, che non indietreggia se deve cementificare angoli di Milano, che pontifica sulla necessità di luoghi di aggregazione, è pronto a sacrificare il Circolo combattenti e reduci e un pezzo di verde pubblico per costruire il museo della Resistenza.

Spiega Il Giornale “L’assessore all’Ambiente e al verde del Comune di Milano, Elena Grandi, difende a spada tratta la realizzazione della nuova piramide, anche se questa rischia di soffocare sia l’associazione che quel fazzoletto di verde pubblico, il cui progetto, come si legge nella comunicazione dell’associazione, “è stato condiviso, approvato ed autorizzato dal Comune di Milano con l’Accordo di gestione firmato il 07/10/2021, il quale segnala espressamente che la ‘riqualificazione dell’area sarà realizzata come da progetto’”. Eppure, come si evince da vecchi post social, proprio l’assessore Grandi in passato si batteva il pugno sul petto per difendere i “quattro alberi” di piazza Baiamonti dalla realizzazione della nuova piramide. Ed era solo il 2019. Si cambia idea rapidamente o, per lo meno, l’ha cambiata rapidamente l’assessore, una volta messo piede nella nuova giunta.”

Insomma ci sarà un nuovo palazzo, “gemello” della piramide Rizzoli già esistente in viale Pasubio, da dedicare al museo della Resistenza. Il tutto a scapito di un’area verde che da anni il Circolo combattenti e reduci di Porta Volta cura con amore. Qui, osserva il quotidiano,  in questa porzione di verde tra i palazzoni di Milano, sorge anche un glicine monumentale, divenuto simbolo dell’associazione, che rischia di essere eradicato dalle ruspe. Lo stesso glicine è iscritto al Fai per diventare un luogo del cuore. Sala evidentemente non si preoccupa di quanto sia umanamente importante per un quartiere un punto di riferimento che cresce, fa parte dell’orizzonte dell’uomo, dei suoi pensieri. Soprattutto quel circolo rappresenta una testimonianza storica per Milano, non solo per il suo ruolo nel tessuto sociale urbano ma anche perché vede la presenza di importanti strutture di epoca spagnola.

Argomenti molto lontani dalla sensibilità di Sala.

Anna Ferrari

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