Dalla viva voce dei responsabili ATM le gravi difficoltà a reperire persone spiegandone le motivazioni. Nova.news relaziona “C’è un tema non solo nostro ma di tutto il TPL a livello europeo: poche persone prendono le patenti perché è costoso, prendere la D più la carta di qualificazione del conducente (cqc) costa più di tremila euro”, ha illustrato Maria Emanuela Salati, responsabile formazione, selezione e welfare di Atm.
Atm ha assunto 620 persone nel 2022 e punta a prenderne altre 650 nel corso di quest’anno, ma ci sono difficoltà nell’intercettare tre figure professionali in particolare: i conducenti, i manutentori e gli ingegneri, per diverse cause legate alla poca attrattività del Tpl come ambito lavorativo e scarsa popolarità del settore negli istituti tecnici. Lo ha illustrato Maria Emanuela Salati durante la commissione consiliare lavoro, mobilità e partecipate del Comune di Milano. Per i conducenti, che compongono circa metà (300) delle assunzioni che l’azienda mette in conto per il 2023, Salati ha spiegato che “c’è un tema non solo nostro ma di tutto il TPL a livello europeo: poche persone prendono le patenti perché è costoso, prendere la D più la carta di qualificazione del conducente (cqc) costa più di tremila euro. Questa è una prima problematica. In seconda battuta abbiamo risentito anche del fatto che circa il 65 per cento del nostro personale viaggiante proveniva dal sud Italia, con la pandemia si è interrotto questo flusso e non è più ricominciato. Le persone hanno trovato lavoro in loco e non hanno più dimostrato interesse a venire a Milano, con tutte le difficoltà di ambientamento e di costi. Molti ci hanno anche telefonato dicendo che percepivano il reddito di cittadinanza e aspettavano quindi che le misure cambiassero. Tutto questo ha interrotto quel flusso di persone che decidevano di cambiare vita e venire su a Milano per lavorare da noi. Noi siamo intervenuti su questo tema e abbiamo deciso di sovvenzionare la Cqc, di pagare come azienda l’integrazione da 1500 euro alla patente D per prendere la certificazione di trasporto persone. Effettivamente è la misura che ha funzionato di più e ci ha dato un buon afflusso di candidature, che però non è sufficiente rispetto alle esigenze che abbiamo. Oltre a questo, che è un progetto che prosegue per tutto il 2023, siccome c’era un problema di housing a Milano abbiamo messo in piedi convenzioni con delle residenze, con dei prezzi agevolati convenzionati per poter far alloggiare a Milano. Sono l’opera San Carlo e il Cardinal Ferrari”.
Venendo alla seconda figura professionale, i tecnici specializzati diplomati Itis per i quali Atm ha in programma di assumere 150 persone nel 2023, “abbiamo trovato enorme difficoltà – ha spiegato Salati -, perché ci sono pochi diplomati Itis. La competizione ha reso difficile questo mercato, ci si ruba tecnici specializzati tra aziende e noi non sempre siamo vincenti in questa competizione. La prima azione efficace che abbiamo fatto è la creazione di un’academy, in cui i neodiplomati itis vengono selezionati e fanno un corso di tre mesi organizzato da Atm con cui vengono preparati sugli argomenti di particolare interesse per l’azienda e poi affrontano la prova tecnica, la visita medica e alla fine vengono assunti. L’anno scorso abbiamo fatto quattro corsi di questo tipo in collaborazione con scuole del territorio”.
Per quanto riguarda la terza figura critica per Atm, la quarantina di ingegneri in più di cui l’azienda necessita, c’è una competizione del mercato molto forte ma anche una non conoscenza approfondita di quali sono le opportunità all’interno della struttura di Atm. L’azienda sta quindi lavorando coi politecnici di tutto il Nord Italia per rendere noto agli studenti cosa sia la figura dell’ingegnere dei trasporti e che opportunità abbia all’interno di Atm. “Ricordiamo – ha evidenziato Salati – che noi siamo sia l’azienda leader del settore dei trasporti sia stiamo affrontando sfide importanti, come quella del full electric, le gare internazionali, la nuova metropolitana (M4), il processo di digitalizzazione. Chi entra da noi, a maggior ragione gli ingegneri, può affrontare sfide e progetti che non vedrà da altre parti. Siamo un pochino deboli sull’immagine che abbiamo sul mercato per quanto riguarda gli ingegneri, che magari preferiscono andare in società più note”.
Alla commissione hanno partecipato anche le principali sigle sindacali, Fit Cisl; Faisa Cisal; Uiltrasporti; Filt Cgil e Ugl. I rappresentanti dei sindacati hanno in generale sottolineato come la situazione stipendi, se messa a sistema con gli alti costi della vita a Milano, spieghi il perché di queste crescenti difficoltà nell’attirare personale, ma è stato anche messo l’accento sul problema della sicurezza. “Io ho mandato in giro – ha sottolineato Christian Colmegna di Fit Cisl – uno dei contratti che l’azienda offre. Un contratto part time 26 ore, 4 giorni la settimana da martedì a sabato. A questo lavoratore gli si offrono 17.757 euro all’anno lordi per questo tipo di lavoro. Dopo di che andiamo a scorporare questi dati e ci chiediamo come fanno a non andar via da Milano e a stare qua a lavorare? Le altre aziende di trasporti, come Trenord, per nove mesi li paga 500 euro al mese. Dopo di che, una volta assunti, guadagnano sui 2500/3000 netti al mese. Se vogliamo fare un discorso politico dobbiamo dire che se ci sono pochi conducenti bisogna pagarli di più, se li paghiamo di più li troviamo”. “A Milano, in più – ha aggiunto Roberto Errante di Uiltrasporti -, c’è un problema di sicurezza. Ancora si registrano delle aggressioni e se uno dovesse scegliere di venire a lavorare in Atm e metterci la patente e in più il rischiare di non tornare a casa a fine turno, questi sono ingredienti che spingono la gente a scegliere di non fare più l’autista”.
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