di Claudio Bernieri
Ma chi sono i nuovi anarchici di Milano? Vengono dal liceo Manzoni e dalla periferia, dal Corvetto: si muovono in bicicletta e sono soprattutto ragazze.
Pantaloni neri, canotta nera, tatuaggio sugli avambracci, foulard nero per mascherarsi durante i blitz, scarponcini militari neri, calzoncini neri tre quarti per le ragazze d’estate, occhiali neri. Uno stile fantomas, da black bloc, unisex ma elegante, quasi da boutique Armani,
E’ il look dell’anarchico metropolitano che inneggia al ”fuoco alle galere”.
Un anziano anarchico di via Scaldasole ci racconta…sotto la fotografia ingiallita di Pinelli attaccata a un muro della via (Pinelli venne arrestato nel 1969, la notte dopo la strage di piazza Fontana) la nuova generazione anarchica: vengono soprattutto dalle case popolari del Corvetto e da via Emilio Gola… e sono quasi tutte ragazzine, racconta.
Siamo in via Scaldasole, zona un tempo della mala e dei teppa. Qui si trovava la libreria Calusca, trasmigrata infine in via Conchetta, sui Navigli, in una casa occupata.
Ora è zona radical chic, ma il mito dei “ligerà” persiste nel cortile delle case popolari di Scaldasole, dove ha riaperto la libreria Calusca. L’anziano anarchico è la memoria storica del movimento e racconta la genesi della nuova generazione anarchica, quella che si auto nomina con il nome Acab. “Achab, con la acca, per me è sempre il capitano baleniere alla ricerca di Moby Dick, narrato da Melville, e rivive al Ticinese fra gli anarchici. L’ideale nome del fiocinatore che un tempo, dopo i fatti di Genova, un anarchico di Torino usò come pseudonimo e lasciò su un blindato dato alle fiamme. Certo c’è poi l’acronimo di All cops are bastards: ma noi colti tradizionalisti anarchici preferiamo pensare a quell’Achab che sfidò la balena bianca raccontato da Melville.”
Nella galassia anarchica spunta infatti (soprattutto nelle scritte sui muri) il collettivo “Acab” (baleniere e o acronimo): ha debuttato un anno fa sfiorando con le bandiere rosso nere della tradizione libertaria i tricolori dei tifosi che si stavano ammassando sui Navigli. Darsena, muri intorno ai Naviglio: da allora i muri della Darsena vengono “decorati” dai graffiti del neo collettivo, che qui si riunisce nei week end. E’ solo un gruppo di ragazzi multietnici che vengono da via Emilio Gola e dal Corvetto, dal vicino liceo Manzoni e dai resti del collettivo Lambretta e Zam… Sono quasi tutte ragazze e colpiscono i muri di notte, appaiono tutte vestite di nero, mascherate…Imbrattano e spariscono nel nulla. Fantasmi… Difficile distinguere i ragazzi dalle ragazze…Un gruppo di femministe del Corvetto ha ispirato la divisa. Calzoncini corti, calze scure, zeppe o scarponi con para, cappellino e foulard al viso rigorosamente neri e…. bottiglia di birra in mano. “L’infradito è di destra, la scarpa di para nera è di sinistra, è della working class” sentenzia l’anziano anarchico. La bandiera sarà quella dei Fratelli della Costa, teschio e tibie incrociate. Il confine tra il regno di Achab il baleniere (che si firma invece sui muri con la sigla LGBTQUIACAB per evidenziare la sua scelta gender) e quello della movida selvaggia delle Colonne è il marciapiede davanti a Mac Donald, in piazza XXIV maggio dove spesso gruppi di bulli si azzuffano alle prime luci dell’alba; qui spesso deve intervenire la polizia per dividere le bande.
“Si sa che i malavitosi di via Emilio Gola, fortino dello spaccio sui Navigli, vorrebbero gemellarsi con la zona della movida selvaggia di piazza san Lorenzo, finora pascolo degli spacciatori maghrebini che alle colonne sono acquartierati da anni davanti al bar di un noto pregiudicato. Lì è zona franca per ogni tipo di controllo, ed è zona free per lo spaccio di droga. Zona di sballo, di risse per il possesso del territorio, ora che i Maphite, un clan della mafia nigeriana, hanno messo gli occhi sul lucroso mercato della droga che qui polizia e comune tollerano” racconta (perplesso) l’anziano militante anarchico di via Scaldasole. Oggi gli “Acabbisti”, che due anni fa avevano improvvisato un corteo per la città da piazza XXIV Maggio al carcere di san Vittore lanciando slogan feroci contro la polizia sembrano scomparsi nel nulla. Pacifiche maschiette in nero alla sera si riuniscono alla Darsena e non sfilano più nei cortei. Però nuovi inquietanti slogan sui muri annunciano nuove gesta…Achab colpisce con il pennello di notte, e poi scompare nei bar della movida selvaggia.
Cronista al Corriere della sera poi inviato a L’ Europeo di Vittorio Feltri e reporter su Affaritaliani . Ultimo libro pubblicato : Wanda L’ ultima maitresse ed Mimesis