Uso l’auto, lo ammetto, ma non mi sento “colpevole”

Milano

Milano è la città dove sono nata e cresciuta, l’amo senza se e senza ma, e così tanto da farmi pensare che sia la città più bella del mondo.

Sono parziale, lo so, questo pensiero mi attraversa la mente quasi ogni giorno, e mi fa sentire in difetto, ma alla fine mi perdono ogni volta.

L’amore incondizionato per la città natale è un po’ come quello per la propria squadra di calcio, la si ama sempre e comunque, che giochi bene o male; a volte la si critica, ma poi le attenuanti sono lì dietro l’angolo, quasi a ricordarci che quando fai una scelta devi seguirla fino in fondo, anche se ti costa fatica.

Vivere a Milano ultimamente mi provoca sentimenti contrastanti, quella sorta di amore/odio che ben sopporto, nonostante metta a dura prova la mia pazienza, e spesso mi chiedo se ne valga la pena continuare a vivere qui: la mia risposta, finora, è sempre stata “SI, è questo che voglio”,  e qui resterò finché non avrò altri progetti, a dispetto di quello che sta succedendo da ormai troppi mesi, e cioè della decisione dell’amministrazione comunale di demonizzare l’automobilista, di rendergli la vita sempre più difficile, e soprattutto di mettere mano al suo portafoglio,  creando una discrepanza sociale che va contro ogni logica, e che rema in direzione opposta al classico pensiero di sinistra che invece sostiene l’uguaglianza sociale e l’egualitarismo.

Sono un’automobilista, lo ammetto, ma non mi sento colpevole; ho diritto di muovermi come meglio credo, rispetto chi va in moto o in bici o usa i mezzi, pubblici, ma io ho scelto l’auto, spesso vado a piedi, e raramente uso i mezzi pubblici.

Il motorino dei 14 anni l’ho guardato con aria di sufficienza, perché aspettavo con ansia quei fatidici 18 per prendere la patente; i miei mi regalarono una 500 usata, rosso aragosta, e la usavo più che altro per andare a scuola, che era lontanissima dalla mia prima abitazione: immersa nel traffico cittadino – anche se negli anni 80 era meno congestionato di adesso – percorrevo anche un breve tratto di tangenziale, dove la mia “piccolina” spariva se paragonata ai TIR che mi sfrecciavano accanto!

Ebbene sì, amo le quattro ruote, e mi sento a mio agio a Milano come in autostrada; l’auto mi serve per spostarmi da una parte all’altra della città, per scarrozzare il mio anziano e adorato papà, e per tutte quelle necessità come spesa, shopping e altro dove, diciamocelo chiaro, qualsiasi auto, anche la più piccola e  scomoda, dà sicuramente dei punti rispetto a qualsiasi veicolo a due ruote, e ovviamente anche ai mezzi pubblici, che talvolta non si possono  usare per le ragioni più svariate.

È da molti mesi, ormai, che Milano è diventata la città italiana più elitaria, dove la forbice tra “chi può e chi non può” si sta allargando sempre di più.

Lo vediamo ormai in molteplici aspetti della nostra vita quotidiana, ma è proprio sulla mobilità che il sindaco Sala, insieme all’Assessore alla mobilità Arianna Censi, e l’Assessore all’ambiente Elena Grandi, sta pesantemente calcando la mano, perché ormai il pensiero unico di sinistra va in questa direzione: e cioè l’eliminazione totale delle auto private, anche quelle elettriche, nel 2050, con un primo step nel 2030.

Questo disegno risponderebbe ai requisiti del “Piano Aria Clima”, approvato in Consiglio Comunale un anno fa.

In nome di questo provvedimento, si fa finta di non sapere che la città più inquinata d’Italia non è Milano, bensì Torino, e che Cremona detiene, per molti a sorpresa, un bel secondo posto, sia in Italia che in Europa (al primo posto c’è una cittadina polacca).

Cremona, infatti, è densamente popolata, altamente industrializzata, e con una vasta agricoltura intensiva; l’inquinamento degli allevamenti intensivi è una questione che raramente suscita una grande attenzione: quando si parla di “inquinamento atmosferico” come causa dell’effetto serra, il più delle volte ci si riferisce soltanto alle emissioni di gas climalteranti prodotte dai combustibili fossili come il petrolio, il carbone e il gas.

Eppure, l’inquinamento di un allevamento intensivo rappresenta un rischio elevato per la terra, l’aria e l’acqua, in quanto è in grado di contaminare tutta la biosfera. Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), questi allevamenti producono il 75% delle emissioni di ammoniaca in Italia, rappresentando la seconda fonte di polveri sottili dopo il riscaldamento; inoltre, le ingenti quantità di escrementi animali causano  produzioni di gas serra più pericolose dell’anidride carbonica, come l’ammoniaca e il metano, in quanto persistono più a lungo nell’atmosfera, e hanno una maggiore capacità climalterante rispetto ai gas serra generati dalla combustione delle fonti fossili.

