In Iran almeno 11 persone sono morte e oltre 3.500 sono rimaste ferite in varie città la notte del 14 marzo per le proteste, annunciate dagli attivisti, durante la festività del Charshanbesuri, tradizionale celebrazione che cade durante la notte prima dell’ultimo mercoledì prima del capodanno iraniano. Lo ha affermato Jafar Miadfar, capo dell’Organizzazione nazionale per le emergenze mediche, parlando, in un discorso alla tv di Stato, di incidenti avvenuti durante le celebrazioni.
Festività ritenuta pagana dal clero sciita
La festività è ritenuta pagana dalla stragrande maggioranza del clero sciita e il capo della polizia aveva fatto sapere di considerare l’evento “pericoloso”. Non sono state fornite informazioni su eventuali arresti. Durante le celebrazioni, molte persone hanno protestato contro il governo in varie città del Paese, tra cui Teheran, Isfahan, Rasht e Saqqez.
Proteste contro il governo
In occasione del Charshanbesuri, gli attivisti avevano convocato tre giorni di proteste per proseguire le dimostrazioni antigovernative iniziate in settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.
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