Con il mandato d’arresto della Corte dell’Aia, ora se Putin “lascia la Russia verrà arrestato”

Esteri

L’ex procuratrice dell’Aia Carla Del Ponte spiega cosa cambia con la storica decisione della Corte internazionale.

Carla Del Ponte

“Putin vuole sradicare l’identità di un popolo e quindi deve risponderne penalmente” e adesso, dopo il mandato d’arresto della Corte penale internazionale “deve soltanto fare un passo fuori dalla Russia e si troverà a utilizzare la ‘carta igienica’ della prigione dell’Aia”, ha detto a Repubblica l’ex procuratrice dell’Aia Carla Del Ponte, protagonista del processo a Slobodan Milosevic, riprendendo le parole dell’ex premier russo Dmitry Medvedev. “Finalmente è stato raggiunto un primo traguardo molto importante, che è solo un primo passo verso la contestazione degli altri innumerevoli reati di cui Putin dovrà essere incriminato”.

“Un fatto è certo. Da oggi la sua vita da capo dello Stato diventa difficile. Gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale. È innegabile che la richiesta di arresto incrina irrimediabilmente la sua immagine pubblica. Oggi in Russia lui è il presidente, ma è chiaro che i gravissimi reati che gli vengono contestati possono giocare anche politicamente contro di lui”, rincara Del Ponte.

“Il crimine di guerra di cui è accusato, la deportazione dei bambini, è gravissimo e non l’abbiamo ancora mai visto contestato a livello di responsabilità penale. Ma ci saranno tantissimi altri crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in questo anno di guerra in Ucraina che sono apparsi estremamente gravi e di cui lui stesso dovrà rispondere” come “quelli che puniscono il sistematico attacco contro tutti i civili, le reiterate torture inflitte alla popolazione, gli atti di violenza sulle donne e sui bambini, tutte le violazione compiute dall’esercito russo che rispondeva ai suoi ordini essendo lui l’unico capo supremo”.

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