E le caldaie non a norma? Il 40% di quelle ispezionate a Milano non è in regola, sicuramente anche negli uffici pubblici.

In occasione della COP26, che si è tenuta alla fine del 2021 a Glasgow, il National Geographic aveva stilato una classifica contenente ben 26 indicazioni per inquinare meno; se ci riferiamo alle auto, il suggerimento di cambiare combustibile (ma non quello di farle letteralmente sparire come vorrebbe fare la nostra giunta) è posizionato a metà classifica; comprare meno oggetti, mangiare più vegetali, ridurre il consumo di energia, evitare la plastica usa e getta, usare detergenti ecologici, pensare alle microfibre che durante il lavaggio inquinano i mari, comprare oggetti più ecologici per il nostro skincare, ed evitare la carta: questi sono tutti gli altri suggerimenti altrettanto caldamente consigliati, così come non pescare nel mare, fare docce più brevi, raccogliere i rifiuti di plastica in giro, curare il proprio giardino, non sprecare ecc. ecc.

Ridurre il nostro impatto sul pianeta, e la “sostenibilità”, sono concetti complessi; rappresentano una scelta di vita sicuramente auspicabile, fatta da abitudini che dovrebbero essere suggerite in famiglia già nei primi anni di vita ,  ma l’auto in sé rappresenta soltanto una parte di questo processo!

E allora, diciamolo apertamente e senza vergogna, che far sparire le auto da  Milano rappresenta la scelta più semplice, laddove  “educare” ad un percorso di vita diverso sarebbe un’impresa titanica!

E quindi, in nome di una “presunta” aria più pulita, la giunta ha ristretto le strade, bloccando il traffico a qualsiasi ora del giorno, e creando inevitabilmente più smog; ha costruito delle piste ciclabili pericolose, e ha persino sradicato alberi per farle!

Milano è la città con più alberi in Italia, ne ha ben 465.521, l’avreste mai detto? Oltre 220 mila alberi nelle aree pubbliche, e un totale di 315 specie diverse, una varietà di gran lunga superiore alle altre città europee.

Di fatto, è la nostra collocazione geografica che ci rema sempre contro: poche precipitazioni, e la quasi totale assenza di vento.

Eppure si continuano a prendere di mira soltanto le auto, o meglio chi le guida, perché a noi guidatori non viene perdonato mai nulla: dalle multe per divieti di sosta, alle telecamere in area B e C; e inoltre non si tiene conto delle difficoltà che ogni giorno affrontiamo: traffico impazzito per il restringimento delle corsie, bici e monopattini che spesso viaggiano contromano, e infine l’incognita del parcheggio!

Sala & co.  hanno quindi deciso che chi guida un’auto privata deve comunque pagarla cara, ed ecco cosa si prevede nei prossimi mesi:

  • Introduzione di una tassa di 250 euro per la sosta della seconda auto di famiglia (è probabile che nel corso del tempo si farà pagare anche la prima; al momento è soltanto un’ipotesi, ma ormai si è capito che tutto quello che viene “pensato”, prima o poi viene anche attuato).
  • Aumento dell’ingresso in Area C, fra i 7,5 e i 10 euro.
  • Pagamento dell’ingresso in Area C anche per le auto elettriche.
  • Accensione di Area C sette giorni su sette.
  • Introduzione di un ticket d’ingresso in Area B.
  • Taglio di deroghe e permessi per Area B e C.

Questi provvedimenti porteranno all’inevitabile chiusura di alcuni negozi, e probabilmente a un graduale spopolamento della città che amo, e continuerò ad amare nonostante tutto, ma vorrei tanto che il sindaco e la sua giunta si mettessero una mano sul cuore e pensassero più al benessere dei cittadini che al loro portafoglio!

2 thoughts on “Uso l’auto, lo ammetto, ma non mi sento “colpevole”

  1. Facciamo una statistica quanto ci costa una macchina per le vie di Milano ?? Tutte le spese a carico del cittadino….ma il Comune QUANDO a presentato una VERA statistica …delle buche coperte ?? Gli incidenti dei motorini e bici per colpa delle buche ?? Incidenti per le piste ciclabili ??? Per quale motivo io cittadino devo pagare ammortizzatori perché una amministrazione non è capace da fare il suo lavoro??? Comunque adesso è meglio avere un auto che a prendere un mezzo di trasporto

  2. La tendenza si fa sentire anche in molte città estere. Posso capire (almeno in parte) la spinta verso le mobilità alternative, ma non mi spiego il dito costantemente puntato contro le auto. Se il problema è l’inquinamento, la circolazione di mezzi elettrici (o a idrogeno) lo risolverebbe. Altrimenti il sospetto è che si tratti di un progetto di società altamente politico nascosto sotto una vernice ecologica per farcelo accettare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.